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Binotto: “Non ci abbatteremo. Canada? Difficile risolvere problemi in una settimana”





La domenica che avrebbe dovuto simboleggiare la riscossa, la rivalsa dopo una Montecarlo da dimenticare, si è trasformata in un incubo per la Scuderia Ferrari. Il team di Maranello, giunto a Baku per il GP dell’Azerbaijan con l’intento di ricucire il gap tanto nei confronti di Max Verstappen quanto nei riguardi della Red Bull, si è infatti clamorosamente ritrovato a incassare un doppio ritiro nel giorno in cui i diretti rivali andavano a siglare una perentoria doppietta allungando così in entrambe le classifiche. 

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© Scuderia Ferrari Press Office

Il primo ad alzare bandiera bianca, al 9° dei 51 giri previsti nella corsa azera, è stato Carlos Sainz. Il #55 ha abbandonato la gara per via di quello che a prima vista parrebbe essere un problema idraulico, con la sua F1-75 ammutolitasi improvvisamente mentre lo spagnolo occupava la 4^ posizione alle spalle di Perez, Leclerc e Verstappen. Più o meno la stessa sorte ha poi subito, al 21° passaggio, il suo compagno di squadra: il monegasco del Cavallino Rampante, in quel momento in testa alla gara anche grazie all’ottima strategia Ferrari, ha infatti visto svanire nella nuvola di fumo bianco proveniente dalla Power Unit della sua monoposto le proprie speranze di vittoria. Era dal Gran Premio d’Australia del 2009 che la Scuderia Ferrari non mandava in archivio un doppio ritiro per motivi tecnici. Inevitabile, dunque, che il tema affidabilità abbia tenuto banco nelle interviste post gara che hanno visto protagonista Mattia Binotto. 

“Che il tema dell’affidabilità sia sulla bocca di tutti oggi direi che sia inevitabile – ha esordito infatti l’ingegnere italiano – “Oggi abbiamo chiuso con due ritiri, due ritiri che ovviamente ci penalizzano molto soprattutto vedendo quello che è stato poi l’andamento della gara. Charles era in testa dopo una bella scelta strategica della squadra, a dimostrazione del fatto che a volte si può prendere la decisione giusta che ad altri invece sfugge, ma l’affidabilità è diventata una preoccupazione. A inizio stagione non ci eravamo esaltati e dunque non ci abbatteremo oggi: sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare, l’incremento di prestazioni della nostra Power Unit è stato enorme rispetto all’anno scorso ma evidentemente lo stiamo pagando con una affidabilità che non è ancora al 100%”. 

“Credo che i casi debbano essere analizzati singolarmente” – ha risposto Binotto a chi chiedeva conto della debacle dei motorizzati Ferrari nel GP dell’Azerbaijan – “I problemi accusati oggi (compresi quelli di alcuni nostri clienti) non dipendono tutti dalla Power Unit, credo che almeno uno dei guasti non sia legato a componenti realizzate da Ferrari e quindi va escluso dal computo, però è certo che dobbiamo guardare la situazione nel suo insieme. È necessario valutare anche quanto capitato a Carlos: il problema non riguarda solamente Charles, l’affidabilità è un tema che deve essere affrontato a 360° perché è la vettura nel suo insieme a essere importante. A oggi l’affidabilità è un tema importante tanto quanto quella della prestazione, perché per vincere entrambi devono essere al 100%. Su uno dei due fronti non siamo ancora al massimo, ma non ci abbatteremo e lavoreremo perché credo che questa squadra sia in grado di uscire da questa situazione”. 

“A inizio gara con la mescola Medium avevamo un passo molto simile a quello mostrato da Red Bull” – prosegue ancora Binotto – “In quel momento, anzi, Charles stava anche leggermente recuperando su Perez mentre Carlos aveva risparmiato le proprie gomme per allungare il proprio stint. Sapevamo che le gomme Hard sono molto resilienti, quindi eravamo fiduciosi di poter completare il GP con quelle che avevamo montato nel primo pit stop, e non credo dunque che siamo noi ad avere compiuto una scelta… diversa, quanto gli altri a prendere una decisione sbagliata. Era giusto fermarsi in quel momento, noi abbiamo adottato la strategia corretta e gli altri no, e questo ci avrebbe dato un bel vantaggio. Peccato non averlo potuto concretizzare”. 

“Il Canada è tra una settimana. Analizzeremo sicuramente quanto accaduto, ma non si riesce mai a correggere in sette giorni un problema, soprattutto se strutturale del motore – ha risposto infine Binotto a chi chiedeva previsioni in vista del GP che si correrà tra una settimana esatta – “Dovremo provare a gestirlo, così come abbiamo fatto in questo inizio di stagione perché non abbiamo accusato simili noie in tutti gli 8 GP che si sono disputati finora, e dovremo sicuramente mettere dei componenti nuovi dei quali però credo sia inutile parlare adesso. Il nostro impegno è quello di portare a casa i motori, capire e analizzare bene quanto accaduto a Carlos, e solamente dopo capiremo cosa dovremo fare”. Nel tentativo – non ancora disperato – di riagganciarsi a una Red Bull che dopo le incertezze iniziali sembra avere iniziato a girare come un orologio svizzero austriaco.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow