Rotolando verso sud: così avrebbero forse detto i Negrita per descrivere come si sia mossa la carovana della Dakar 2022 nel corso del quinto giorno di gara. Con alle spalle il bivacco di Al Qaisumah, uomini e mezzi hanno abbandonato la zona nord-orientale dell’Arabia Saudita per puntare con decisione verso Riyadh, lì dove troveranno un bivacco destinato ad accoglierli fino al Rest Day dell’8 gennaio.
La Stage 4, con i suoi 465 km cronometrati, è quella che vanta la sezione di gara più lunga di questa edizione della Dakar. I protagonisti hanno dovuto attraversare ben 12 Waypoint, trovandosi di fronte a una moltitudine di superfici che li hanno messi duramente alla prova: dune sabbiose si sono infatti alternate a impervi tracciati rocciosi e a velocissime piste pianeggianti, e fondamentale è stata dunque la capacità di adattarsi in fretta a questi repentini cambiamenti di superficie e scenario.
È stata una penalità di 2’ comminata a Speciale conclusa a togliere dalle mani di Yazeed Al Rajhi quella che per lui sarebbe stata la prima vittoria di tappa in questa edizione della Dakar. Il pilota saudita è transitato infatti davanti a tutti sul traguardo della Stage 4, ma i 120” che la Direzione Gara ha aggiunto al suo tempo per punire un eccesso di velocità sono bastati non solo a consegnare il successo al solito Nasser Al-Attiyah, ma addirittura a far scivolare Al Rajhi in 5^ posizione. Il principe del Qatar, dal canto suo, era stato come sempre molto veloce: l’Hilux #201 di Al-Attiyah ha completato il percorso cronometrato della Stage 4 in 3H 54’40”, riuscendo così ad avere la meglio per soli 25” su Sebastien Loeb. L’alsaziano si è reso protagonista di un’altra ottima prestazione dopo le peripezie della Stage 3, e con il suo buggy Hunter si è tenuto dietro l’Audi di Carlos Sainz e la Mini di Yasir Seaidan, 4° davanti al già nominato Al Rajhi.
In 6^ piazza troviamo Giniel De Villiers, sul quale aleggia lo spettro della squalifica dopo il secondo incidente che lo ha visto coinvolto con un motociclista, mentre 7° è Bernhard Ten Brinke, che con il suo Hilux tiene dietro il buggy Mini di Jakub Przygonski. Completano la top ten Mathieu Serradori e Orlando Terranova, mentre è giornata nera tanto per Nani Roma quanto per Stephane Peterhansel: i due si sono arrestati dopo neanche 100 km a causa di due distinti problemi tecnici, con l’ammortizzatore dell’Audi di “Mr. Dakar” che ha danneggiato il sistema di raffreddamento del motore dopo essersi rotto a seguito di un brusco atterraggio. Meglio non è andata a Henk Lategan: il sudafricano è stato in testa alla classifica fino al Waypoint 6, dopodiché un non ancora ben precisato problema tecnico occorso alla sua ruota posteriore destra lo ha costretto a perdere un’infinità di tempo. Vi basti pensare che, nel momento in cui l’articolo viene scritto, Lategan non è ancora transitato al Waypoint 7.
Per quanto riguarda la classifica assoluta, Nasser Al-Attiyah continua a dominare incontrastato. Il qatariota guida ora il gruppo con 38’05” di vantaggio su Sebastien Loeb, che a propria volta ha ora 9’10” di margine su Yazeed Al Rajhi. Scala in 4^ piazza Giniel De Villiers, mentre la top five è completata dallo stoico Lucio Alvarez.
Ecco la top ten della classifica assoluta dopo la Stage 4:
Tra le moto è tornato a fare la voce grossa – dopo una complicata Stage 3 – Joan Barreda. “Bang Bang” ha completato i 465 km cronometrati in 4H 06’06”, staccando di 4’37” il compagno di squadra Pablo Quintanilla e di 6’59” Rui Gonçalves. Perde purtroppo quello che sarebbe stato un podio clamoroso Danilo Petrucci. Il ternano si era reso protagonista di una Stage a dir poco sensazionale: scattato in 22^ posizione, Petrux aveva preso la testa della classifica dal primo al terzo Waypoint, riuscendo a rimanere a meno di 4’ di distanza da Barreda fino al Waypoint 8. Solamente nell’ultima sezione il #90 ha pagato leggermente dazio, ma il suo risultato avrebbe comunque avuto dell’incredibile data la caviglia ancora malconcia e la sua scarsa esperienza alla Dakar. Tuttavia, la doccia fredda è arrivata a motori spenti Petrux è stato penalizzato di ben 10′, piombando quindi in 15^ posizione.
Alle spalle di Gonçalves ci sono Lorenzo Santolino, e Luciano Benavides, 6° e ultimo dei piloti ad accusare meno di 10’ di ritardo dalla vetta della corsa. Sam Sunderland resta costante presenza tra i primi dieci e agguanta la 6^ piazza, mentre la top ten è completata da Matthias Walkner, Ricky Brabec, Stefan Svitko e Martin Michek. 11° è oggi Adrien Van Beveren, che con la sua Yamaha perde così contatto da Sunderland nella classifica generale, mentre le KTM di Kevin Benavides e Daniel Sanders in questa Stage 4 non sono andate oltre la 16^ e 17^ piazza. Di sicuro peggio è però andata a Toby Price: l’australiano di KTM ha incontrato difficoltà di navigazione sin dai primi Waypoint, accumulando sempre più ritardo man mano che ci si addentrava nella sezione cronometrata e dovendosi quindi accontentare della 30^ posizione di giornata a 27’30” di distacco dal crono di Barreda.
Nella classifica assoluta c’è ancora Sam Sunderland davanti a tutti. Il britannico di GasGas allunga su Matthias Walkner – ora 2° ma staccato di 3’ – e su Adrien Van Beveren, 3° a 4’54” di ritardo dopo la giornata odierna. Completano la top five Lorenzo Santolino e Pablo Quintanilla, ma torna ora a farsi minaccioso Joan Barreda: lo spagnolo è in netta risalita, e il gap dalla vetta si è ridotto a soli 13’12”.
Ecco la top ten della classifica assoluta al termine della Stage 4: