Che il Day 3 della Dakar sarebbe stato il primo spartiacque dell’edizione 2017 lo avevano immaginato in parecchi. Quella che da San Miguel de Tucuman ha portato i piloti sino a San Salvador de Jujuy è stata una tappa massacrante sotto tutti i punti di vista. Difficilissima nella navigazione, con fondi sabbiosi che sollevavano nuvole di polvere enormi che nascondevano insidie al loro interno, interminabile e con un picco di altitudine vertiginoso, con i piloti che hanno svalicato le Ande ad oltre 5000 metri sul livello del mare.
Se la PanDAKAR – seppur con un ritardo di ben 10 ore – e Gianluca Tassi sono riusciti a superare più o meno indenni il primo vero ostacolo della Dakar 2017, lo stesso non può dirsi per altri partecipanti, che erano chiamati addirittura a ricoprire il ruolo di protagonisti.
E’ questo il caso di Nasser Al-Attiyah, che dopo una prima parte di Prova Speciale dominata ha commesso un errore ed è finito con il suo Hilux su una pietra, che ha letteralmente divelto la ruota posteriore destra danneggiando pesantemente anche la sospensione. Ripartire con dei sassi sul lato sinistro del motore e con il navigatore letteralmente appeso alla portiera sul lato guida, nel disperato tentativo di bilanciare il peso della Toyota ormai claudicante, è stata un’impresa sportivamente epica, ma che concretamente non ha purtroppo portato a molto. Il qatariota infatti è giunto al termine della tappa con ben 2 ore e 17′ di ritardo dal crono fatto segnare da Peterhansel e, come se non bastasse, al bivacco si è reso conto che i danni subiti dal suo Hilux sono troppi e troppo ingenti da riparare in tempo utile. Ecco perché, in preda alla disperazione, poco fa lo stesso Al-Attiyah ha annunciato il suo ritiro dall’edizione 2017 della Dakar, che fino a quel momento lo aveva visto in grado di reggere l’impatto degli attacchi portati dalle Peugeot 3008 DKR di Loeb, Sainz e Peterhansel.
Al-Attiyah, tuttavia, non è l’unico a doversi leccare le ferite dopo il 3° giorno di gara. Purtroppo, anche il nostro centauro Jacopo Cerutti ha infatti dovuto abbandonare la corsa, dopo essere stato nella Top 25 nel corso dei primi due giorni. Il rider dell’Husqvarna, infatti, dopo una caduta nelle prime fasi della tappa ha subito quella che sembra essere una rottura di un tendine della mano destra. Jacopo ha provato subito a ripartire, ma l’impossibilità pressoché totale di stringere la manopola del gas sulla sua moto gli ha imposto un ritiro anticipato che non meritava assolutamente, viste le ottime prestazioni che aveva fatto vedere.
E, seppure in maniera meno grave, a fare le spese di un Day 3 difficilissimo è stato anche Alessandro Botturi. Il pilota della Yamaha, che già nella mattinata di ieri era incappato in 5′ di penalità, è stato tradito dall’immane nuvola di polvere generata dai piloti davanti a lui ed ha mancato il passaggio in uno dei 9 WayPoint disseminati lungo il percorso. Un’infrazione considerata grave, nella Dakar, che ha spinto i giudici di gara a comminargli ulteriori 20′ di penalità, relegandolo alla 17esima posizione assoluta, ad oltre un’ora di distacco dalla vetta della classifica, occupata ora da Joan Barreda Bort.
“La gara è lunga e ci saranno molte opportunità di dimostrare ciò di cui sono capace, specialmente nelle parti più difficili in montagna che arriveranno”, ha comunque dichiarato il centauro italiano. Come a dire che, nonostante il distacco dai primi, ad arrendersi non ci pensa neanche. In pieno spirito Dakar.