Ancora non l’avete capito? Ma cosa ci vuole per farvelo entrare in testa? La carta numero uno di Fernando Alonso è l’Andretti Autosport. Col quale vuole correre (in qualche modo arzigogolato) la stagione 2019 della IndyCar. E deve anche sbrigarsi, farsi trovare pronto, perché molto è cambiato da quando ha corso la Indy 500 un anno fa. A partire dal calendario (appena pubblicato).
Ieri il #14 è diventato il #29. Ha completato infatti diversi giri al Barber Motorsport Park, alla guida dell’Andretti numero 29 che ha ospitato Carlos Munoz alla Indy 500 di quest’anno. La vettura è stata settata con le specifiche per i circuiti stradali ed è stata portata in pista dalla sola squadra Andretti: a quanto si sa, nessun uomo Dallara era presente al collaudo.
Che il due volte Campione del mondo di F1 voglia sbarcare in America lo si sapeva da tempo. Non ha mai nascosto l’intenzione di completare la Tripla Corona (vittorie al GP di Monaco, alla 24 ore di Le Mans e alla Indy 500). Sarebbe una degna consolazione per Alonso, uno dei migliori piloti della sua generazione, che non è riuscito mai a raggiungere il terzo iride. Tra l’altro qualche settimana fa ha rivelato che non si accontenterebbe nemmeno della Triple Crown: «Qualcuno ci è già riuscito [Graham Hill, ndr], io voglio fare la Storia».
Vi abbiamo dato conto delle trame che porterebbero lo spagnolo sulla griglia a stelle e strisce del 2019. In rapidissima sintesi, la McLaren sarebbe interessata a collaborare con Andretti per schierare una vettura IndyCar per tutta la prossima stagione. Ma la presenza di Honda è un po’ ingombrante: RACER suggeriva allora di coinvolgere l’Harding Racing, piccolo team americano motorizzato Chevrolet, trasformandolo in un satellite della galassia Andretti (colonizzato da McLaren e Alonso). D’altronde Michael Andretti ha dichiarato ad Autosport che: «Honda non avrebbe problemi a motorizzare Alonso». Automoto riporta che McLaren avrebbe contattato anche Will Power e Scott Dixon, che però hanno già rinnovato per Penske e Ganassi.
Ma anche se questo allineamento di pianeti non dovesse riuscire, l’asturiano è determinato a correre Oltreatlantico. Anche con Andretti. E però dovrà recuperare le puntate precedenti. Da quest’anno la Dallara DW12 è stata oggetto di un pesante aggiornamento (di cui trovate i dettagli tecnici qui). Al punto che c’è chi l’ha rinominata DW18. È stata alleggerita di parecchio carico aerodinamico ed è diventata molto diversa da guidare.
Urgeva un test. Il test c’è stato. E ha avuto successo. «Amo provare auto nuove e farlo con una IndyCar su una pista normale è stato speciale» le parole di Alonso appena sceso dall’abitacolo. «Ho avuto fortuna perché ho girato sul bagnato, poi in condizioni intermedie e infine sull’asciutto, per cui mi sono fatto un’idea generale della situazione». Il circuito di Barber infatti è stato stuzzicato dall’uragano Gordon, che in questi giorni affligge quella parte degli States. Tra l’altro le prove si sono svolte a porte chiuse, con accesso interdetto sia ai fan sia ai giornalisti.
Motorsport.com riporta che il test di ieri dovrebbe essere «il primo di una lunga serie». Tanto il pilota, ancora inesperto, quanto la squadra, avida di successi, devono prepararsi per la futura stagione. «È dallo scorso anno che ci penso [di provare]» racconta Alonso. «Purtroppo non avevo trovato il tempo, ma ora ci sono riuscito e sono contentissimo».
L’arrivo di Alonso ha messo in subbuglio l’intera categoria. Autosport riporta che la IndyCar avrebbe addirittura posticipato le trattative per i diritti TV su base internazionale, nell’attesa di capire se avrà lo spagnolo tra i ranghi. Nel frattempo, si limita a pubblicare il calendario 2019. E a sorpresa c’è anche Austin! «Fin dal primo anno i tifosi ci hanno chiesto di portare la IndyCar al COTA» ha dichiarato il numero uno della pista, Bobby Epstein. Oltre al circuito che già ospita il GP degli Stati Uniti di Formula 1, c’è un’altra importante aggiunta: Laguna Seca. La pista amata dal Motomondiale sarà la sede del finale di stagione 2019, al posto di Sonoma (che esce dal calendario). Riconfermata la gara di Portland, il nuovo anno sia aprirà – come da tradizione – a St. Petersburg, il 10 marzo. L’elenco dei circuiti in programma, con le rispettive date, segue al tweet.
2019: https://t.co/FlWQ1bBag2
Let's go. #INDYCAR pic.twitter.com/n6qOdrq4vq
— IndyCar Series (@IndyCar) September 4, 2018
Calendario IndyCar Series 2019
10 marzo St. Petersburg
24 marzo Austin
7 aprile Barber Motorsport Park
14 aprile Long Beach
11 maggio Indianapolis (stradale)
26 maggio Indy 500
1-2 giugno Detroit (doppia gara)
8 giugno Texas Motor Speedway
23 giugno Road America
14 giugno Toronto
20 luglio Iowa Speedway
28 luglio Mid-Ohio
18 agosto Pocono
24 agosto Gateway
1 settembre Portland
22 settembre Laguna Seca
Sono sottolineate le new entries nel calendario a stelle e strisce. Riportava Biagio Maglienti nella telecronaca della corsa di Portland che forse l’anno prossimo verrà abolito il doppio punteggio nella corsa finale, che si terrà appunto a Laguna Seca. Sarà invece senz’altro mantenuto alla 500 miglia di Indianapolis.