Track limits sì, track limits no. Il GP del Bahrain, prova inaugurale del Mondiale 2021 di Formula 1, è stato deciso anche dall’apparente incertezza che regnava all’esterno di Curva 4, lì dove Max Verstappen ha completato il sorpasso su Lewis Hamilton venendo subito dopo costretto a restituire la posizione all’inglese.
Al sabato, durante le qualifiche, non c’erano stati molti dubbi interpretativi circa l’utilizzo della via di fuga: a ciascuna violazione ha fatto seguito l’annullamento del crono, in ossequio a quanto stabilito dalla Direzione Gara prima che il weekend di Sakhir entrasse nel vivo. La domenica, tuttavia, la situazione è cambiata. “E’ stato detto molto chiaramente, nel corso della riunione dei piloti e nelle note, che i track limits in gara non sarebbero stati monitorati dal punto di vista del tempo sul giro“ – ha dichiarato Michael Masi, rispedendo così a Christian Horner le accusa di scarsa trasparenza delle regole sull’utilizzo o meno dei limiti della pista – “Tuttavia, i track limits vengono sempre tenuti sotto controllo per verificare il rispetto del regolamento sportivo, secondo il quale sfruttando le vie di fuga non è possibile acquisire un vantaggio duraturo“.
“Quello che hanno fatto Hamilton e Verstappen è molto differente, sono cose diverse e coerenti con le indicazioni che abbiamo dato ai piloti nelle riunioni” – ha proseguito il direttore di gara – “Qualora ci fosse stato un sorpasso in Curva 4, con l’auto fuori pista capace di ottenere un vantaggio duraturo, avrei contattato il team per suggerire di far cedere subito la posizione al proprio pilota. E questo è stato da subito molto chiaro. Durante il GP non ci siamo mai discostati da ciò che avevamo detto. Avevamo 2 persone che guardavano quell’area giro per giro, e quasi ogni macchina è rimasta all’interno dei track limits e dunque anche delle regole. C’è stata qualche monoposto che ha avuto qualche difficoltà e che è andata oltre, ma non si è trattato di una costante“.
“Per quanto riguarda la manovra di Verstappen, abbiamo subito suggerito alla Red Bull di restituire la posizione guadagnata nel rispetto del regolamento sportivo e loro l’hanno fatto” – ha commentato Masi in merito al tanto chiacchierato sorpasso del #33 ai danni del #44 – “La segnalazione è scattata non a causa del superamento dei limiti della pista, ma a causa del vantaggio duraturo ottenuto superando un’altra auto al di fuori dei track limits“. “Max sarebbe andato incontro a una penalità, perché se non avesse restituito la posizione a Lewis sicuramente sarebbero intervenuti i commissari. Avrebbe potuto essere punito con 5 o 10 secondi da aggiungere al tempo di gara, ma in questi casi non esiste una penalità fissa”, ha infine concluso Michael Masi. Che, per essere solamente al primo GP dell’anno, di gatte da pelare sembra averne avute già parecchie.