Dire che Christian Horner non abbia preso bene l’incidente tra Lewis Hamilton e Max Verstappen sarebbe un eufemismo. Il team principal della Red Bull è stato critico nei confronti di Toto Wolff anche per l’atteggiamento di quest’ultimo con la direzione gara.
In seguito alle concitate fasi successive all’incidente tra i due contendenti al titolo mondiale Lewis Hamilton e Max Verstappen, la FOM ha trasmesso diverse comunicazioni tra i due muretti e la FIA nelle quali il team austriaco chiedeva pesanti sanzioni per il pilota inglese mentre la Mercedes tentava di alleggerire la posizione della sua prima guida. Comunicazioni che non si sono limitate all’utilizzo dei team radio, ma hanno visto Toto Wolff recarsi di persona dai commissari per chiedere spiegazioni. Questa azione è stata pesantemente criticata da Christian Horner che ha affermato: “Gli steward sono, e sono sempre stati, un corpo indipendente e in questi 16 anni e mezzo in cui sono stato team principal non sono mai andato nella loro stanza durante una gara o una sessione. Dalle immagini TV ho visto che Toto stava andando da loro con alcune informazioni che aveva provato a mandare via mail a Micheal [Masi] prima che fosse stata data la penalità. Ciò è stato un po’ come tentare di mettere pressione alla giuria mentre stavano prendendo la decisione finale. Gli steward sono chiusi nella loro stanza per assicurarne l’indipendenza ed evitare influenze esterne mentre prendono le loro decisioni.”
Christian Horner ha spiegato quindi le motivazioni che lo hanno spinto a recarsi a sua volta dagli steward: “Dopo aver sentito che Toto stava mettendo pressione agli steward, sono andato da loro facendo notare che nessuno di noi due avrebbe dovuto trovarsi lì e non era appropriato da parte di nessuno interferire mentre il processo decisionale era ancora in corso. Viene anche scritto nel regolamento sportivo che questo non è accettabile e ora sono lieto che la FIA abbia chiarito che questo tipo di pressioni esterne non verrà più tollerato in futuro perché potrebbe spingere i giudici verso una decisione che non è totalmente giusta e imparziale.“