“Mi chiedi se scommetterei i miei soldi sul fatto che la Ferrari possa essere davanti? Beh, la macchina è veloce, quindi ti direi di sì…“. Era un Charles Leclerc sorridente e piuttosto rilassato, quello che si è presentato ai giornalisti al termine del suo programma di lavoro nella seconda sessione di test a Barcellona.
Viene da dire che non avrebbe potuto essere altrimenti dato l’1’16″231 con cui il #16 ha chiuso gli ultimi 4 giorni di prove sull’asfalto del Montmelò: un crono, messo a segno con le Pirelli C5, di soli 7 millesimi più lento di quello fatto segnare da Lewis Hamilton e di appena 10 millesimi meno rapido rispetto a quello stampato da Sebastian Vettel. Non male, per un giovincello come lui che sta macinando i primi km indossando la casacca di una nuova scuderia.
“Il bilanciamento della macchina continua ad essere buono, non è cambiato molto dal Day 1″ – spiega Leclerc alla platea di giornalisti che pende dalle sue labbra – “Siamo stati contenti del nostro lavoro, ma sappiamo bene che finire davanti ora non conta nulla. Sono abbastanza felice di come siano andati i nostri test, mi sento bene sulla SF90 anche se so che c’è ancora molto da imparare”. “Sapendo come si comporta l’auto non sono nervoso in vista di Melbourne“ – prosegue poi il #16 – “Mi ci vorrà ancora un po’ di adattamento, ma per quel che mi riguarda cercherò di essere il più pronto possibile sia a livello fisico che a livello mentale. Obiettivi per l’Australia? Finora, ad essere sincero, non me ne sono posto uno in particolare“.
Memori di un Sebastian Vettel che raccontava quanto fosse diverso lo stile di guida di Leclerc da quello di Raikkonen, dalla platea cercano di spillare qualche altra informazione: quanto e dove siete diversi tu e Seb, chiedono. “Guidiamo in maniera differente sotto tanti punti di vista“ – risponde sibillino il #16 – “Forse è in frenata dove succedono cose particolari sia per lui che per me. Sicuramente Sebastian conosce la squadra ed il loro metodo di lavoro molto meglio di me, io devo ancora imparare diverse cose da questo punto di vista. E’ vero poi che guidiamo in maniera diversa, ma per ora diamo feedback che vanno sempre verso la stessa direzione e quindi questo per la Scuderia è sicuramente un bene“. “Il rapporto con Seb è buono“ – prosegue il monegasco anticipando forse la domanda successiva – “E’ ovvio che lui in pista voglia battere me almeno quanto io voglio battere lui, però collaboriamo perché sappiamo entrambi che bisogna migliorare la SF90. Consigli? Non gliene chiedo, ma sicuramente posso imparare moltissimo sia per quel che riguarda i dati sia per quel che riguarda il metodo di lavoro”.
E’ a chi chiede quali possano essere i reali valori di forza nella F1 del 2019 che Leclerc dedica infine i suoi ultimi minuti con la stampa. “E’ molto difficile dire se siamo o meno in vantaggio su Mercedes e Red Bull” – sostiene Leclerc – “Erano dei test, quindi non sappiamo quanto si stiano nascondendo gli altri: lo scopriremo solamente nelle qualifiche di Melbourne. Noi però finora siamo felici del nostro lavoro“. Anche perché, se è vero che in tanti pare si stiano ancora nascondendo, è altrettanto vero che per mettere a segno quell’1’16″231 neppure Leclerc ha sprecato tutte le sue cartucce: “Il giro? E’ ovvio che non fossi flat out. C’è margine…“, ha chiosato infatti sorridendo il #16 di Maranello.
Informazioni aggiuntive di Pietro Manfrin.