Probabilmente Alex Zanardi sperava in un epilogo diverso, quando diversi mesi fa ha annunciato che avrebbe partecipato all’edizione 2019 della 24 Ore di Daytona. Il pilota bolognese, alla guida della BMW M8 GTE #24 del team RLL Motorsport, assieme ai suoi compagni Jesse Krohn, John Edwards e Chaz Mostert si è infatti dovuto accontentare della 32^ piazza assoluta – la nona ed ultima di classe – in una gara resa particolarmente difficile a causa di noie tecniche che hanno colpito l’auto della Casa bavarese.
Dovendo soddisfare tanto le esigenze di piloti dotati di entrambe le gambe quanto le necessità di un pilota come Alex Zanardi, la M8 GTE #24 era un’auto totalmente diversa da tutte le altre presentatesi al via di questa Daytona. Munita di una leva che permetteva di azionare i freni e scalare le marce e dotata di un volante in grado di comandare l’acceleratore, la vettura di RLL Motorsport era stata oggetto negli ultimi mesi di particolari modifiche tecniche che, proprio come nel peggiore degli incubi sportivi, hanno iniziato ad accusare i primi problemi proprio nel momento cruciale.
Le prime noie si sono palesate sin dal primo stint di Zanardi, iniziato dopo appena un’ora e mezza di gara. Il caratteristico volante del 53enne bolognese, cambiato assieme a sedile e pilota nel corso del Pit, ha infatti iniziato a bisticciare con l’elettronica della M8 GTE costringendo il bolognese ad effettuare una prolungata e forzata sosta che potesse dar modo ai meccanici di capire quale fosse il problema. “Il mio volante era completamente morto, sembrava non fosse collegato al resto dell’auto” – ha raccontato Zanardi ai media statunitensi – “Ero pronto per lasciare di nuovo il posto ad un mio compagno, sarebbe stato lo stint più breve della mia vita. Il fatto è che per me il volante è più importante che per altri: io lo uso per dare potenza all’auto, c’è il meccanismo dell’acceleratore. Se il volante non interagisce con l’auto, l’auto semplicemente non funziona“.
I timori del 53enne bolognese si sono poi rivelati infondati visto che il problema – seppur a costo di qualche giro di ritardo – è stato risolto, ma gli inghippi per la squadra gestita da Bobby Rahal non erano ancora finiti. Quando si è trattato di sostituire nuovamente il volante nel momento in cui Zanardi ha fatto spazio a Jesse Krohn, infatti, la sofisticata elettronica della M8 GTE ha nuovamente iniziato a fare le bizze, piantando in asso il finlandese all’altezza dell’uscita della Pit Lane e causando così una delle tante Full Course Yellow che hanno caratterizzato questa edizione della 24 Ore di Daytona. Krohn è poi riuscito a riportare l’auto ai Box, ma nel frattempo i giri di ritardo dal leader della classifica di classe erano diventati addirittura 6 e dunque la lotta per la vittoria era ben più effimera di un miraggio.
Addirittura lo stesso Zanardi non era sicuro di poter risalire in auto visti i problemi causati dal suo volante, ed era pronto a tirarsi indietro pur di non rallentare ulteriormente la corsa dei propri compagni d’equipaggio. Tuttavia, le noie che durante le fasi iniziali della corsa sono costate moltissimo tempo alla M8 GTE #24 – e che pare siano apparse per via di alcuni connettori, danneggiati a causa dell’inserimento del volante nel momento esatto in cui l’auto subiva il contraccolpo dovuto allo scendere dai martinetti idraulici – sono svanite nel nulla con la stessa imprevedibilità con cui erano arrivate, permettendo così al 53enne bolognese di tagliare il traguardo e di aggiungere un altro tassello ad una già irripetibile carriera. “Personalmente sono devastato” – ha dichiarato Zanardi a fine gara riferendosi ai problemi che hanno rallentato la corsa della sua BMW – “So quanto meticolosamente e duramente abbiano lavorato gli ingegneri sia a Monaco sia qui che negli Stati Uniti. Si sono preparati per affrontare qualsiasi tipo di situazione o problema, ma come succede sempre abbiamo simulato queste manovra tantissime volte e non ci sono mai stati problemi di questo genere. Mai, neanche uno. E poi oggi…“. Pazienza Alex, pazienza: dopotutto questo epilogo amaro potrebbe rivelarsi un ottimo pretesto per riprovarci il prossimo anno, no?
Alex Zanardi's ( @lxznr ) determination can't be matched in this year's #Rolex24.
A racing champion turned Paralympic athlete is working hard behind the wheel at @DISUpdates. See how his car is designed for him to go. pic.twitter.com/pyt49JVS6z
— #TokyoOlympics (@NBCOlympics) January 26, 2019