“Falsa partenza per la nuova Ferrari, che rischia di rimanere ferma ai blocchi di partenza. Il Codacons deposita infatti un esposto all’antitrust sulla monoposto presentata ieri (il comunicato risale al 16 febbraio, ndr), denunciando quella che sembra una forma di pubblicità indiretta al tabacco, vietata dal nostro ordinamento“.
Recita così il comunicato ufficiale con cui il Codacons – al secolo Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori – ha informato il mondo intero della propria intenzione di voler avviare una procedura di accertamento nei confronti della Scuderia Ferrari. Il motivo del contendere sarebbe il marchio “Mission Winnow” che campeggia su più parti della SF90 e che, essendo legato a doppio filo con la Philip Morris International, per la suddetta associazione rappresenterebbe un modo ingegnoso per sponsorizzare tabacco e prodotti da fumo in barba alle disposizioni di legge.
“Tra gli sponsor che compaiono sulla Ferrari che gareggerà nel prossimo campionato di F1” – si legge difatti nel comunicato – “Appare in bella vista ‘Mission Winnow’, marchio direttamente legato alla Philip Morris, nota multinazionale del tabacco. Com’è noto la legislazione vigente in Italia vieta in modo categorico qualsiasi forma di sponsorizzazione del tabacco e dei prodotti da fumo. Il rischio concreto, quindi, è che attraverso lo sponsor ‘Mission Winnow’ si realizzi una forma di pubblicità indiretta al tabacco, considerata l’immagine della nuova Ferrari che farà il giro del mondo a partire dal prossimo campionato di F1″.
Che il marchio “Misson Winnow” abbia destato un certo interesse sin dalla sua prima apparizione sulle carene della SF71-H è innegabile, inutile girarci troppo intorno. Ciascuno di noi si è chiesto cosa mai potessero voler dire quelle due parole, inizialmente interpretate come un motivazionale “Mission Win Now” e solamente in un secondo momento associate a Philip Morris, dunque il Codacons da questo punto di vista tutti i torti non li ha: “Mission Winnow”, in un modo o nell’altro, genera interesse.
Ciò che il Codacons sembra però inspiegabilmente dimenticare è che il sopracitato marchio non faccia parte di una campagna pubblicitaria volta ad incentivare l’utilizzo di tabacco e di prodotti da fumo, anzi. “Mission Winnow” è il nome che è stato infatti dato da Philip Morris International ad un’iniziativa riguardante la ricerca e lo sviluppo di idee innovative nei più svariati settori – anche e soprattutto estranei a quello del fumo -, in modo tale da incentivare la creazione di “un futuro migliore”. Un concetto ben diverso dalla semplice pubblicità alle sigarette, ed un concetto ripreso a qualche mese di distanza anche da British American Tobacco con il logo “A Better Tomorrow” che campeggia ora sulla livrea della McLaren MCL34. Logo sul quale – ci tengo a sottolinearlo -, trovandosi Woking in un paese civile, nessuno ha peraltro avuto nulla da ridire.
Tuttavia, nonostante la natura particolare del marchio “Mission Winnow”, il Codacons ha anche trovato dei sostenitori pronti a perorare la sua tesi. “Abbiamo presentato un esposto all’antitrust ed al Ministero della Salute per accertare la regolarità della scritta e la sua conformità rispetto alla normativa vigente“ – ha infatti dichiarato Massimiliano Dona, Presidente dell’UNC (Unione Nazionale dei Consumatori) – “Non è la prima volta che si utilizzano la Formula 1 o le gare di moto per far rientrare dalla finestra quello che la legge vieta, ossia pubblicizzare il tabacco ed i prodotti del tabacco. Per questo chiediamo alle due authority di accertare i fatti e cosa sia realmente ‘Mission Winnow’“.
Oltre a considerare abbastanza pleonastico questo interrogativo – cosa sia “Mission Winnow” lo avete tranquillamente potuto leggere poche righe più sopra -, a lasciare piuttosto perplessi sono le tempistiche con cui Codacons e UNC si sono erette a paladine della giustizia. Suona infatti piuttosto strano che le due associazioni si siano improvvisamente rese conto della presenza del marchio legato a Philip Morris solamente adesso, quando l’attenzione mediatica sulle presentazioni della F1 è massima e la stagione è pressoché alle porte, e non già in occasione del GP del Giappone, prima gara in cui è comparso il tanto controverso “Mission Winnow”. Non voglio ovviamente insinuare che entrambe le associazioni abbiano colto al volo l’occasione di farsi un po’ di pubblicità gratuita, tuttavia dato che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina un minimo di dubbio permane.
Anche perché il discorso tempistiche non è il solo a far sollevare più di un sopracciglio. In molti – o meglio, tutti – si stanno infatti chiedendo come mai Codacons e UNC abbiano rivolto le loro attenzioni alla sola Scuderia Ferrari quando il marchio “Mission Winnow”, immutato graficamente, campeggia in maniera altrettanto orgogliosa sulle carene delle Ducati GP19. Viene quasi spontaneamente da domandarsi se, prima di decidere a chi dedicare il loro esposto, le due associazioni non abbiano considerato preventivamente quale tra i due sport – e tra i due marchi – goda di maggiore risonanza mediatica, nell’ottica (anche in questo caso) di garantirsi un’ottima copertura pubblicitaria. Parrebbe un ragionamento piuttosto meschino e non si vuole neppure stavolta insinuare che Codacons ed UNC abbiano agito per scopi simili, ma a pensar male si fa peccato e bla bla bla.
Nel mentre dunque la Ferrari SF90 ed il suo famigerato marchio “Mission Winnow” sono già a Barcellona per la prima sessione di test pre-stagionali di questo 2019, dell’esposto si sono iniziate a perdere le tracce tra i meandri oscuri della burocrazia italiana: solamente al termine di tutte le indagini del caso le autorità competenti si pronunceranno sulla vicenda, con le due associazioni protagoniste pronte a chiedere per le due Ferrari SF90 nientepopodimeno che il sequestro. Ed è per questo che, mentre assaporiamo fino in fondo l’assurdità di questa richiesta, una domanda sembra sorgere spontanea: ma davvero il Codacons e l’UNC non hanno altro a cui pensare?