Si è concluso nel peggiore dei modi, nel modo in cui nessuno avrebbe voluto che finisse, un pomeriggio di apprensione a seguito dello spaventoso incidente occorso all’inizio del 2° giro di Gara 1 della Formula 2 in Belgio.
Era stato chiaro sin dall’inizio che tra i tre piloti coinvolti (Giuliano Alesi, Juan Manuel Correa ed Anthoine Hubert) fosse stato proprio quest’ultimo a subire le conseguenze peggiori di un impatto terrificante per dinamica ed effetti. La monoposto del #19, tornata verso la pista dopo aver impattato le barriere poste all’esterno del Raidillon, è stata letteralmente tranciata in due monconi dalla vettura di Correa, finito largo alla medesima curva e che sopraggiungeva a tutta velocità.
L’annullamento immediato della corsa, la decisione di non riproporre le immagini dell’incidente e soprattutto un perdurante silenzio che abbiamo tragicamente imparato a conoscere avevano fatto pensare al peggio sin dall’inizio, ma il mondo intero continuava ad aggrapparsi ad una flebile speranza che il comunicato ufficiale FIA diramato appena pochi minuti fa ha però irrimediabilmente spento. “Come conseguenza dell’incidente” – si legge nelle poche righe usate dalla Federazione per dare la notizia – “La FIA deve purtroppo comunicare che il pilota della macchina #19, Anthoine Hubert, è morto alle 18:35 per le ferite riportate”.
Per Correa ed Alesi – che è risultato dunque essere il terzo pilota coinvolto nel crash – invece, le conseguenze fisiche sono state di minor entità: Giuliano è stato dichiarato “fit” dal centro medico, mentre il pilota statunitense è in condizioni stabili ed è stato trasportato all’ospedale di Liegi.
Tutta la Redazione si stringe idealmente attorno alla famiglia ed agli amici di Anthoine Hubert, ai quali vanno le nostre più sentite condoglianze.