Il nuovo pacchetto aerodinamico ad alto carico delle Porsche 919 Hybrid funziona. Funzione eccome. Alla 6 Ore del Nürburgring, quarto appuntamento stagionale del FIA WEC, le LMP1 di Stoccarda monopolizzano i primi due gradini del podio dopo essere scattate dalla seconda e terza casella, mettendo in mostra una consistenza ed una costanza dal punto di vista del passo gara che finora sembravano invece essere mancate.
Ha vinto la 919 H #2, quella affidata a Bernhard-Bamber-Hartley che poco più di un mese fa si è presa la 24 Ore di Le Mans. E ha vinto in maniera perentoria, sfruttando una ritrovata superiorità prestazionale delle LMP1 tedesche ed una strategia che, con l’ultimo Splash & Go, ha finito per favorire i leader del campionato rispetto ai compagni di team. La doppietta della Casa di Stoccarda arriva infatti con la Porsche 919 H #1, che taglia il traguardo staccata di appena 1″6 dalla vettura gemella: Lotterer-Jani-Tandy avevano dato il via all’attacco delle LMP1 di Zuffenhausen al termine della prima ora di gara, quando Lopez sulla Toyota TS050 #7 ha iniziato ad avere problemi di gestione delle gomme, ed avevano costruito un cospicuo vantaggio che soltanto una diversa strategia – e forse anche un gioco di squadra… – hanno vanificato. Chiude il podio la prima delle LMP1 nipponiche, la sovracitata TS050 Hybrid-Hybrid #7 di Lopez-Kobayashi-Conway, la cui gara fa forse suonare un campanello d’allarme nel box del Sol Levante: durante questa stagione mai come stavolta la TS050 è sembrata inferiore alla Porsche sotto tutti i punti di vista, risultando non solo più lenta sul giro secco ma anche più esigente con le gomme, che hanno impedito a Lopez di opporre qualsiasi tipo di resistenza agli attacchi delle 919 H e che lo hanno costretto ad accumulare un distacco di oltre 30″ nell’arco di un solo stint. Ma se la TS050 #7 è comunque riuscita a chiudere la gara ad 1’06” di ritardo dalla vincitrice, molto peggio è andata alla vettura gemella con il #8, quella di Buemi-Davidson-Nakajima: la seconda delle Toyota ha infatti accumulato ben 5 giri di ritardo dopo aver accusato, già nel giro di formazione, problemi alla pompa della benzina che l’hanno sostanzialmente messa fuori gioco sin dalle primissime battute. Chiude infine il gruppo delle LMP1 la Enso #4 di ByKolles guidata da Webb-Kraihamer-Bonanomi, arrivata addirittura in 14esima posizione assoluta pagando 22 giri di ritardo dal leader della corsa.
Molti meno giri di distacco (13) dalla Porsche #2 sono stati invece accumulati dalla vincitrice della classe LMP2, l’Oreca #38 del Jackie Chan DC Racing affidata a Tung-Jarvis-Laurent, capaci quindi di inanellare due vittorie consecutive dopo lo splendido successo ottenuto alla 24 Ore di Le Mans. Dietro di loro si piazza, staccata però di un giro, l’Oreca #31 del Vaillante Rebellion guidata da Canal-Senna-Albuquerque, a precedere a propria volta la Signatech Alpine #36 di Lapierre-Menezes-Rao.
In GTE-Pro invece, dopo delle qualifiche a dir poco deludenti, a trionfare è stata la Ferrari 488 GTE #51 di AF Corse, affidata a Pier Guidi-Calado. La vettura di Maranello ha tagliato il traguardo, al termine di una grande gara in rimonta, davanti alle due Porsche 911 RSR ufficiali, che al Nürburgring sono comunque apparse decisamente più in forma rispetto a quanto fatto vedere fino alla 24 Ore di Le Mans. Seconda è infatti la #91 di Lietz-Makowiecki, a 50″ dalla Ferrari #51, mentre terza è la vettura gemella con il #92 affidata a Christensen-Estre, che ha invece chiuso la corsa a 58″ dal leader. Gara sottotono, nonostante l’alleggerimento di 20 kg, per le Ford GT: la prima delle vetture statunitensi è infatti la #67 di Priaulx-Tincknell, che è arrivata quinta dietro alla Aston Martin Vantage #95 di Thiim-Sorensen. Problemi tecnici hanno invece rallentato la corsa dell’altra Ferrari 488 GTE di AF Corse, la #71 di Rigon-Vilander, che ha chiuso infatti staccata di ben 5 giri.
In GTE-Am, infine, si rivede una Porsche davanti a tutti. La vecchia 911 RSR #77 del Dempsey Proton Racing, affidata a Ried-Cairoli-Dienst, trionfa infatti davanti alla Ferrari 488 GTE #54 di Flohr-Castellacci-Molina, staccata al traguardo di 4″6. Chiude il podio l’equipaggio che partiva dalla Pole, ovvero quello della Aston #98 di Lamy-Lauda-Dalla Lana, passata sotto la bandiera a scacchi con 1 giro di ritardo.