close
4 RuoteSu pistaWEC & Endurance

Doppiette, vittorie al fotofinish ed esordi difficili: cosa è successo nella 24 Ore di Daytona 2023





Si è conclusa con una doppietta firmata Acura la 61ª edizione della 24 Ore di Daytona. Sul celebre catino della Florida le ARX-06 sono riuscite ad avere la meglio sulle Cadillac nella classe GTP, mentre una volata mozzafiato decideva il risultato tra le LMP2 e Mercedes e Aston Martin facevano la voce grossa rispettivamente in GTD Pro e GTD.

24 ore daytona
© Acura Pressroom

È ancora Acura a scrivere il proprio nome sulla lista dei vincitori della 24 Ore di Daytona, una delle grandi classiche del mondo delle gare endurance. Il marchio giapponese ha mandato in archivio l’edizione 2023 della corsa con una straordinaria doppietta, nata grazie alle ottime prestazioni della vettura #60 di Meyer Shank Racing e della gemella #10 di Wayne Taylor Racing. L’equipaggio della #60, formato da Tom Blomqvist, Colin Braun, Helio Castroneves e Simon Pagenaud, ha avuto ragione grazie a un ritmo indiavolato della #10, affidata a Taylor-Albuquerque-Deletraz-Hartley. A questi ultimi non è bastato recuperare terreno sui leader sfruttando benissimo i vari Full Course Yellow che hanno caratterizzato le fasi finali della gara: la ARX-06 di Meyer Shank Racing è parsa imprendibile pressoché per tutti, e neppure l’ottimo passo mostrato dalla vettura gemella è riuscito a ostacolare la sua cavalcata verso la vittoria.

24 ore daytona
© Acura Pressroom

Alle spalle delle due Acura ARX-06 si sono poi piazzate le tre Cadillac V-LMDh iscritte alla 24 Ore di Daytona. La nostra affezionata “Lavatrice-to-Iradiddio”, che per larghi tratti della corsa aveva anche dato la sensazione di potere insidiare le Acura nella lotta per la vittoria finale, ha occupato dalla 3ª alla 5ª posizione in classifica, con la #01 di Bourdais-Van der Zande-Dixon a precedere sia la #02 di Bamber-Lynn-Westbrook sia la #31 di Derani-Sims-Aitken, prima auto in classifica ad avere accusato dei giri di ritardo rispetto al leader della corsa. Deludenti, invece, gli esordi ufficiali tanto di BMW quanto di Porsche: le M Hybrid V8 e le 963 scese in pista a Daytona non hanno convinto sotto diversi punti di vista, ed è indubbio che si debba continuare a lavorare e a Monaco di Baviera e a Stoccarda.

Sebbene – classifica alla mano – la prima delle LMDh bavaresi abbia preceduto al traguardo la cugina nata a Zuffenhausen, è stata forse proprio la BMW M Hybrid V8 a deludere maggiormente. La #24 di Eng-Farfus-Wittmann-Herta ha sì chiuso al 6° posto, ma non ha mai davvero dato l’impressione di avere il ritmo per impensierire tutte le altre GTP, Porsche inclusa. Il miglior giro messo a segno in gara dal prototipo BMW #24 è stato infatti di 1”2 più lento rispetto a quello siglato dalla Acura ARX-06 #60, e i problemi di affidabilità che sin dalla prima ora hanno rallentato la corsa della #25 di De Philippi-Yelloly-van der Linde-Herta – costringendola a chiudere 9ª – non hanno distolto l’attenzione dal fatto che la BMW sembri essere (allo stato attuale delle cose) la LMDh più lenta del lotto. Un discorso lievemente diverso lo si può invece fare nei confronti di Porsche, che ha piazzato le proprie 963 in 7ª e 8ª posizione dopo che entrambe le sue vetture erano state flagellate da noie tecniche. Sulla #7 di Campbell-Nasr-Christensen è stato necessario cambiare a tempo di record la batteria durante la notte, mentre la #6 di Jaminet-Tandy-Cameron ha subito un guasto al cambio a poche ore dalla bandiera a scacchi venendo così costretta a perdere tantissimo terreno. Se è vero quindi che entrambe le 963 sono state castigate da problemi di affidabilità, è altrettanto vero che le LMDh di Stoccarda sono parse veloci al punto da rivaleggiare in alcune fasi di gara con le rapidissime Acura e Cadillac: vedere le Porsche sdoppiarsi non è stato spettacolo raro, ed è stato anche il cronometro a confermare spesso il buon ritmo delle GTP Made in Zuffenhausen. A stupire semmai, visto e considerato il mostruoso chilometraggio raggiunto – e sbandierato – nei test privati effettuati nei mesi scorsi, è stata la mancanza di affidabilità delle 963: ci aspettava che entrambe le vetture girassero con la regolarità di un orologio svizzero o quasi, e invece noie su praticamente tutti i comparti dell’auto hanno reso enormemente complicata la 24 Ore di Daytona 2023 degli uomini Porsche.

24 ore daytona

A dover vivere un lunedì mattina più difficile di quello affrontato da entrambe le squadre tedesche è però, senza ombra di dubbio alcuna, l’equipaggio Kurtz-Hanley-McMurry-Gutierrez. I quattro, in forze al team Crowdstrike Racing by APR e a bordo della Oreca 07 #04, dopo avere a lungo guidato la gara si sono visti beffare dalla Oreca 07 #55 di Proton Competition in volata, all’ultimo respiro dell’ultimo giro. Sono stati infatti solamente 16 – sedici – i millesimi che hanno permesso all’equipaggio formato da Poordad, Allen e dai nostri Francesco Pizzi e Gimmi Bruni di conquistare una vittoria clamorosa, arrivata al termine di una spettacolare drag race andata in scena dall’uscita della chicane Le Mans fino alla linea del traguardo. Al terzo posto di classe si è invece piazzata la Oreca 07 #88 di AF Corse, affidata a Perrodo-Vaxiviere-Canal-Nielsen, mentre si è purtroppo conclusa con un ritiro la 24 Ore di Daytona di Raffaele Marciello, che affrontava la gara americana a bordo della Oreca 07 #20 di High Class Racing insieme a Anderson, Jones e Fjordbach.

Sorvolando volutamente sull’agguerritissima lotta per la vittoria nella classe LMP3 – dove, pensate, il leader della classifica ha tagliato il traguardo con appena 12 giri di vantaggio sul secondo classificato – si atterra dunque nel marasma delle GTD Pro e GTD, con quest’ultime in grado addirittura di chiudere davanti alle prime nella classifica assoluta. La dicitura “Pro” non deve trarvi in inganno: tanto le une quanto le altre sono vetture GT3, e a fare la differenza non è il comparto tecnico quanto la composizione dei vari equipaggi. È in quelli delle GTD che si celano infatti i gentleman driver, assenti invece nelle formazioni “Pro”, e non deve quindi poi stupire così tanto che piloti – professionisti e ufficiali – riescano a parità di condizioni a stare davanti a colleghi di pari grado dopo avere fatto sfogare (magari in regime di FCY) il pilota pagante di turno.

24 ore daytona
© Mercedes AMG Press Room

A vincere nella classe GTD Pro, al termine di una battaglia durata una gara intera, è stata la Mercedes AMG GT3 #79 di WeatherTech Racing, affidata a MacNeil-Juncadella-Gounon-Engel. I quattro sono riusciti ad avere la meglio sia sulla velocissima Corvette C8.R #3 di Corvette Racing – guidata da Garcia-Taylor-Milner – sia sulla sorprendente Lexus RC F GT3 #14 di Vasser Sullivan, consegnata tra le mani di Hawksworth-Barnicoat-Conway. Leggermente più attardata rispetto ai primi tre, autori come già detto di un bellissimo duello per la vittoria di classe, ha poi tagliato il traguardo la Lamborghini Huracan GT3 EVO #63 di Iron Lynx, affidata a Caldarelli-Bortolotti-Pepper-Grosjean, mentre mastica amaro la Aston Martin Vantage GT3 #23 di Heart of Racing Team: Gunn, Pittard e Riberas sono stati in lotta per la vittoria fino allo scoccare della 15ª ora, appena prima che il mozzo della ruota posteriore sinistra li tradisse costringendoli a un lunghissimo stop. Male invece, per questioni tanto di BOP quanto di… gioventù progettuale, le Porsche 911 GT3 R di Pfaff Motorsport e MDK Motorsport, la BMW M4 GT3 di Turner Motorsport e la Ferrari 296 GT3 di Risi Competizione.

24 ore daytona
© Ferrari Press Area

La spedizione a stelle e strisce dell’erede della dominante 488, nello specifico, volendo utilizzare il più morbido degli eufemismi non è di certo stata una delle più felici. Oltre alla appena citata #62, affidata a Pier Guidi-Calado-Serra-Rigon, hanno infatti faticato moltissimo anche la #21 di AF Corse, guidata da Mann-Perez Companc-Molina-Castellacci, e la #47 di Cetilar Racing presa in custodia da Lacorte-Sernagiotto-Fuoco-Balzan: tutte le vetture del Cavallino Rampante sono state infatti costrette al ritiro, con contatti di gara che sono andati ad aggravare una situazione prestazionale non propriamente rosea. Il momento di preoccuparsi, comunque, non è certamente adesso: la 296 GT3 è un progetto del tutto nuovo che, come tale, ha bisogno di un naturale periodo di svezzamento (oltre che di un BOP magari leggermente più favorevole). A Maranello sanno cosa è necessario per far vincere una vettura nel mondo delle competizioni GT, ed è quindi più che lecito pensare che il bandolo della matassa possa essere trovato in fretta.

24 ore daytona
© Heart of Racing Team

L’excursus sulle prestazioni della Ferrari – presente nella classe GTD Pro solamente con la 296 GT3 #62 – mi fornisce l’assist per parlare dell’ultima categoria che ancora manca all’appello: la GTD. Come accennato poche righe più sopra, è stata proprio una vettura di questa classe a chiudere davanti a tutti tra le GT3. Nessuno è infatti riuscito a tenere il passo della Aston Martin Vantage GT3 #27 di Heart of Racing Team, che con De Angelis-Sorensen-James-Turner ha tagliato il traguardo della 24 Ore di Daytona 2023 davanti a tutte le auto della classe GTD Pro. Alle sue spalle, per quella che è stata dunque una doppietta per la Casa di Gaydon, si sono piazzate la Vantage GT3 #44 di Magnus Racing, affidata a Potter-Granger-Weasley-Malfoy (non è vero, a Potter-Lally-Pumpelly-Thiim) e la McLaren 720S GT3 #70 di Iribe-Schandorff-Millroy-Kirchofer. È stata proprio l’estrema somiglianza nelle prestazioni delle GTD Pro e delle GTD a disegnare un simile podio: quando mancavano infatti pochissimi minuti alla bandiera a scacchi, la Mercedes AMG GT3 #57 di Winward Racing ha visto svanire i propri sogni di vittoria a seguito di un contatto con la… Corvette C8.R di classe GTD Pro nelle concitate fasi di ripartenza da FCY. Un gran peccato, visto e considerato che l’equipaggio formato da Ward-Ellis-Dontje-Morad sembrava avere il passo necessario per attaccare addirittura la vetta della classifica.





Tags : 24 ore daytona24 ore daytona 2023daytonaimsarolex 24
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow