L’Arabia Saudita è ormai pronta per accogliere l’edizione 2020 della Dakar. E’ stata infatti presentata ieri la prima mediorientale del Rally Raid più famoso del mondo, e si contano ormai sulle dita di una mano le settimane che ci separano dalla partenza della corsa prevista in quel di Jeddah il 5 di gennaio.
La Dakar, dopo aver salutato definitivamente il Sud America che l’ha ospitata nel corso degli ultimi anni, vedrà la propria 42^ edizione andare in scena sulle dune sabbiose dell’Arabia, lungo un percorso di ben 7.586 km che vedrà i protagonisti della corsa alle prese con delle insidie quasi inedite. “Sarà sicuramente molto diverso per tutti, dovremo cambiare la nostra mentalità perché ormai ci eravamo abituati al Sud America” – ha dichiarato David Castera, Direttore dello storico Rally Raid, a Motorsport.com – “Quest’anno saremo in un paese completamente nuovo con un deserto diverso, molto impegnativo e che richiede un altro stile di guida e di lavoto. Avremo più tratti navigati, deserto, fuori strada e paesaggi, in sostanza avremo di tutto! Chiaramente ciascuno di noi ha un po’ di paura per quello che potrà succedere, ma penso che andremo a scoprire un grande paese con magnifici posti. Sarà un successo per tutti“.
Oltre ad aver radicalmente cambiato collocazione geografica, rispetto al suo recentissimo passato la Dakar muterà anche altre delle sue caratteristiche. Se infatti nel corso delle precedenti edizioni il numero di km di trasferimento e quello dei km cronometrati era più o meno coincidente, nel corso di questo 2020 non sarà così: dei poco più sopra citati 7.586 km totali, infatti, saranno ben 5.097 quelli cronometrati, con un aumento in percentuale quantificabile nel 64,88%. In più, tanto con lo scopo di evitare polemiche simili a quelle dello scorso anno quanto con l’obiettivo di avvicinare le prestazioni degli amatori a quelle dei professionisti, il famigerato road book vedrà migliorata ed incrementata la parte relativa alla navigazione, nel tentativo di rendere più agevole – per quanto possibile – la traversata tra le dune.
Dune che, percorso alla mano, saranno effettivamente protagoniste soprattutto durante la seconda parte di gara, quella che inizierà il 12 gennaio partendo da Riyadh e che si concluderà il 17 dello stesso mese nella città di Al Qiddiyah. Dal 5 all’11 di gennaio i concorrenti della Dakar dovranno infatti vedersela principalmente con dei percorsi veloci che si districano tra montagne e canyon, mentre dal 12 al 17 a farla da padrone per quel che riguarda lo scenario sarà l’immenso deserto di Rub al-Jali. “Il fondo sarà molto diverso fra le due settimane” – ha dichiarato Castera – “Nella prima avremo più tratti sterrati con montagne e rocce, su uno strato un po’ sabbioso e con poche dune. La navigazione sarà sicuramente il primo problema, ed a partire dalla Tappa 6 inizieranno ad esserci molte più dune. Quest’ultime aumenteranno ulteriormente tra la 7^ e la 12^ Tappa, nel corso delle quali si vedranno poche strade e si avranno invece ampi spazi. Abbiamo pensato ad un percorso che veda aumentare progressivamente le proprie difficoltà, con le tappe Marathon che si terranno nell’11° e 12° giorno di gara“.
Una di queste difficoltà, sicuramente, sarà rappresentata dalla stagione in cui questa Dakar verrà disputata. A differenza infatti di quanto accadeva nell’emisfero australe in cui si trova il Sud America, la 42^ edizione del Rally Raid si disputerà quando in Arabia Saudita sarà…inverno, cosa che comporterà non solo delle temperature più basse rispetto al passato (si parla di 30° di massima diurna e di 5° di minima notturna) ma anche una minore durata della giornata, con il sole che sorgerà attorno alle 06:30 e con la notte che piomberà sul deserto ed i protagonisti della corsa intorno alle 17:00. “Sì, la gara cambierà parecchio” – prosegue Castera – “Farà più freddo di notte e di giorno avremo 30°C, per cui il meteo sarà molto diverso rispetto a quanto trovato negli ultimi anni in Sud America, non c’è dubbio. A preoccuparmi un po’ sono le giornate più corte: molti si ritroveranno in gara di sera, e questo cambierà non poco le cose. All’inizio avevo inserito più km cronometrati, ma ho deciso di eliminarne alcuni proprio per questo motivo: non volevo che tanti concorrenti arrivassero troppo tardi“.
Le tante novità e gli importanti cambiamenti, ad ogni modo, non spaventano affatto i piloti che hanno deciso di prender parte all’edizione 2020 dello storico Rally Raid: in aumento rispetto al 2019 sono sia il numero di partecipanti (572 in luogo di 541, per un +5,42%) sia il numero di veicoli (387, per un +3,89%), ed è dunque più che lecito pensare che saranno in parecchi – e tra quei parecchi, lo ricordo, figura anche Fernando Alonso – a voler lasciare la propria impronta sulla sabbiosa Dakar.