La stagione 2024 di F3 si decide nella maniera che tutti gli italiani sognavano: un duello all’ultimo sangue tra i nostri due alfieri, Leonardo Fornaroli e Gabriele Minì, con il titolo che viene assegnato all’ultima curva. Alla fine a spuntarla è Fornaroli, ma l’applauso è per entrambi, che portano all’Italia una storica doppietta nella categoria. E nel weekend in cui finalmente è stato annunciato il ritorno di un pilota italiano in Formula 1, mai come adesso negli ultimi anni il futuro del nostro motorsport è stato così roseo.
Fornaroli, la forza della costanza
Chissà, se nel corso dell’anno, Leonardo Fornaroli si sarebbe immaginato in questo modo la vittoria del suo primo campionato in monoposto: da un lato, senza mai vincere neanche una gara in stagione, neanche una Sprint Race con la griglia invertita; dall’altro, con un sorpasso all’ultima curva dell’ultimo giro, quando oramai sembrava che il titolo gli fosse definitivamente stato scippato dalle mani.
Un finale in controtendenza rispetto al resto della stagione, in cui Fornaroli ha chiuso ben diciotto volte su venti a punti. Un secondo posto, sei terzi, due giri veloci e due pole position, rimanendo sempre a contatto con i primi. All’inizio del campionato era certamente tra i favoriti, ma forse un po’ meno rispetto a Minì, Beganovic e Browning. Eppure è sempre rimasto agganciato alla vetta, sfruttando le giornate no dei suoi rivali, anche senza farsi notare. Forse nella sua mente peserà quella vittoria sfumata a Imola, sul circuito di casa per lui che è di Piacenza; ma forse, invece, adesso conterà poco per lui, che può godersi il meritato successo della vita.
Un finale in controtendenza, dicevamo. Perché nel momento decisivo non solo del campionato, ma della carriera, Fornaroli ha buttato al vento la prudenza, cercando di conquistare il titolo con le unghie e con i denti: la pressione si è fatta sentire, con qualche errore negli ultimi giri, ma l’attacco disperato alla Parabolica, arrivato pochi secondi dopo un altro tentativo alla Roggia, gli è valso il titolo, per averci provato fino in fondo.
Ora il futuro è incerto per Fornaroli, ed ecco perché questo successo può rappresentare il punto di svolta per la carriera: già nell’intervista post gara Leonardo parlava di come il suo desiderio sia trovare il supporto necessario per proseguire in Formula 2. Il piacentino non è seguito da nessuna academy, ma forse quell’attacco alla Parabolica potrebbe aver fatto drizzare le antenne a più di un team di Formula 1. Lo speriamo davvero: per lui, per il motorsport italiano, e soprattutto per lo sport, perché il campione della Formula 3 merita di farsi valere anche in Formula 2.
Minì, ad un passo dal sogno
Era rimasto solo lui. Tutti gli altri erano caduti nel corso di quest’ultimo weekend, tra qualifiche disastrose ed errori in gara. Sembrava che il destino stesse per regalargli la vittoria perfetta, perché dopo un inizio di gara incerto la pressione si è fatta sentire per Fornaroli, tanto da farsi superare sia da Minì che da Mansell. Chissà se avrà pensato di avercela fatta nel corso del penultimo giro, quando, passando in seconda posizione, gli è stato detto di essere virtualmente campione. A quel punto lui poteva fare solo una cosa, resistere a Mansell dandogli contemporaneamente il DRS, in modo da permettergli di difendersi su Fornaroli. Un’operazione chirurgica eseguita perfettamente nelle ultime tre zone DRS che rimanevano fino alla fine, ma che non è bastata.
Chissà se Minì, uscendo dalla Parabolica, sentiva già il trofeo in mano. Chissà se il suo sguardo era rivolto in avanti, verso la linea del traguardo, o nello specchietto, a controllare gli avversari. Forse neanche si è accorto com’era finita, forse è stato il suo ingegnere a togliergli il sorriso dalle labbra e ad uccidergli l’urlo in gola. Però non si può non rendere l’onore delle armi a Gabriele, che per tutto l’anno ha mostrato picchi di velocità clamorosi, come la pole position a Montecarlo; lui che negli scorsi tre anni tra la Formula Regional e la Formula 3 aveva sempre avuto un materiale tecnico non all’altezza, e che stavolta, ad armi pari, ha perso nel modo più bruciante possibile.
Se per Fornaroli la speranza è che non si perda per motivi economici, Minì non deve lasciarsi abbattere dalla sua mente: una sconfitta del genere potrebbe portarlo in una spirale negativa, condizionando la sua intera carriera. E se dovesse succedere sarebbe una gravissima perdita per il motorsport italiano, che ora, grazie a lui, a Fornaroli, ad Antonelli e pure a Brando Badoer, che sta facendo faville in Formula Regional, finalmente sta alzando la testa nelle formule minori.
Alla fine, mentre i rispettivi tifosi iniziano ad insultarsi sui social, resta una bellissima doppia immagine in questo pazzo finale: prima, Gabriele che si reca dal festante Leonardo per abbracciarlo e congratularsi con lui; poi, dopo pochi secondi, lo stesso Leonardo che scende dalla vettura, rincorre il connazionale e lo abbraccia a sua volta per consolarlo. Due amici che si sono trovati a lottare per il titolo senza però rovinare sé stessi: non è questa forse la fotografia più bella che può regalarci il motorsport?