La bomba era esplosa diversi mesi fa. Era esplosa, di preciso, nel momento in cui Honda annunciava di volersi ritirare dalla Formula 1 al termine della stagione 2021. Quella decisione, improvvisa e per certi versi quasi inspiegabile, nella patina di solidità e certezze del Circus aveva aperto una spaccatura che prima o poi qualcuno avrebbe dovuto ricomporre.
Il fulmine a ciel sereno arrivato dal Sol Levante, infatti, aveva folgorato tanto Red Bull Racing quanto AlphaTauri. Entrambe contente e soddisfatte delle prestazioni e dell’affidabilità finalmente raggiunte dal propulsore nipponico, le scuderie di Milton Keynes e di Faenza si ritrovavano di punto in bianco nell’incombenza di trovare – e in fretta – un nuovo motorista. Attorno a loro, tuttavia, lo scenario era desolante: Mercedes e Ferrari erano poco inclini a fornire le proprie Power Unit a un avversario così diretto, Renault avrebbe fatto carte false pur di non dovere nuovamente offrire i suoi motori a chi li aveva criticati con asprezza e di nuovi marchi alla finestra, in attesa di sviluppi, non se ne vedeva (e non se ne vede tuttora) neppure uno.
Helmut Marko & Co., per non essere costretti a installare i pedali sulle future monoposto di Red Bull Racing e AlphaTauri, hanno dunque iniziato a esplorare sentieri alternativi. La strada maestra è in breve tempo diventata una e una sola: rilevare, all’apice del loro sviluppo, le Power Unit Honda per poi gestirle internamente senza doversi quindi affidare a un nuovo fornitore. E senza, soprattutto, sobbarcarsi i disarmanti costi connessi alla realizzazione di un propulsore ibrido. Con il costruttore nipponico favorevole a questa proposta, rimaneva solamente un attore da persuadere: la FIA. Incapaci di incrementare in autonomia tanto le prestazioni quanto l’efficienza della fu PU Honda, gli uomini delle lattine avevano bisogno di convincere la Federazione a bloccare gli sviluppi sul fronte motori a partire dalla stagione 2022. La leva su cui fare forza per esercitare maggiore pressione, in un momento storico che strizzava già l’occhio a metodi per risparmiare risorse economiche? Semplice, la minaccia di ritirarsi (con entrambe le scuderie) dalla Formula 1.
Di fronte al rischio di perdere due team in un unico colpo e a causa degli sconquassi economici causati dal COVID-19, la FIA ha mosso le proprie pedine. Giungendo quindi, dopo mesi di voci sempre più insistenti, alla riunione della Formula One Commission andata in scena oggi pomeriggio al termine della quale è emerso un concetto fondamentale: quello del congelamento delle Power Unit. “Al termine di quello che è stato uno sviluppo significativo per il nostro sport, che riflette l’unità e lo spirito di collaborazione tra la FIA, la Formula 1 e i team, nel corso della riunione è stata indetta una votazione sul congelamento dello sviluppo delle Power Unit“ – si legge nel comunicato diffuso dalla stessa F1 – “La proposta è stata approvata all’unanimità dalle scuderie e dai motoristi. In virtù di questa decisione, lo sviluppo dei motori sarà congelato a partire dalla stagione 2022“.
Una frase, quest’ultima citata, che porta con sé un corollario. Infatti, per evitare che la disparità tra i motoristi possa rivelarsi eccessiva – con il rischio che lo strapotere di alcuni possa letteralmente uccidere la competizione e fare scemare l’interesse verso la F1 -, voci sempre più insistenti e concrete parlano della possibilità di introdurre una sorta di BoP, di Balance of Performance: a un minore flusso di benzina per i motorizzati Mercedes corrisponderebbe una maggiore potenza elettrica derivante dalla MGU-K per tutti gli altri. Con buona pace delle capacità degli ingegneri di Brixworth, la cui unica colpa è stata quella di creare un propulsore troppo potente, troppo efficace, troppo difficile da replicare.
La Formula 1, in questo modo, ha evitato la fuga di Red Bull Racing e AlphaTauri, ha permesso ai team di risparmiare risorse e si è garantita la salvezza. Sempre che, di fronte a cambiamenti che snaturano in maniera evidente l’anima di uno sport, di salvezza si possa effettivamente parlare.