La monoposto Ferrari per il 2024 avrà novità volte ad eliminare le limitazioni imposte dall’architettura della SF23
Uno dei punti all’ordine del giorno su cui Ferrari ha necessità di lavorare in vista del 2024 è sicuramente ampliare il range di potenziale miglioramento della propria vettura. Una SF23 ormai a fine “ciclo tecnico” ha mostrato tutte le proprie limitazioni in termine di potenziale esprimibile, specialmente se si butta l’occhio al competitor che sta dettando l’altezza dell’asticella, ovvero Red Bull.
Dopo il corposo pacchetto di aggiornamenti portato a Barcellona, il lavoro svolto dai tecnici di Maranello è stato principalmente volto alla piena comprensione della monoposto (un lavoro non del tutto terminato nemmeno a fine stagione) al fine di massimizzarne la performance estraibile.
A riscontro del buon lavoro svolto dai tecnici Ferrari si è notata una netta diminuzione del gap dalla testa e una limitazione del degrado gomma in gara, problema che ha penalizzato non poco i risultati della SF23 nella prima parte di campionato.
La vettura, in netto miglioramento a fine campionato, non ha però dimostrato di aver ancora molto da dare in termini di prestazione esprimibile, ragione per cui la monoposto 2024 (chiamata col codice progetto “Ferrari 676“) si presenterà come un elemento di discontinuità rispetto alle due vetture precedenti.
Oltre al nuovo concept delle fiancate di filosofia Red Bull, che porteranno un telaio meno convenzionale, Ferrari porterà sulla monoposto 2024 anche una nuova scatola del cambio.
A Maranello si è svolto un lavoro di rimpicciolimento della scatola in titanio, in modo da concedere più spazio al diffusore, capace così di espandere maggiormente il flusso d’aria passante per il canale Venturi e rendendo il fondo potenzialmente meno sensibile alle variazioni di altezza da terra.
Un maggiore spazio, oltre alla suddetta espansione, concede anche maggior libertà agli aerodinamici per poter gestire vortici generati in maniera diversa e con dimensioni diverse, offrendo un campo molto più ampio di regolazioni possibili con disegni di fondi differenti.
Un nuovo cambio non porterà un nuovo modello dinamico della sospensione posteriore che, seppur con attacchi posti in posizioni differenti, Ferrari punta a mantenere con le stesse condizioni cinematiche che hanno garantito alla SF23 una buonissima trazione in qualunque condizione grazie all’ottimo effetto “anti squat”.
Un lavoro complesso ma necessario, se non si vogliono disperdere i pochi punti di forza della monoposto appena pensionata.