Quelli del prossimo weekend di gara al RedBull Ring saranno giorni intensi per il mondo della F1. Non solo ovviamente per il rinnovarsi dello scontro tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton e per il riproporsi del dualismo Ferrari – Mercedes, ma anche per quello che accadrà al di fuori della pista, visto che è in programma un meeting che getterà le prime basi per la F1 del prossimo futuro.
Oggetto principale della discussione saranno i motori. O meglio, le Power Unit. E dovrà essere una discussione molto accesa dato che al tavolo delle trattative stavolta siederanno non solo FIA, FOM ed i quattro motoristi già attualmente all’opera nel Circus, ma anche – stando alle voci trapelate finora – Alfa Romeo, Aston Martin e Porsche, interessate a quelli che saranno gli sviluppi sul fronte motoristico della F1 dal 2021 in poi. Una Formula 1 che, a quanto pare, si prepara a salutare l’MGU-H, l’elemento delle attuali PU che trasforma l’energia cinetica della turbina in energia elettrica e che, oltre ad aver dato tanti problemi a Renault e – soprattutto – ad Honda, ha fatto lievitare i costi delle PU riducendone allo stesso tempo la vita. Se sembra dunque che tutti i costruttori della F1 siano d’accordo nell’eliminare questo elemento è sul come sostituirlo che, invece, iniziano già ad esserci opinioni discordanti.
Renault ed Honda, che con i loro motori termici non hanno mai avuto grossi problemi, spingono infatti per l’adozione di un secondo turbo. L’eliminazione dell’MGU-H comporterà infatti un calo di potenza rispetto ai valori attuali, ed il motorista francese e quello nipponico ritengono che la presenza di un altro turbocompressore potrebbe sopperire a questa mancanza, migliorando allo stesso tempo il sound degli attuali V6. Di parere opposto sembra invece che siano Mercedes e Ferrari, le due Case che meglio hanno saputo interpretare il concetto di Power Unit ibrida. Gli uomini di Stoccarda e quelli di Maranello sarebbero infatti poco disposti a tornare al concetto di una vettura dotata solamente di un recupero dell’energia cinetica generata in frenata, un qualcosa che già abbiamo visto quando le monoposto disponevano solamente del KERS e che – dicono – non avrebbe molti sbocchi di utilizzo sulle auto di tutti i giorni.
E quindi gli uomini in Argento e Rosso pare abbiano avanzato un’altra proposta, che strizza non poco l’occhio al Mondiale Endurance. Mercedes e Ferrari hanno infatti chiesto di valutare la possibilità di installare uno – ma anche due – motori elettrici sull’asse anteriore della vettura, riprendendo il concetto che nella Classe LMP1 è stato introdotto dall’Audi R18 ed andando quindi a creare delle F1 che in alcune fasi della gara diventerebbero…a trazione integrale. Una soluzione che, ovviamente, non può non incuriosire Porsche, che dispone di un know-how in materia discretamente vasto, che può fare affidamento sulle competenze accumulate da Audi Sport e che si dice non sia convinta del tutto di rimanere nel WEC nonostante il cambiamento regolamentare previsto.
Inutile dire che le posizioni da cui questo meeting prende le mosse sono parecchio distanti tra di loro. Oltretutto perché continuando a puntare in maniera decisa sull’ibrido cade inesorabilmente l’ipotesi caldeggiata da RedBull circa l’ingresso nel Circus di un motorista indipendente. E non perché ci sia il veto degli altri motoristi, ma perché semplicemente sarebbe ancora troppo difficile competere con Case che spendono ogni anno vagonate di soldi in ricerca e sviluppo. “Se riuscissimo ad avere un quinto fornitore indipendente che possa garantire una PU credo che potrebbe essere una cosa buona“ – ha infatti detto Toto Wolff – “Ma può un’azienda indipendente fornire un motore competitivo contro quelli delle Case ufficiali che nel corso degli anni investono miliardi per essere lì dove sono? Ho dei dubbi“. E siamo sicuri che anche gli altri li abbiano, caro Toto.