Torniamo indietro di un paio di settimane. Torniamo indietro al giorno in cui Toyota, con un comunicato ufficiale, ha annunciato l’ingresso di Fernando Alonso tra le fila della squadra che parteciperà alla superstagione 2018-2019 del Mondiale Endurance. In quel comunicato si leggeva che l’asturiano – il cui malcelato sogno nel cassetto è conquistare la “Triple Crown”, ovvero la vittoria nel GP di Montecarlo, nella Indy 500 e nella 24 Ore di Le Mans – avrebbe preso il posto di Anthony Davidson a bordo della Toyota TS050 Hybrid-Hybrid #7, affiancando così Sebastien Buemi e Kazuki Nakajima, nella classica de La Sarthe ed in un numero imprecisato di gare.
Inizialmente si pensava che la scelta della Casa giapponese e del #14 della McLaren fosse stata fatta per permettere all’asturiano di accumulare quanti più km possibili al volante della LMP1 nipponica, di modo tale da non trovarsi totalmente impreparato – nonostante i test già effettuati e quelli ancora da effettuare – una volta salito al volante di una vettura molto diversa dalla futura MCL33. L’obiettivo dichiarato dallo stesso Alonso per questo 2018, d’altronde, sembrava essere solamente il ritorno al vertice della F1 alla guida della McLaren, e non di certo la vittoria finale nel FIA WEC. Anche perché il #14, dovendo barcamenarsi tra i due campionati, avrebbe dovuto forzatamente cedere il proprio sedile in occasione della 6 Ore del Fuji, la gara di casa della Toyota, per la concomitanza con il GP di Austin della Formula 1, ed avrebbe quindi perso punti importanti per la lotta all’iride nel campionato Endurance. O almeno, questa è la situazione che si prospettava fino a ieri.
Poco più di 24 ore fa, infatti, FIA ed ACO hanno annunciato lo spostamento di uno degli appuntamenti della superstagione del WEC. E indovinate qual è l’appuntamento in questione? Esattamente, proprio la 6 Ore del Fuji. La gara di durata in terra nipponica, inizialmente anticipata di un weekend rispetto alla programmazione originaria per evitare la concomitanza con la Petit Le Mans dell’IMSA, verrà infatti posticipata di un fine settimana, disputandosi non più tra il 5 ed il 7 ottobre ma tra il 12 ed il 14 dello stesso mese. “Abbiamo voluto tutelare l’interesse del campionato, e questa è stata la nostra priorità quando abbiamo fatto questa scelta”, ha detto a Motorsport.com Gerard Neveu, boss del FIA WEC, per provare a smarcare la pioggia di critiche che tanti altri piloti hanno rovesciato su di lui. Modificare la data dell’appuntamento del Fuji, infatti, se da un lato permette ad Alonso di essere al volante della sua Toyota, dall’altro impedisce a molti driver – tra i quali figurano Mike Conway, Bruno Senna ed Oliver Pla – di presentarsi al via della gara giapponese a causa della loro presenza alla concomitante Petit Le Mans. “Come si può immaginare di avere nel Paddock un pilota come Alonso, che corre per di più con la Toyota, e di dover rinunciare a lui per la gara in Giappone?” – ha proseguito Neveu – “Abbiamo già avvisato l’IMSA (che ha già fatto sapere di non riuscire a modificare la data della Petit Le Mans, ndr) e persino loro hanno compreso le nostre ragioni: hanno avuto Fernando alla 24 Ore di Daytona, ed hanno potuto toccare con mano cosa significhi avere nel Paddock un pilota del suo valore“.
A questo punto dunque, eliminata l’unica concomitanza tra i due calendari che occuperanno la stagione di Fernando Alonso, gli obiettivi dell’asturiano per questo 2018 cambiano. E’ vero, tornare a brillare in F1 rimane probabilmente il “pallino” dello spagnolo, ma ora la possibilità di lottare per la vittoria del Campionato del Mondo di Endurance si fa decisamente più concreta. Lo stesso Alonso sembra averlo capito, ed è per questo che, a pochi giorni dalla diffusione della prima foto della versione 2018 della TS050, il #14 si sta dedicando ad intense sessioni sul simulatore della Toyota per provare a capire al meglio il comportamento di un’auto che, nonostante gli anni di militanza nel Circus, lo ha stupito non poco.
“La vettura è fantastica, è qualcosa di davvero speciale“ – ha infatti detto Alonso a Motorsport.com al termine di un test completato al Motorland di Aragon qualche giorno fa – “Credo che le 4 ruote motrici e la potenza ulteriore messa a disposizione dal sistema ibrido rendano l’accelerazione di questa vettura simile a quella di una navicella spaziale! Esci dalle curve e senti la compressione nel sedile, i tuoi occhi si spalancano. Tutti i piloti dovrebbero poter provare queste sensazioni almeno una volta nella vita”. “Non vedo l’ora che arrivi l’inizio del campionato” – ha concluso l’asturiano – “ma so che prima di definirmi pronto dovrò sostenere ulteriori test, perché gare di questo tipo necessitano di una preparazione apposita. Devo rispettare queste corse e cercherò di farlo“.