Se persino un veterano delle corse come Roger Penske ha dichiarato di “non aver mai visto una gara simile”, viene davvero da credere al fatto che l’edizione 2019 della 24 Ore di Daytona sia stata una delle edizioni più incerte, difficili ed imprevedibili nella storia della grande classica di durata d’Oltreoceano.
Le condizioni meteo avverse, con pesanti nuvoloni grigi che hanno iniziato a riversare acqua all’interno del catino di Daytona quando mancavano circa 9 ore allo sventolare della bandiera a scacchi, hanno infatti mescolato ulteriormente le carte di una corsa che sin dall’inizio si presentava difficile come solo le 24 Ore sanno essere. Testacoda, incidenti, escursioni nell’erba allagata, marchiani errori di traiettoria: in qualsiasi classe – ed a qualsiasi livello di guida – si è visto davvero di tutto, e a rimettere ordine non sono bastate né le tantissime Full Course Yellow né le due bandiere rosse (la seconda delle quali ha messo sostanzialmente fine alle ostilità in pista) che hanno interrotto per ben più di un’ora la corsa americana.
Per darvi un’idea di quanto fosse difficile per i piloti girare durante le fasi conclusive della 24 Ore di Daytona, quelle in cui la pioggia ha aumentato la propria intensità finendo praticamente per allagare diverse sezioni del tracciato a stelle e strisce, vi basterà dare un’occhiata all’onboard della BMW M8 GTE #25 del team RLL Motorsport, laureatasi vincitrice nella Classe GTLM. Con alla guida un Augusto Farfus in grande spolvero, la GT della Casa bavarese navigava letteralmente tra i flutti nel tentativo – riuscito – di giocarsi la vittoria con la Porsche 911 RSR #912 (che stando alle dichiarazioni di Frederic Makowiecki pare soffrire di più il bagnato rispetto alla sua più recente antenata) e con la Ferrari 488 GTE #62 di Risi Competizione. Farfus e la sua M8 GTE #25 sono stati costretti a farsi largo a spallate tra GTD, GTLM doppiate e persino LMP2 mentre l’acqua sollevata dalle auto assumeva sempre più le sembianze di un muro impenetrabile e la luce in pista diminuiva drasticamente: uno scenario davvero da incubo.
P.S.: ci scusiamo in anticipo per il video in “HD”, ma purtroppo le dimensioni del file in qualità maggiore erano troppo elevate per permettere il caricamento sul sito.
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