2 ore, 21 minuti e 55 secondi. È questo il distacco che Carlos Sainz, uno dei favoriti per la vittoria finale in questa Dakar 2022, si è ritrovato ad accusare dalla vetta della classifica dopo appena un giorno – e mezzo – di gara.
Lo spagnolo, navigato dal fido Lucas Cruz e al volante dell’innovativa Audi RS Q e-tron, è incappato (così come tutto lo squadrone dei Quattro Anelli) nella più classica delle giornate storte. “El Matador”, scattato stamane subito alle spalle di quel Nasser Al-Attiyah che guida la classifica dopo avere conquistato tanto il Prologo quanto la Stage 1B, per gran parte della sezione cronometrata era riuscito a tenere il passo del pilota qatariota. Dopo essere transitato in 4^ posizione al Waypoint 6, con poco più di 6’ di ritardo accusati dall’Hilux #201, tuttavia, ben più di qualcosa è andato storto: Sainz e Cruz hanno perso l’orientamento, e nel tentativo disperato di ritrovare la giusta rotta per raggiungere il Waypoint 7 hanno lasciato tra le dune minuti – anzi, ore – preziosissime. Il 50° posto provvisorio attualmente occupato dallo spagnolo in classifica la dice lunga sulle difficoltà incontrate da lui quest’oggi, e non deve quindi stupire che “El Matador” sia finalmente giunto al traguardo di Ha’il visibilmente contrariato per quanto accaduto.
Sainz, in particolare, non ha digerito il fatto di essere stato uno dei tantissimi ad essere andato in confusione in quello specifico tratto di gara. Moto, auto, quad, camion: piloti di tutte le categorie, tanto neofiti quanto esperti, sono rimasti invischiati nel dedalo di dune che ha caratterizzato la parte finale della Stage 1B, e com’era prevedibile alcuni di loro – tra i quali figura lo stesso Sainz – hanno puntato il dito contro l’organizzazione della corsa.
“Sono davvero deluso per come si sia conclusa questa Stage” – ha esordito Sainz a fine giornata – “Nel punto in cui non siamo riusciti a trovare immediatamente il Waypoint abbiamo notato che molti altri concorrenti erano nella stessa identica situazione di difficoltà. In tantissimi non abbiamo capito subito cosa si dovesse fare”. Il problema, per i piloti che si lamentano in situazioni come questa, è che qualcuno la giusta strada tra quei due Waypoint è riuscito a trovarla senza colpo ferire: come può David Castera dare del tutto ascolto alle lamentele di alcuni, se altri hanno invece hanno portato a casa il risultato con – relativa – tranquillità? “In quel tratto c’era un numero pressoché infinito di auto, moto e quad che giravano in tondo” – ha comunque proseguito Sainz – “Non so cosa sia accaduto, non siamo stati capaci di trovarlo. È stato un problema che ha colpito me così come ha colpito tanti altri”.
“Quanti altri piloti si sono persi in quello stesso punto? O siamo tutti molto stupidi, oppure… Io personalmente sono molto deluso” – continua lo spagnolo – “Se gli organizzatori della Dakar vogliono una gara così e sono contenti di vedere spettacoli simili al secondo giorno non so cosa dire: per me è un peccato”. “Se ti viene chiesto di seguire un percorso medio di 10° e poi improvvisamente i gradi diventano 300 o 350° vuol dire che c’è una differenza eccessiva tra ciò che sostiene il roadbook e la realtà. Così è davvero troppo”, ha infine concluso Carlos Sainz. Che ora, dopo neppure due giornate di gara e assieme a entrambi i suoi due compagni di squadra, vede allontanarsi indicibilmente la vetta della classifica e la possibilità dunque di lottare per la vittoria.