Intervistato da Giovanni Zamagni per Moto.it Rubén Xaus, ex pilota Ducati e ora manager del team Esponsorama con Bastianini e Marini, ha fatto la propria personale analisi del GP del Qatar. Tra il ricordo della propria Desmosedici GP4 e lodi per Zarco e soprattutto Dovizioso.
Rubén Xaus e Ducati sono un binomio storico del World Superbike, sodalizio durato per sei stagioni non consecutive nei primi anni duemila, fra team ufficiale e team BRC. In mezzo ci fu una stagione, il 2004, in sella ad una Desmosedici GP4 ufficiale affidata alle cure del team D’Antin. In quella stagione d’esordio nel Motomondiale Xaus riuscì a cogliere il primo podio stagionale per la rossa bolognese. Prima degli ufficialissimi Capirossi e Bayliss. Dai propri trascorsi in MotoGP Xaus ha iniziato la propria analisi del Gran Premio del Qatar, segnato dalla potenza bruta delle Ducati. “A Borgo Panigale sanno come si fanno le moto, la Ducati di oggi ha lo stesso DNA che aveva quando correvo io nel 2004″ ha spiegato lo spagnolo, team manager del team Esponsorama. Si tratta di una “moto che tende a non girare stretto, è lenta nei cambi di direzione, ma questo è perché si tratta di una moto che corre tanto. Quando arrivi così forte ad approcciare la curva hai un accumulo di inerzie che le altre moto non hanno. E fai una fatica tremenda a farla girare.”
Dallo scorso anno il team Avitia, divenuto Esponsorama da fine luglio 2020, gode dell’appoggio tecnico di Ducati proprio grazie alla mediazione di Xaus, team manager dall’inizio del 2019. Nonostante la fornitura di Desmosedici meno recenti, quest’anno la struttura spagnola continua con le GP19 seppur leggermente aggiornate, non manca mai la presenza dell’entourage di Ducati Corse all’interno del box. Proprio questa sinergia convinse Johann Zarco a ritrattare, accettando l’offerta di Xaus. Ora il francese è passato al team Pramac, gode della stessa Desmosedici in dote ai piloti del team ufficiale, Miller e Bagnaia, ed ha colto subito il secondo posto nel GP inaugurale. “Zarco ha fatto il salto di qualità grazie ad una moto migliore rispetto a quella dello scorso anno” ha spiegato Rubén. “Johann ha dimostrato che con una buona moto può essere competitivo, ma soprattutto l’ho visto attento a non fare errori: per passare Miller e Bagnaia ci ha messo molto tempo, e questo è successo perché non voleva sbagliare. Ha tutte le possibilità per lottare per il titolo e lo ha dimostrato battendo Pecco con la moto ufficiale.”
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Xaus ha così parlato anche dei due piloti del team ufficiale arrivando a spiegare perché, secondo lui, alla Ducati manca Andrea Dovizioso per essere completa. “Jack ha avuto un problema che non è riuscito a capire, ha voluto saltare il warm-up perché non era contento delle condizioni della pista, ma avrebbe dovuto provare anche lì. Bagnaia ha fatto una grande prima metà della corsa, non penso che abbia spinto troppo all’inizio. È mancata l’esperienza di Dovizioso, che sapeva come chiudere le porte, frenare il gruppo, come e dove sorpassare… Abbiamo visto una Desmosedici molto competitiva in tutte le condizioni, ma non completa. Era la differenza che faceva Andrea.“