“Siamo felicissimi di annunciare che Hanoi ospiterà un GP di Formula 1”. Sono state queste le parole con cui Chase Carey, baffuto volto di Liberty Media, ha ufficializzato l’ingresso del Vietnam nel novero dei fortunati paesi che ospitano un Gran Premio di F1. A partire dalla stagione 2020, infatti, le strade della capitale asiatica faranno da scenario al 4° appuntamento cittadino del calendario dopo quelli di Montecarlo, Baku e Singapore, per un GP che lo stesso Carey spera “possa diventare vero protagonista del Mondiale di F1”.
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“Siamo davvero emozionati per via del fatto che saremo qui ad Hanoi” – ha infatti proseguito il dirigente irlandese – “E’ una delle città più emozionanti che ci siano al mondo ora come ora, con una storia incredibile alle spalle ed un futuro altrettanto incredibile davanti a sé”. Liberty Media centra così, al suo secondo anno di attività, quello che sin dal 2017 – data di insediamento ai vertici della Formula 1 – era parso un suo obiettivo primario: aggiungere nuove tappe ad un calendario evidentemente ancora troppo legato alle decisioni di Bernie Ecclestone.
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La scelta di Carey e compagni è dunque ricaduta sul Vietnam, un paese tristemente noto per ben altre vicende e che è da sempre stato fuori dall’orbita della Formula 1. Tra le strade di Hanoi le monoposto del Circus si sfideranno su un nastro d’asfalto lungo 5,565 km e composto da 22 curve, con un layout semi-permanente che a detta della stessa F1 è ispirato ad iconiche sezioni di tracciati già presenti nel calendario e che, ovviamente, è stato messo a punto dallo studio di progettazione del solito Hermann Tilke.
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L’ispirazione per Curva 1 e Curva 2 del tracciato vietnamita, ad esempio, arriva direttamente dalla Germania. Basandosi sulle prime due pieghe dell’asfalto del Nurburgring, infatti, Tilke e compagni hanno realizzato un sinistra-destra molto stretto al termine del rettilineo da 1,5 km in fondo al quale si troverà lo Speed Trap, immaginando che la violenza della frenata possa favorire non poco i duelli in staccata. Arrivano invece direttamente da Montecarlo le Curve dalla 12 alla 15, dato che l’ispirazione dichiarata per la sequenza di curve veloci è stata la salita di Massenet, ed infine giunge dallo “Snake” di Suzuka l’idea di raccordare in una sequela di curvoni ad ampio raggio le Curve 16, 17, 18 e 19 del circuito di Hanoi.
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L’obiettivo dichiarato dallo studio di progettazione di Tilke è stato infatti quello di evitare curve secche a 90°, cercando invece di scovare tra i muretti vietnamiti le strade giuste per realizzare una pista più veloce che permetta ai piloti di dar vita a duelli corpo a corpo decisamente più combattuti. Sulla carta il risultato sembra essere stato raggiunto, dato che ci si trova di fronte ad un’alternanza di curve lente, curve più veloci, lunghi rettilinei e curvoni ad ampio raggio che raramente si è vista in un circuito cittadino, ma più di una volta la Formula 1 ha visto tracciati teoricamente emozionanti dar vita a gare concretamente disarmanti. Aprile 2020 saprà dirci se Tilke e compagni avranno saputo cogliere nel segno: Hanoi, fino a quel momento, non resta che attendere.
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