Con le massime serie calcistiche ormai prossime al blocco più totale, con la NBA che ha dichiarato la sospensione della stagione a seguito della positività di Rudy Gobert, con MotoGP e Superbike che rinviano a mesi e mesi di distanza gli appuntamenti originariamente previsti per questo periodo, fa quasi strano ritrovarsi a parlare di un normale weekend di gara della F1.
Il Circus, pronto per la prima stagionale in quel di Melbourne, è uno dei pochi sport del mondo che non ha stravolto – per il momento – la propria programmazione a causa del sempre più diffuso coronavirus. E’ vero, il GP del Bahrain dovrebbe disputarsi a porte chiuse, ma nei dintorni dell’Albert Park poco o nulla sembra essere cambiato quest’anno: mandrie di tifosi si assiepano ai tornelli, pronte come sempre ad invadere gli spalti nel corso del weekend, e le immagini degli assembramenti che arrivano dalla città australiana stridono non poco con tutti i divieti che di giorno in giorno vengono imposti ad un numero sempre maggiore di stati.
Più voci si sono levate contro la Formula 1, durante questi ultimi giorni: addetti ai lavori e tifosi hanno infatti puntato senza remore il dito contro un Circus definito “irresponsabile”, incapace di comprendere la gravità della situazione globale e deciso a proseguire come se nulla fosse in un mondo che, da qualche mese a questa parte, non è più lo stesso di prima. Ed ora, alla vigilia del GP d’apertura della stagione 2020, contro l’operato di FIA e Liberty Media si sono scagliati addirittura alcuni dei protagonisti della F1. Infatti, corso delle tradizionali interviste di rito tenute prima di ogni appuntamento stagionale – andate in scena stavolta con il nuovo format stile “talk-show” – tanto Lewis Hamilton quanto Kimi Raikkonen non hanno esitato a criticare aspramente la volontà della Formula 1 di mantenere invariati i suoi programmi nonostante l’estremo momento difficoltà che stiamo vivendo.
“Sono molto, molto sorpreso dal fatto che siamo tutti qui. E’ bello poter correre, ma per me è scioccante vederci tutti seduti in questa stanza” – ha detto il #44 – “C’è un mondo che si sta muovendo in una certa direzione, mentre qui oggi ho visto moltissimi fan in pista, con tutti i rischi del caso”. “Sembra che il resto del mondo stia reagendo, anche se probabilmente un po’ in ritardo. Stamattina abbiamo sentito Trump chiudere i voli dall’Europa agli Stati Uniti, l’NBA è stata sospesa mentre la Formula 1 continua ad andare avanti…“ – prosegue ancora Hamilton – “Ho visto Jackie Stewart questa mattina. E’ in forma, sano e in salute, così come altre persone anziane nel paddock. Ma è comunque decisamente preoccupante per me, riflettendo anche al fatto che cinque membri di vari team siano già stati sottoposti ai test per il coronavirus. Cosa possiamo dire?”. “Money is the king, il re è il denaro. Non posso aggiungere molto, ma non posso neppure evitare di dire la mia opinione. Posso solo esortare a prendere tutte le precauzioni possibili, che è una cosa che non ho visto fare oggi mentre camminavo per raggiungere la pista. Ho visto tutto procedere come al solito, come se fosse una giornata normale. Spero solo che alla fine del weekend non ci siano brutte notizie“, ha concluso il proprio intervento il 6 volte Campione del Mondo di F1.
A rincarare la dose ha provveduto poi un altro dei piloti più mediatici dell’intero campionato, vale a dire quel Kimi Raikkonen che poco parla ma che quando decide di aprir bocca non si produce mai in ovvietà o banalità. “Sappiamo che la decisione di essere qui non è dipesa da noi“ – ha esordito Iceman – “Personalmente, non credo che sia la cosa giusta essere oggi a Melbourne in questo contesto. Penso che se la scelta fosse dipesa dalla volontà delle squadre probabilmente non saremmo qui. Ho sentito che ci sono persone nel paddock che sono state sottoposte al test con il tampone e non sappiamo ancora l’esito. E’ una questione di sicurezza, per noi e credo anche per il pubblico”. Pubblico che, come detto poco più sopra, assieperà come da programmi originari tutte le tribune dell’Albert Park per una parvenza di normalità che speriamo possa non rivelarsi totalmente controproducente per il popolo australiano.