In Malesia, nella gara di addio – o forse di arrivederci – del circuito di Sepang al Circus della F1, è andato in scena il primo acuto di questo 2017 targato Max Verstappen. Il giovane olandese ha messo in mostra una grande prestazione, liberandosi in fretta di un Hamilton cinico e calcolatore e vincendo a mani basse il confronto con Ricciardo. Sarà quindi stato solamente il #33 a meritarsi un voto altissimo nel GP di Sepang?
MAX VERSTAPPEN – 10. Il giovane olandese si lascia alle spalle il difficile weekend di Singapore con un fine settimana perfetto. E’ veloce sin dalle annacquate FP1, si tiene dietro Ricciardo in qualifica e non sbaglia nulla in gara. Imperioso nella difesa su Bottas durante il primo giro, non fa scappare Hamilton ed alla prima occasione gli mette le ruote davanti, imponendo un ritmo che l’inglese non può – o forse non vuole – sostenere. La sua stagione finora è stata molto difficile: che questo successo possa dare la svolta ad un’annata storta a 5 GP dalla fine del Mondiale?
LEWIS HAMILTON – 9. Il suo weekend ha una svolta netta quando, dopo un venerdì più difficile del previsto, decide di non utilizzare gli aggiornamenti portati a Sepang dalla Mercedes. Da quel momento il #44 non sbaglia più nulla: cinico ad approfittare dell’assenza di Vettel per sfoderare una qualifica delle sue ed agguantare la 70^ Pole Position, calcolatore nel decidere di non ingaggiare una lotta all’arma bianca con l’arrembante Verstappen. Sa che con Vettel alle sue spalle qualsiasi posizione gli permetterebbe di guadagnare punti, e quindi si limita a non prendere rischi e ad impostare il GP su un ritmo che probabilmente gli ha anche permesso di risparmiare un po’ il motore. Tra Singapore e Sepang, per come sembrava andare la sua Mercedes, temeva di vedersi sfilare la vetta della classifica, e invece la sua leadership si è addirittura rafforzata. Chissà, forse non ci sperava nemmeno lui.
DANIEL RICCIARDO – 7,5. Il suo weekend è comunque positivo – un 3° posto non è mai da buttare – ma complessivamente a Sepang perde il confronto diretto con Verstappen in qualsiasi condizione. Ha un buono spunto al via, ma si fa attrarre così tanto dalla coda del #33 da perdere di vista Bottas, che lo infila all’esterno facendogli perdere tanti tempo nelle fasi iniziali della corsa. Dopo essersi liberato con uno dei suoi soliti sorpassi del #77 stava anche provando a recuperare su Hamilton, ma dopo Singapore anche in Malesia vede frustrati i suoi propositi da una strategia forse troppo poco aggressiva. Menzione d’onore, infine, per la solita difesa rocciosa su Sebastian Vettel nel finale.
SEBASTIAN VETTEL – 9,5. “Con quella macchina il 4° posto era il minimo”. Partendo ultimo, mi sento di dissentire visto che il suo bel daffare il buon Sebastian l’ha avuto, dovendo percorrere quasi tutta la gara su un ritmo da qualifica. Era arrivato a Sepang carico come una molla, e fino a quando la combo “sostituzione & rottura della PU” non lo colpisce sembrava avere il weekend in pugno. Costretto a partire ultimo non si perde però d’animo, e mette in scena una grande rimonta che lo porta addirittura ai margini del podio, dal quale deve poi allontanarsi nelle fasi finali per problemi legati al consumo di carburante. Avrei voluto dargli “10”, ma quel mezzo voto devo toglierlo per via dell’incidente con Stroll. Non è colpa sua, sia chiaro, ma iniziano ad essere diversi gli incidenti clamorosi in cui lui, in un modo o nell’altro, finisce per essere coinvolto. Forse avrebbe bisogno di un briciolo di prudenza in più, perché incomprensioni fortuite come quella di ieri possono pesare moltissimo nell’economia di un Campionato del Mondo.
VALTTERI BOTTAS – 6. “Ho provato a fare tutto ciò che potevo, ma mi mancava il passo e scivolavo dappertutto. All’inizio soffrivo di sottosterzo, poi è successo qualcosa con il bilanciamento della macchina e a fine GP se provavo a spingere un po’ di più le gomme anteriori si surriscaldavano e la macchina diventava inguidabile”. Il sunto di un GP che per il finlandese, al quale nessuno ha voluto togliere il pacchetto di aggiornamenti arrivato a Sepang, è stato semplicemente un incubo. E’ vero, taglia il traguardo a 44″ dal #44, ma Hamilton quegli stessi pezzi che montava Bottas si è affrettato a toglierli dalla sua W08 dopo appena due sessioni di FP. Il “6” finale è dunque perché, molto probabilmente, la prestazione incolore del #77 non è proprio tutta colpa sua.
SERGIO PEREZ – 9. Gara imperiosa. Corre debilitato fisicamente per via di un virus che lo colpisce durante il weekend, ma nonostante ciò si esibisce ancora una volta in una gara costante, solida e priva di qualsiasi errore. Gestisce bene le gomme, e sfruttando una Force India che si presenta ormai come 4^ forza del Mondiale su tutte le piste del calendario artiglia una grande 6^ posizione. E poco importa che sia il primo dei doppiati.
STOFFEL VANDOORNE – 10. Lui la definisce “La miglior gara dal debutto in F1”, e non faccio fatica a credergli. Demolisce un certo Fernando Alonso in qualifica e in gara, lotta alla pari con auto che sulla carta alla vigilia del GP lo avrebbero dovuto superare senza neppure aver bisogno di inserire la 4^ marcia e con questo 7° posto finale finisce davanti al #14 anche in classifica piloti. Il tutto con una MCL32 priva degli aggiornamenti portati a Sepang per il solo Alonso. Monumentale.
LANCE STROLL – 7,5. Concretizza una gran gara anche lui. Una qualifica difficile lo consegna alla 13^ casella, ma il giovane canadese non si perde d’animo e imbastisce una grande rimonta, esibendosi anche in un bel sorpasso su Massa dopo che l’assurda strategia del muretto Williams aveva portato il brasiliano davanti a lui. Come per Vettel, avrei voluto dargli “8”, ma il crash finale un minimo gli va fatto pesare. E’ vero, Vettel andava più veloce e stava stringendo la traiettoria, ma a sinistra della sua FW40 c’era abbastanza spazio per stringere a propria volta ed evitare così il patatrac.
FELIPE MASSA – 7,5. Stesso voto del compagno di team perché rischia di finirgli davanti – complice anche un undercut stranamente imbastito a suo favore – pur rimanendo suo malgrado coinvolto in un incidente in Curva 2 nel corso del primo giro. Non commette errori, corre bene, gestisce le gomme e porta a casa un onesto 9° posto. Ma Stroll ora è solamente ad un punto di distanza dalla classifica costruttori: che la sua leadership all’interno del team stia iniziando a vacillare?
ESTEBAN OCON – 7. Anche quella del francese è una buona gara, al netto sia del pit forzatamente anticipato a causa del contatto con Massa, che per sua sfortuna si è trovato all’esterno della VJM10 proprio nel momento in cui Ocon riusciva ad evitare l’ennesima collisione stagionale con il suo compagno di team, sia di quello con Sainz, che lo manda in testacoda in Curva 1 facendogli perdere tempo e posizioni. Entrambe le cose sono però recuperate grazie ad una gestione delle gomme perfetta: 53 giri su un treno di Soft, dopotutto, non sono proprio noccioline.
FERNANDO ALONSO – 4,5. Weekend decisamente sottotono quello di Matador, con l’unico acuto rappresentato dal duello all’arma bianca con Magnussen. Vandoorne lo sovrasta in maniera evidente, e anche se Boullier cerca di scagionarlo giustificando la sua prestazione con il traffico in cui il #14 sarebbe rimasto invischiato dopo il contatto tra Ocon e Massa la prestazione di Nando è sostanzialmente incolore. In più, ignora un po’ troppo bellamente le bandiere blu nel momento del doppiaggio di Vettel. Diciamo che una chiusura del genere ce la si aspetterebbe da un esordiente forse, non da lui.
KEVIN MAGNUSSEN – 5. Quello della Haas a Sepang è un weekend particolarmente difficile, e lo si capisce sin dalle qualifiche. Parte dietro Grosjean e gli arriva davanti, ma sul suo voto finale pesano i contatti con praticamente qualsiasi pilota che gli transiti nelle vicinanze. Alonso dice che sono in 19 su 20 a dire che è troppo aggressivo quando si difende, e diciamo che ieri in Malesia Magnussen ha fatto di tutto per non smentire questa tesi.
ROMAIN GROSJEAN – 5. Rimane vittima di un incidente assurdo al venerdì, quando con la sua VF-17 colpisce un tombino sollevato da Bottas, dopodiché soffre per tutto il weekend in preda ad una Haas che sull’asfalto malese sembra proprio non andare. A fine GP si assume le proprie responsabilità dicendo che forse il bilanciamento scelto non era proprio ottimale, e per uno che passa i 3/4 dei suoi Team Radio a lamentarsi dell’auto è già un bel passo avanti.
PIERRE GASLY – 7. Tutto sommato quello del francese è un battesimo del fuoco positivo. Sembra voler fare sfracelli quando nelle FP1 si toglie addirittura lo sfizio di tenersi ampiamente dietro Carlos Sainz, poi lo spagnolo va in crescendo e lo mette alle sue spalle. Il #10 però si difende bene, è aggressivo ma corretto nei duelli, non causa problemi con le bandiere blu e porta senza problemi la macchina al traguardo, per di più a soli 8″ dal 10° posto. Le basi di partenza sembrano buone, i margini di crescita ampi: gli serve solo un po’ di tempo.
JOLYON PALMER – 6. Una sufficienza stiracchiata che arriva solamente perché, nel disastroso weekend malese della Renault, le uniche note positive sono quelle dell’inglese, che parte dietro al #27 riuscendo però a finirgli davanti. Ma il fatto che si sia costretti a parlare di “note positive” in presenza di un pilota che termina 15°, doppiato e con ben due testacoda all’attivo – uno a causa di un problema ai freni in Curva 14 e l’altro per via del contatto con Magnussen in Curva 1 – la dice lunga su quanto sia stato difficile il weekend per la scuderia d’oltralpe.
NICO HULKENBERG – 5,5. Idem come sopra, con l’aggravante però di aver sciupato una buona 8^ posizione in griglia con una partenza davvero poco felice, che ha consegnato la R.S. 17 #27 in pasto al gruppone ed ha costretto Hulkenberg a tentare una strategia a due soste rivelatasi clamorosamente controproducente. Diciamo che, viste le premesse, si aspettava sicuramente qualcosa di più da questo GP.
PASCAL WEHRLEIN – 6,5. Dietro di lui c’è solo il compagno di squadra, è vero, ma complice una strategia che lo ha portato ad allungare il più possibile il primo stint ad un tratto si era ritrovato addirittura a centro gruppo a lottare per le posizioni ai margini della zona punti. Come al solito, chiedergli di più – vista l’auto che si ritrova a guidare – è semplicemente impossibile.
MARCUS ERICSSON – 5. E’ l’unico che al traguardo accusa ben 2 giri di ritardo dal leader, cosa che la dice lunga sulle difficoltà patite dallo svedese nel corso del GP. Si limita a girovagare lungo il circuito, stando ben attento a non causare problemi con le innumerevoli bandiere blu che gli vengono sventolate.
CARLOS SAINZ – 7,5. Era in lotta per la zona punti, cercando di raddrizzare un weekend nato non proprio con il piede giusto per via della 14^ posizione ottenuta in qualifica, quando la sua STR12 si è ammutolita a causa di un problema elettrico costringendolo così al ritiro. Resta certamente il rammarico per il risultato svanito, ma il giovane spagnolo stava mettendo in mostra un’altra buona prestazione.
KIMI RAIKKONEN – S.V. Pronti, partenza e…stop. Probabilmente lo stesso guasto che è valso a Vettel la partenza dall’ultima casella dello schieramento gioca un brutto scherzo anche all’altra Ferrari, costringendo il finlandese a ritirarsi senza neppure aver preso parte al GP. Peccato davvero, perché visto il ritmo messo in mostra da Vettel si poteva davvero pensare di fare il colpaccio.