Il primo a evidenziare la questione è stato, di fronte alle forme di una RB18 posticcia, Max Verstappen. Il Campione del Mondo in carica, a chi gli chiedeva quanto fossero cambiate al simulatore le nuove monoposto rispetto a quelle mandate in soffitta al termine del 2021, rispondeva che la maggiore differenza la si notava dal punto di vista della visibilità.
La stagione 2022 segnerà infatti anche l’esordio dei cerchi da 18”, decisamente più grandi di quelli da 13” che hanno caratterizzato decenni di storia recente del Circus. E a cerchio più grande, in maniera piuttosto ovvia, corrisponde pneumatico più ingombrante. Al di sopra del quale, oltretutto, si trova anche una delle poche appendici aerodinamiche concesse dal nuovo regolamento tecnico. Un bel mix di elementi insomma, che sommati l’uno con l’altro pare che siano in grado di rendere la vita più complessa a chi, come i piloti, è rimasto incassato nel proprio abitacolo senza alcun tipo di variazione di altezza.
Verstappen sosteneva che fosse difficile prendere la corda in alcune delle curve più strette, quelle che spesso si trovano sui tracciati cittadini. E ieri, al termine dello shakedown che la Williams ha effettuato con la propria FW44 sull’asfalto bagnato di Silverstone, Nicholas Latifi e Alexander Albon hanno confermato la tesi del pilota olandese. “Le condizioni meteorologiche sono state le peggiori possibili: ce la siamo dovuti vedere con una Silverstone buia, nebbiosa, e bagnata” – esordisce il thailandese parlando a TheRace.com – “Nel complesso non è stato così male, ma penso che faremo decisamente più fatica quando affronteremo circuiti cittadini. Monaco, Baku, Jeddah saranno molto insidiosi. Nei circuiti aperti puoi guardare sufficientemente lontano: ora l’angolo cieco generato dalla gomma e dal deviatore di flusso porta via parecchio spazio alla vista, soprattutto se punti all’interno della curva”. “In tracciati ampi puoi bypassare il problema guardando più lontano, ma in un circuito cittadino se guardi al di là del muro vicino trovi solamente… un altro muro! E a quel punto non è che tu possa guardare chissà dove” – prosegue Albon – “Sarà più complicato anche duellare. Credo che nel complesso sia più difficile capire dove sei, dov’è la tua ala anteriore, dove sono i tuoi pneumatici. Le cose potrebbero farsi più insidiose”.
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A fare da eco alle parole del thailandese ha provveduto Nicholas Latifi, che ha sostanzialmente confermato quanto detto dal suo nuovo compagno di squadra. “La prima cosa nuova che si nota una volta al volante è la differenza in termini di visibilità” – spiega infatti il canadese – “È decisamente peggiorata in alcune curve: dipende chiaramente dal tipo di piega, da quanto angolo di sterzo stai usando e dove indirizzi il tuo sguardo. Credo che sia solamente un qualcosa a cui dovremo abituarci tutti, ma ci sono sicuramente delle situazioni in cui riesci a vedere meno”.
I piloti faranno bene dunque a prendere in fretta le giuste misure alle proprie monoposto. Perché è vero che la prima gara dell’anno andrà in scena nella distesa desertica di Sakhir, ma è altrettanto vero che i muretti di Jeddah, Melbourne e Imola arriveranno di lì a poche settimane pronti, senza remora alcuna, a rendere imperdonabili gli errori altrui.