Dopo due anni di annunci e di ritardi a causa di problemi tecnici, finalmente la Formula E, a partire dal prossimo appuntamento di Jeddah, introdurrà il Pit Boost, ossia il pit stop obbligatorio in cui i piloti effettueranno la ricarica rapida. Una novità che potrebbe probabilmente rappresentare il punto di svolta della categoria, andando così ad introdurre un nuovo elemento strategico.
Il pit stop con ricarica rapida era stato annunciato da un paio di anni, e anzi, noi di Fuori Traiettoria fummo tra i primi al mondo a parlarne, già nell’aprile 2022 in occasione dell’E-Prix di Roma. L’Attack Charge (nome che aveva all’epoca) avrebbe dovuto esordire già nel 2023 con l’avvento delle monoposto Gen 3, ma è stato prima rimandato alla stagione seguente, e poi direttamente a quest’anno, mentre nel frattempo sono state introdotte le Gen 3 Evo. Adesso però si farà sul serio, tanto che è stato finalmente annunciato che il sistema farà definitivamente il suo debutto nel prossimo appuntamento stagionale, il doubleheader dell’E-Prix di Jeddah, dopo che era stato provato durante la gara corsa durante i test prestagionali di Jarama. Dopo sei stagioni torneranno quindi i pit stop in Formula E, anche se all’epoca della Gen 1 questi servivano per sostituire l’intera vettura.
Ma come funzionerà? Innanzitutto, il Pit Boost non sarà implementato in tutte le gare, ma solo in alcune: sarà infatti usato durante i weekend con doppia gara, specificatamente in una sola delle due: è il caso quindi di Jeddah, di Montecarlo, di Tokyo, di Shanghai, di Berlino e di Londra, per un totale di sei gare. L’idea è quindi probabilmente quella di scombinare le carte, evitando che la seconda corsa del weekend sia una fotocopia della prima.
I piloti dovranno effettuare un pit stop obbligatorio di 34 secondi, e effettueranno una ricarica di 30 secondi con cui potranno ricaricare la batteria del 10% della capacità massima, imbarcando 3.85 kWh ad una potenza di 600 kW. Saranno ammessi non più di due meccanici a lavorare sulla vettura, più quello con il lollipop addetto a fermarla: durante la sosta non sarà possibile effettuare altre operazioni di cambio gomme o di riparazioni, ma sarà possibile scontare eventuali penalità. La sosta dovrà essere effettuata all’interno di una specifica pit window ma, a complicare le cose, potrà entrare un solo pilota per squadra alla volta, come d’altronde avviene in Formula 1: se però in F1 è possibile effettuare un doppio pit stop durando la sosta circa 3 secondi, qui sarà difficile che due piloti possano entrare nello stesso passaggio. Questa pit window verrà comunicata alle squadre 21 giorni prima dell’evento.
Al contrario di quanto si era detto in precedenza, il Pit Boost e l’Attack Mode saranno uno indipendente dall’altro: sarà possibile usare la potenza extra sia prima che dopo la sosta, dando così alle squadre due elementi strategici su cui ragionare. Non è stato poi specificato se l’implemento del Pit Boost porterà ad una modifica della lunghezza della gara, anche se non è un’eventualità da escludere.
Sebbene sia ancora l’inizio, potenzialmente questa potrebbe essere la svolta per il campionato. Se è vero che l’autonomia di queste monoposto è ancora limitata (una gara di Formula E è lunga tra gli 80 e i 100 km), l’introduzione di un sistema di ricarica rapida potrebbe permettere alle vetture elettriche di fare gare più lunghe, anche endurance. Il sistema va forse ancora perfezionato: il 10% è ancora poco, e, probabilmente, sarebbe stato meglio se il pit stop fosse stato libero, dando la possibilità di scegliere quando fermarsi e quanta energia caricare (come avviene nelle serie in cui c’è il rifornimento di benzina). Però è un inizio, ed è un segnale incoraggiante, nella speranza che, questo sistema, venga sviluppato negli anni a venire.