La mancanza di sbocchi in F1 si fa sentire in tutto il mondo dell’automobilismo. Ecco perché c’è qualcuno che guarda altrove. Questo qualcuno è Felix Rosenqvist. Vincitore della F3 europea nel 2015, ha corso 10 gare della IndyLights sulle 18 di quest’anno e ora compete in Formula E. Pochi giorni fa ha testato la #9 del team Ganassi. Le sue parole? «Lo ricorderò per tutta la vita».
«È la macchina più veloce che abbia mai guidato, ed è certo qualcosa di speciale da guidare» ha raccontato fuori dall’abitacolo. Perché la #9 era davvero la #9. «L’auto di Scott [Dixon, ndr] nella stessa configurazione con cui l’ha guidata lui» ha precisato Rosenqvist ai microfoni di Motorsport.com.
Ci sono spiragli per entrare nel mondo dell’automobilismo americano? «Sono ancora in contatto con dei team di laggiù. Forse si potrebbe concludere qualcosa in futuro». La carriera di Rosenqvist negli States è stata interrotta dalla Mercedes, che l’ha richiamato in Europa per correre nella Blancplain Series.
«Ho avuto dei weekend molto difficili, e dei weekend molto buoni. Gli ovali sono stati piuttosto difficili per me» ha ammesso il ragazzo. «Ma dopotutto è stato bello essere stato con la Belardi [il team della IndyLights con cui ha corso, ndr]. Ho avuto dei bei momenti anche con il mio compagno di squadra, Zach Veach».
Che si tratti di un pilota talentuoso l’avevano capito in molti. Le sue prestazioni in Formula E lo dimostrano (ha rischiato di vincere l’ePrix dell’esordio qualche settimana fa). E Felix non ha deluso neanche nelle scorse giornate di test.
«Non aveva mai guidato una IndyCar, né aveva mai guidato a Mid-Ohio. E ovviamente è una pista molto fisica, e una macchina estremamente fisica. Ma per lui è stato come bere un bicchier d’acqua – incredibile!». Parola di Chris Simmons, ingegnere di gara di Dixon.
Anche tecnicamente il ragazzo ha impressionato. «Non ci è voluto molto che abbiamo potuto passargli punti del nostro programma di sviluppo. (…) E il suo feedback era proprio quello che ci attendevamo».
Rosenqvist non sarebbe il primo pilota europeo a trovare uno sbocco in America anziché catapultarsi nella massima serie. Dopo aver vinto il FIA Formula Three European Championship, il giovane svedese non ha continuato nelle serie propedeutiche successive.
Il suo percorso sui generis difficilmente lo porterà in F1 se non saprà agganciare la GP2 o la Formula V8 3.5 (erede della WSR). Ma accumulare esperienza con altre serie può aiutare. Fare scalo tra America e Formula E gli permette di ampliare le sue conoscenze nell’ambiente. Vedremo, dunque, se cercherà fortuna Oltreoceano.