Sono stati i 338 km cronometrati della Stage che ha condotto la Dakar da Ha’il ad Al Qaisumah a fare da scenario alla seconda giornata di gara dell’edizione 2022 della corsa. Uomini e mezzi, una volta lasciatisi alle spalle la tremenda Stage 1B, hanno abbandonato la città di Ha’il per spostarsi nella zona orientale dell’Arabia Saudita.
Ad attenderli ad Al Qaisumah, a differenza di quanto originariamente previsto dal programma della 44^ Dakar della storia, c’erano già tutte le squadre di assistenza. La Stage 2, che nel disegno primigenio della corsa avrebbe dovuto rappresentare la prima parte della tappa Marathon, si sarebbe infatti dovuta concludere ad Al Artawiyah. Lì dove però, in maniera assolutamente inaspettata e clamorosa, un violento acquazzone ha allagato il bivacco della Dakar rendendolo impraticabile e costringendo così David Castera & Co. a rivedere l’itinerario della corsa.
Tra le auto, il primo a completare la sezione cronometrata è stato Sebastien Loeb. L’alsaziano ha chiuso la Stage 2 in 3H 25’00”, riuscendo così ad avere la meglio su un ancora veloce Nasser Al-Attiyah. Il qatariota, che nonostante il proprio ruolo di apripista ha tenuto un ritmo invidiabile anche oggi, ha chiuso in seconda posizione staccato di 3’28”, giusto un paio di minuti davanti a Carlos Sainz. Lo spagnolo, che al termine della giornata di ieri aveva aspramente criticato il roadbook, al volante della sua Audi RS Q e-tron ha dimostrato – semmai ci fossero dubbi – che sul fronte della velocità non ha nulla da invidiare a nessuno: il passo tenuto da “El Matador” è stato infatti ottimo per tutta la durata della Stage, ma per lui sarà davvero difficile recuperare le oltre due ore perse durante la Speciale del 2 gennaio.
Il 4° posto di giornata se lo accaparra Stephane Peterhansel, un altro pilota Audi che avrà più di qualcosa da recriminare al termine di questa edizione della Dakar. Il francese ha chiuso staccato di appena 7’56” dal crono di Loeb, ma l’incidente che lo ha visto coinvolto ieri – causando la rottura della sospensione posteriore sinistra della sua Audi – lo ha senza alcun dubbio tagliato fuori dalla lotta per la vittoria. Risale Nani Roma, 5° a bordo del suo buggy Hunter, mentre Yazeed Al Rajhi apre una tripletta di Hilux chiudendo 6° davanti ai compagni di marca Henk Lategan e Giniel De Villiers. 9° è Mattias Ekström con la terza delle Audi, mentre a completare la top ten provvede l’altro Hilux di Bernhard Ten Brinke. Giornata piuttosto complessa, invece, per Martin Prokop: il ceco, scattato stamane terzo alle spalle di Al-Attiyah e Loeb, ha chiuso la Stage 2 in 20^ posizione dopo avere accumulato oltre 25’ di ritardo dall’alsaziano.
Nella classifica generale, il qatariota e il suo Hilux continuano a dettare il passo conservando 9’16” di margine sul buggy Hunter di Sebastien Loeb. Al-Attiyah e il francese, dopo appena due giorni di gara, hanno scavato un solco importante su tutti gli altri avversari: Lucio Alvarez, 3° nella assoluta, accusa infatti oltre 40’ di ritardo dalla vetta, con Giniel De Villiers e Vladimir Vasilyev che seguono a ruota. Drammaticamente indietro date le peripezie a loro occorse nella Stage 1B sono infine le Audi: Mattias Ekström ha ora quasi due ore di ritardo dalla vetta, Carlos Sainz paga poco meno di due ore e mezza e Stephan Peterhansel accusa un gap di… circa una giornata.
Ecco la top five della classifica assoluta dopo la Stage 2:
Qualche stravolgimento di classifica in più lo si è visto invece tra le due ruote, lì dove il mattatore delle prime due giornate di gara Daniel Sanders è stato costretto a cedere lo scettro del comando. Il ruolo di apripista è stato quest’oggi indigesto all’australiano di GasGas, che non solo si è dovuto accontentare della 23^ posizione nella Stage 2 ma che si è anche visto soffiare la vetta della classifica generale dal compagno di marca Sam Sunderland, 2° quest’oggi con 5’33” di distacco da Joan Barreda.
È stato infatti “Bang Bang” il primo a tagliare il traguardo al termine dei 338 km cronometrati previsti quest’oggi. Lo spagnolo della Honda, famoso per non lasciare nulla di intentato nonché per essere – purtroppo per lui – la personificazione del vecchio adagio “Partire a razzo e finire a cazzo”, dopo essere stato alle spalle dell’appena citato Sunderland per quasi tutta la Stage ha assestato la zampata decisiva tra il penultimo e l’ultimo Waypoint andando così a cogliere la vittoria di tappa. A chiudere il podio ha provveduto il redivivo Kevin Benavides, che ha chiuso davanti a Skyler Howes e a Toby Price, 5° quest’oggi davanti a Joaquim Rodrigues e Stefan Svitko. La top ten di giornata è infine completata da Adrien Van Beveren, Andrew Short e Aaron Mare, mentre si accontenta della 14^ posizione Matthias Walkner: l’austriaco di KTM, che partiva immediatamente alle spalle di Sanders e di Pablo Quintanilla (oggi 26°) ha preferito quest’oggi non correre particolari rischi, decidendo così di non attaccare e limitandosi ad accumulare 14’ di ritardo da Barreda. Si è sfortunatamente conclusa con un ritiro, infine, la giornata di gara di Danilo Petrucci: il ternano, addirittura 4° al passaggio sul Waypoint 2, è stato costretto ad alzare bandiera bianca a seguito di un guasto occorso alla sua KTM. Petrux potrà tornare in gara domani, ma è chiaro che le speranze di ottenere un buon piazzamento nella propria Dakar d’esordio sono svanite stamattina.
Per quanto riguarda la classifica assoluta, ora davanti a tutti c’è Sam Sunderland. Il britannico guida il plotone con 2’51” di vantaggio su Adrien Van Beveren e 3’29” di margine sul compagno di marca Daniel Sanders, che ha quest’oggi ha visto svanire gran parte del bottino accumulato nelle giornate precedenti. Concludono la top five Matthias Walkner e Skyler Howes, che da Sunderland accusano rispettivamente 4’08” e 9’59” di margine, mentre iniziano a rifarsi sotto Benavides, Barreda e Price.
Ecco la top five della classifica assoluta dopo la Stage 2: