A buon punto. Ha fatto il sedile, ha provato il simulatore, lo hanno sparato nell’ovale di Indianapolis per un assaggio. Adesso c’è anche la livrea e la macchina #29. Insomma: si stanno mettendo a punto tutti i dettagli. Tra poco nulla impedirà a Fernando Alonso di sentirsi un pilota americano a pieno titolo.
La McLaren ha pubblicato ieri le prime foto ed i primi video della vettura #29 di Alonso a Indianapolis. La numerazione riprende quella del Team Andretti, che sale dal #25 in poi (per esempio, Hunter-Reay è il capo scuderia col #28). La macchina è colorata d’arancione, tinta storica per la squadra inglese. Sponsorizzata da SAP, Hilton, CNN e NTT Communications, la McLaren-Andretti ha perso i veli online.
Lo spagnolo ha già inscatolato 50 giri sulla Brickyard, la fascia di mattoncini che segna il traguardo (retaggio della vecchia pavimentazione). «Divertente» ha commentato a caldo l’asturiano «ma difficile prendere il ritmo. Ero guidato dalla macchina, non ero io a guidarla». Frasi che annunciano un ambientamento graduale ma non lento.
«Fa le domande giuste, è un vero pilota: guadagnerà fiducia dopo questo test». Questi complimenti gli arrivano da Marco Andretti, suo compagno di squadra alla guida della #27. La prima volta sull’ovale per Fernando Alonso è apparsa positiva: si è avvicinato alle 210 miglia orarie e ha firmato il miglior giro marchiando a fuoco la cifra di 219,654 mph. Se non avete idea di cosa significhi, ve lo spieghiamo noi: il best lap di Alonso ha sfondato quota 353,423 km/h. Velocità media, non massima.
Anche Michael Andretti, proprietario dell’Andretti Autosport, ha voluto commentare. «È stato perfetto, ora studiamo i dati, è un ottimo inizio», le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport. Anche l’asturiano rincara la dose: «Al momento mi sembra tutto ottimo. Adesso si comincia a fare sul serio». La giornata si inseriva nel Rookie Orientation Program, l’«orientamento in entrata» che Indianapolis riserva ai suoi nuovi arrivati. Per passare il test erano richiesti 10 giri tra le 205 e le 210 mph (330-337km/h), 15 tra le 210 e le 215 mph (337-346km/h) e gli ultimi 15 tra le 215 e le 220 mph (346-354km/h). Ma per Alonso c’è ancora un’altra sorpresa. Ecco cosa ha detto infatti Marco Andretti: «Gli mancano ancora 20 miglia orarie». Bisogna sfondare quota 370 km all’ora.
«Credo che il simulatore sia piuttosto realistico. Ma la macchina vera è proprio una sensazione unica». Lo spagnolo aveva assaggiato la versione virtuale della Dallara DW12 poche settimane fa (qui un approfondimento sulla vettura).
Il sedile della sua automobile è stato preparato lo scorso 24 aprile. Ha anche assistito al Gran premio d’Alabama, in cui ha trionfato Josef Newgarden. Una visione poco piacevole per lui, a dire il vero, visto che il primo degli Andretti è stato Alexander Rossi in quinta posizione. Takuma Sato ha chiuso nono, Hunter-Reay undicesimo, Andretti junior ha avuto problemi fin dalla partenza. Al punto da chiedersi: che sia l’asturiano a portare sfortuna?
Il grande talento di Alonso potrà aiutarlo in queste settimane di intensa preparazione. C’è ancora il Gran premio di Spagna da correre prima del 28 maggio. In quella data avrà qualcos’altro da fare. Cioè, la fatidica 500 miglia di Indianapolis. Ed è per questo che salterà il Gran premio di Monaco. Soltanto che lì avrà altri 32 avversari con cui fare i conti. Tra qualche giorno, vi diciamo chi sono i 5 di cui deve avere più paura.