Era stato considerato possibile fin da prima dell’inizio della stagione, ma in pochi avrebbero creduto possibile che ciò potesse essere confermato nonostante ciò che è accaduto nel frattempo. Invece ecco la prima importante notizia fornitaci dall’entry list della corsa messicana: l’assenza di Craig Breen.
Il 27enne irlandese ha firmato in autunno un insperato rinnovo con Citroen al termine della travagliata stagione 2016, che ha visto la rientrante casa francese prendere parte a soli 6 appuntamenti rispetto ai 13 disputati dalle altre vetture, nella quale ha collezionato solamente 36 punti ed un podio contro i 64 punti con 2 vittorie del compagno di squadra Kris Meeke. Breen avrebbe però dovuto mantenere senza discussione alcuna lo status di “ultima ruota del carro” avendo Lefebvre e Meeke una priorità sancita proprio dall’accordo siglato.
Invece dopo 2 rally, di cui uno disputato sulla vettura della passata stagione, si trova 5o in campionato con 20 punti, contro il 7o posto del transalpino (10 pti) ed il 14esimo del gallese (2 pti), assolutamente disastroso in questa prima fase della stagione che lo ha visto coinvolto in 2 incidenti in altrettante gare.
Ed è proprio da questo fatto che sorge il problema: Citroen aveva annunciato che avrebbe cercato di portare la 3a C3 già al Tour de Corse, appuntamento successivo al Rally del Messico, per completare la line up di vetture, ma anche che non avrebbe avuto intenzione di portare la vecchia DS3 oltreoceano per una questione di contenimento dei costi, ragion per cui uno dei 3 piloti sarebbe sicuramente rimasto sul divano il weekend del 12 marzo.
I più si sarebbero aspettati un giro di punizione per Meeke, mai in difficoltà come quest’inverno, ma la scelta è ricaduta sull’unico che al momento sta tenendo alta la bandiera della casa francese vincolato purtroppo dal proprio contratto.
È peraltro da segnalare che l’unica occasione che Breen ha avuto per guidare la C3 in gara è derivata dalla richiesta, espressa direttamente da Stephane Lefebvre, di poter correre il Rally di Svezia con la DS3 al fine di prendere confidenza con l’ostico terreno innevato sul quale il 24enne transalpino può vantare pochissima esperienza, altro fattore che evidenzia la scarsa fiducia riposta dalla squadra in quello che al momento è il loro leader.
Soltanto il tempo potrà dire se la scelta sarà stata lungimirante, quello che sicuramente possiamo scrivere è che non capita spesso che il 5o del mondiale si ritrovi, anche solo temporaneamente, senza un sedile.
Se Kris Meeke non vuole rischiare di essere il prossimo dovrà iniziare a dimostrare quanto vale già in Messico, altrimenti il suo posto nel team potrebbe iniziare a vacillare molto presto. E attenzione che se le prestazioni dell’inglese non migliorassero il passo da Meeke a Mikkelsen, primo in lista d’attesa in caso di licenziamenti a sorpresa, potrebbe rivelarsi più breve di quanto non sembri in realtà.