La conclusione delle prime due sessioni di prove libere del GP di Arabia Saudita di F1 segna un buon momento per vedere cosa hanno combinato le squadre impegnate in pista e quali tempi hanno fatto segnare sul passo gara e nelle simulazioni di qualifica.
Nella prima sessione di prove libere i piloti si sono concentrati sul prendere le misure della pista con le monoposto di questa stagione mentre i team hanno cercato di trovare l’assetto ideale e il pacchetto aerodinamico più adatto per questo circuito. Possiamo vedere dal grafico sottostante come alcuni team abbiano usato le medie e le soft mentre altri le hard e le soft a seconda del programma di lavoro.
Nella seconda sessione tutti hanno effettuato dei giri veloci con le medie o le hard nella prima parte della sessione per poi effettuare le simulazioni di qualifica con le soft e le simulazioni di passo gara. Possiamo vedere come per le simulazioni di gara, ovvero gli stint nell’ultima parte della sessione, siano state utilizzate tutte e tre le mescole. Vediamo anche come Mercedes non sia riuscita a finire le proprie simulazioni di gara per alcuni inconvenienti sulle W15 di Russell e Hamilton.
Guardando le simulazioni di passo gara fatte durante le FP2 del GP di Arabia Saudita di F1 possiamo notare che la situazione è molto più confusa rispetto al GP del Bahrain: alcuni come le due Mercedes e Norris hanno fatto pochissimi giri di simulazione di gara, altri hanno fatto giri di raffreddamento durante i long run. Proviamo quindi a interpretare quello che è successo con la consapevolezza che i dati a disposizione non sono molti.
Analizziamo prima i 5 team che dovrebbero dimostrarsi i più veloci, ovvero Red Bull, Ferrari, Mercedes, McLaren e Aston Martin. Le due Red Bull di Verstappen e Perez hanno effettuato la simulazione gara con gomme medie. L’olandese è partito sull’1:34 basso per poi scendere fino all’1:33.726 nel corso dell’ultimo giro mentre il compagno di squadra Perez è stato meno costante alternando tempi sull’1:34 basso a tempi più alti, salvo poi scendere progressivamente fino all’1:34.012 dell’ultimo giro. In questa simulazione di 15 giri, la più lunga tra tutti i piloti, Red Bull è riuscita a far scendere i tempi alla fine del run facendo quindi intuire che le gomme medie utilizzate fossero ancora in ottimo stato. In casa Ferrari è stato fatto un lavoro differenziato con Sainz a montare le medie e Leclerc le soft. Lo spagnolo è partito su tempi decisamente più alti di quelli della Red Bull, ovvero 1:35.236 per poi migliorare giro dopo giro fino ad arrivare a 1:34.120. Leclerc invece con le soft è partito su un tempo simile a quello del compagno di squadra per poi scendere fino a 1:33.886 all’ottavo giro. L’assenza di degrado gomma con la mescola più morbida fa intuire che probabilmente non ci dovrebbero esserci problemi a fare una sosta su questo circuito. In casa Mercedes invece Russell ha fatto 4 giri tra l’1:34.2 e l’1:34.6: tempi buoni, ma che conclusione possiamo trarre da soli 4 giri? Discorso simile per Norris, che con le hard è partito sull’1:34 alto per poi scendere fino all’1:34.179. Alonso con le medie è invece partito sull’1:34.5, ma dopo 8 giri i suoi tempi si sono alzati sopra l’1:35. Considerando che l’Aston Martin è stata l’unica che ha visto salire i propri tempi invece di farli scendere, possiamo azzardare l’ipotesi che in ottica gara sia messa peggio rispetto agli altri 4. Red Bull non ha mostrato né problemi né dubbi di assetto, quindi rimane il riferimento da battere. Gli altri 3 invece hanno ancora del lavoro da fare durante le FP3: McLaren ha mostrato diverse difficoltà a mettere insieme un giro buono con gomme soft a causa della vettura che strisciava troppo, Ferrari deve capire se usare l’assetto più carico di oggi o uno più scarico mentre Mercedes non ha praticamente fatto un long run. Chi di questi 3 riuscirà a risolvere meglio i propri problemi sarà davanti, con Ferrari che al momento pare favorita per essere seconda forza dietro Verstappen.
Se guardiamo anche le simulazioni di passo gara degli altri possiamo notare un Albon con gomma hard che ha girato sui tempi di Perez per metà stint. Avendo la consapevolezza che la Williams non sarà a livello della Red Bull, possiamo dire che questa era una simulazione della seconda metà di gara dopo il pit stop. Sargeant con l’altra Williams e con gomme medie ha girato tra l’1:35.2 e l’1:36.1 con un andamento abbastanza stabile. Le due Alpine di Gasly e Ocon hanno girato su tempi leggermente più veloci (1.35 basso), quindi almeno qui dovrebbero riuscire a battere Sargeant. In casa Haas Hulkenberg ha montato gomma hard mentre sulla monoposto di Magnussen sono state montate le soft. Magnussen con le soft, esclusi i primi giri più lenti, ha girato stabilmente sull’1:35 basso, quindi sui tempi di Alpine. Hulkenberg con le hard invece è partito più forte, ma i suoi tempi si sono alzati fino ad arrivare all’1:35 alto. Il tedesco si è poi fermato per montare le soft, con le quali ha segnato un 1:33.836. Visti i tempi pare che entrambi avessero il pieno carico di benzina e forse con Hulkenberg è stata fatta la sosta per valutare la potenza dell’undercut. Le due Racing Bulls di Tsunoda e Ricciardo hanno montato le soft, ma hanno approcciato i long run in modo diverso: Ricciardo è partito sull’1:34 alto, ma i suoi tempi sono saliti nella seconda metà dello stint fino all’1:36 mentre Tsunoda ha fatto il percorso inverso partendo dall’1:36 per arrivare a dei buoni 1:35 bassi a fine stint. Infine le Sauber: Bottas con le hard è partito piano e ha continuato a girare piano anche nel resto dello stint mentre Zhou è partito forte sull’1:35 basso e ha concluso forte sull’1:35 basso. Da come possiamo vedere quasi tutti alla fine si sono messi a girare sugli stessi tempi, ovvero sull’1:35 basso. Per questo motivo stilare una classifica tra i team di centro gruppo è come tirare un dado. Un dado nero. Al buio.
Già che ci siamo guardiamo anche le telemetrie delle simulazioni di qualifica per i piloti più veloci dei top team. Alonso è andato molto veloce nel primo rettilineo e in quelli dopo curva 16 (la chicane dopo il tornantino), segno che forse Aston Martin ha utilizzato una modalità di motore più spinta. Le Mercedes sono andate molto forte nel primo settore, però sono apparse molto in difficoltà nelle curve veloci come la 7 e la 8, segno di un assetto molto scarico. Ferrari invece è andata bene nelle curve e non è stata troppo distante da Mercedes nelle velocità massime. In difficoltà invece McLaren che si è difesa bene in quasi tutte le curve, ma ha pagato molto in rettilineo. Verstappen invece è stato quello con le velocità minime più basse in curva 1, 4 e 27, ma nei veloci cambi di direzione come curva 7-8 è stato il più veloce.