La Formula E arriva in India per la prima volta regalando una bellissima gara. In un circuito sporco e cosparso di detriti un abile Jean-Éric Vergne è riuscito a difendersi dagli incessanti attacchi di Cassidy. Un emozionante duello al quale hanno potuto assistere i piloti di Jaguar e McLaren dal loro box dopo aver concluso anzitempo la corsa nel loro disastroso fine settimana indiano.
Il weekend della Formula E in India è iniziato con le PL1 in ritardo di 45 minuti: i commissari locali avevano aperto per errore un cancello del circuito e ciò aveva consentito ad auto stradali di intrufolarsi sul tracciato. Dopo aver risolto questo problema si è passati a ricaricare le radioline dei commissari di pista perché chi di dovere si era dimenticato di farlo. Una sessione iniziata male e proseguita peggio per Pascal Wehrlein, finito violentemente a muro a causa di un guasto all’acceleratore. Il tedesco è uscito da solo dalla vettura, ma è stato comunque portato in ospedale per accertamenti. Per fortuna niente di grave, il #94 è stato in grado di partecipare alle sessioni successive.
Durante le qualifiche caratterizzate da una pista molto sporca invece diversi piloti si sono visti cancellare i propri tempi per track limits nelle fasi a eliminazione. In particolare nel quarto di finale tra Mortara e Rast sono stati cancellati i tempi di entrambi per non aver rispettato i limiti del tracciato e quindi un gongolante Vergne ha potuto affrontare la semifinale da solo. Dopo la fine delle qualifiche invece Wehrlein è stato penalizzato di 3 posizioni per aver ostacolato Sette Camara durante la fase a gironi. Tutta questa azione ha partorito la griglia di partenza riportata qui sotto.
Pos. | Pilota | Team |
P1 | Mitch Evans | Jaguar TCS Racing |
P2 | Jean-Éric Vergne | DS Penske |
P3 | Sébastien Buemi | Envision Racing |
P4 | Sacha Fenestraz | Nissan e.dams |
P5 | Maximilian Günther | Maserati MSG Racing |
P6 | Sam Bird | Jaguar TCS Racing |
P7 | Edoardo Mortara | Maserati MSG Racing |
P8 | René Rast | Neom McLaren Formula E |
P9 | Nick Cassidy | Envision Racing |
P10 | Oliver Rowland | Mahindra Racing |
P11 | Jake Dennis | Avalanche Andretti |
P12 | Pascal Wehrlein | TAG Heuer Porsche |
P13 | António Félix da Costa | TAG Heuer Porsche |
P14 | Norman Nato | Nissan e.dams |
P15 | Sérgio Sette Câmara | NIO 333 Racing |
P16 | Dan Ticktum | NIO 333 Racing |
P17 | Stoffel Vandoorne | DS Penske |
P18 | Nico Müller | ABT Cupra Formula E Team |
P19 | Lucas Di Grassi | Mahindra Racing |
P20 | André Lotterer | Avalanche Andretti |
P21 | Jake Hughes | Neom McLaren Formula E |
P22 | Kelvin van der Linde | ABT Cupra Formula E Team |
La prima gara della Formula E in India è iniziata con una buona partenza di Evans, abile a mantenere la prima posizione nonostante l’attacco di Vergne mentre il passaggio delle vetture sollevava una nuvola di polvere e foglie secche. Tutti i 22 partecipanti sono riusciti a passare indenni alla prima curva e mantenere integre le proprie vetture. Integrità durata fino al secondo giro nel momento in cui Mortara ha deciso di privare la sua Maserati dell’ala anteriore effettuando un tamponamento ai danni di Cassidy. Nonostante l’evidente danno e il componente ancora incastrato sotto la monoposto, il pilota italo svizzero ha proseguito la sua corsa per ben tre giri prima che l’ala decidesse di sfilarsi da sotto la vettura. Ala rimasta abbandonata in pista, per fortuna fuori traiettoria, prima che un eroico commissario la recuperasse rendendo di nuovo sicuro il veloce tracciato indiano.
Al sesto giro le prime azioni degne di nota tra i piloti di testa: il passaggio largo di Evans in curva 3, volto ad attivare il suo primo Attack Mode della gara, lo porta a perdere ben 3 posizioni nei confronti di Buemi, Vergne e Fenestraz. Nella stessa curva e nello stesso istante uno scaltro Buemi è riuscito a sopravanzare Vergne guadagnando quindi ben due posizioni e portandosi di conseguenza in testa al gruppo.
Al tredicesimo giro va in scena l’attacco kamikaze di Bird che, nel tentativo di sorpassare Fenestraz è arrivato lungo colpendo l’incolpevole compagno di scuderia Evans. Nel suicidio Jaguar sono rimasti coinvolti anche i poveri Fenestraz e Günther che, avendo la strada bloccata dalle due monoposto inglesi, hanno perso un’enormità di posizioni scivolando sul fondo della classifica (per vedere il video sottostante premere sul tweet, non sul video, altrimenti si apre il sito della Formula E).
Al quindicesimo giro avviene un delle azioni chiave della vittoria di Vergne: il sorpasso su Buemi tramite l’ausilio dell’Attack Mode. Nel compiere la sua azione il pilota francese ha anche sfiorato un detrito presente in rettilineo mentre transitava a oltre 200 km/h. Buemi, preso atto della sconfitta in duello durante la staccata di curva 3, coglie l’occasione per dirigersi verso la zona adibita all’attivazione dell’Attack Mode in cerca di vendetta. Dietro di lui Rast ne replica le gesta, anch’egli andando ad attivare il suo Attack Mode .
Alle spalle di Vergne un glorioso combattimento tra Dennis e le due Envision di Cassidy e Buemi prende forma. In una prima fase Dennis, che era salito fino al terzo posto grazie alle dissennate azioni della Jaguar, scala la classifica fino al secondo posto al giro 16 davanti alle due monoposto verde pisello. Purtroppo per lui questo momento di gloria dura ben poco e al giro successivo Cassidy si riprende la posizione. Buemi segue il compagno di squadra e sopravanza anch’egli Dennis sfruttando il momento in cui l’inglese è andato a prendersi il suo Attack Mode.
Al giro 21 piove sul bagnato in casa Maserati e una penalità di 5 secondi per non aver rispettato i track limits viene comminata a un Günther già attardato, ma almeno questa volta è colpa sua.
Passano due giri e al ventitreesimo una Porsche prende finalmente il comando, ma è la Safety Car. La vettura di sicurezza è stata chiamata per permettere ai commissari di recuperare la McLaren di Hughes, schiantatosi ingloriosamente in uscita di curva 3 da solo. Il #5 ha accelerato presto per provare a mantenere la posizione sulla NIO di Sette Camara che aveva appena preso l’Attack Mode, ma evidentemente con scarsi risultati.
Alla ripartenza dopo la Safety Car, avvenuta nel corso del ventiseiesimo giro, Rast pone fine alla gara della sua McLaren superstite andando a tamponare l’incolpevole Dennis. Fuori entrambi: Dennis ha visto terminare la sua lotta contro le Envision mentre Rast ha reso ancora più amaro il weekend già agrodolce della McLaren. Ma si sa, i problemi sono come gli gnu: si muovono in branchi.
I problemi sono come gli gnu: si muovono in branchi
L’autore dell’articolo mentre prova a diffondere un proverbio da lui inventato
Nelle fasi finali di gara, dal 27° giro in poi, le Envision si mettono a caccia del francese al comando della gara. Cassidy approfitta della batteria più carica per iniziare un’estenuante serie di attacchi che però non scalfiscono l’abile difesa del pilota della DS Penske mentre Buemi deve più guardarsi le spalle dagli attacchi di Rowland che pensare di guadagnare qualche posizione. Da notare che le due macchine danneggiate di Cassidy e Rowland erano quelle che attaccavano mentre le due vetture integre di Vergne e Buemi si erano poste sulla difensiva.
Al giro 28 le due Maserati di Günther e Mortara hanno preso l’Attack Mode, così.
Nel corso del trentesimo giro viene comunicato ai piloti l’aggiunta di un giro a termine della corsa a causa del precedente ingresso della SC, in tal modo i giri totali diventano 33. Proprio in questi istanti Rowland rompe finalmente il ghiaccio e prova un attacco più deciso su Buemi in curva 3, ma lo svizzero lo allarga e Da Costa ne approfitta per conquistare il quarto posto.
A fine gara cala la scure delle penalità: 5 secondi a Vandoorne e Di Grassi per track limits ma soprattutto 17 secondi a Buemi per overpower. Il #16 della Envision viene così buttato giù dal podio per la gioia di Da Costa che, partito tredicesimo, recupera ben dieci posizioni e sale sul podio.
Grazie alla vittoria di oggi Vergne si porta al terzo posto in classifica generale a pari punti con Buemi. I due francofoni sono ora appaiati a 31 punti. In cima alla classifica Wehrlein sfrutta la sfortuna di Dennis per allungare e portarsi a 80 punti, 18 in più dell’inglese. L’altro pilota a podio, Cassidy, mette in saccoccia i suoi 18 punti e raggiunge a quota 28 Sam Bird. Tra le posizioni più arretrate, ben tre piloti sono riusciti a schiodarsi da quota zero con Sette Camara, Rowland e Nato che salgono rispettivamente a 10, 8 e 7 punti. Il francese porta a casa anche il punto addizionale per il giro veloce. Ancora a zero rimangono solo Günther della Maserati e i tre piloti della ABT Cupra Müller (che ha corso la prima gara), van der Linde e Frijns.
Si conclude così una gara ricca di azione in India, un tempo terra di conquista per gli inglesi trasformatasi oggi in una debacle per quasi tutti i team e piloti britannici. Solo Cassidy, neozelandese alla guida della britannica Envision, e Rowland, inglese alla guida della scuderia di casa Mahindra, sono riusciti a sfuggire al conto presentato dalla Storia. In basso la classifica finale.