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Seconda tappa del WorldSBK ad Aragon e più sorprese del primo weekend di gare al MotorLand. Ecco cosa è successo durante il Teruel Round, fra indipendenti che battono gli ufficiali, cadute apparentemente inspiegabili e l’esperienza dei campioni che, ancora una volta, rimette in riga tutti.

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INNO D’ITALIA

Anche in Superbike è risuonato l’inno di Mameli durante questo weekend, cosa che non succedeva dalla doppietta di Melandri in Australia nel 2018. A far cantare la sua squadra a squarciagola è stato Michael Rinaldi, il quale ha portato alla vittoria il Team GoEleven (Ducati) in Gara1. Lacrime di gioia e commozione per il 24enne che non era mai salito sul podio e che è riuscito a metterci piede nel migliore dei modi durante un grandissimo fine settimana: monopolio al venerdì, seconda piazza in griglia, vittoria e due podi, giusto per provare la visuale da tutti e tre i gradini. Con un posto in bilico in Ducati ufficiale, questo weekend potrebbe avere un risvolto molto interessante per il nostro Michael.

MARATONETA

Chi rischia di perdere la poltrona, invece, è proprio l’attuale ducatista in bilico Chaz Davies. Il gallese ha dimostrato di avere finalmente il feeling che cercava con la sua Panigale V4 R e di essere in grado di fare delle grandi gare. Ecco, se non perdesse tre quarti di corsa a recuperare posizioni, le probabilità di salire a podio o di vittoria sarebbero sicuramente maggiori. Il problema di Davies pare essere tutto nella sessione di qualifiche, dove non riesce a centrare i tempi dei colleghi più veloci e si ritrova così a metà griglia con troppi piloti da riacciuffare. Situazione da sistemare al più presto, visto un contratto ancora non rinnovato e un indipendente che avrebbe zero problemi a prendere una penna in mano.

PIEZZ ‘E CORE

Chi dice di non aver avuto voglia di dare una pacca sulla spalla a Scott Redding dopo la scivolata durante Gara1, mente. L’inglese si porta ormai dietro l’immagine del pilota scapestrato, eppure quest’anno sta facendo di tutto per togliersi questa brutta etichetta di dosso. Chi ancora dice che non sia il pilota adatto al World Superbike si deve ricredere dopo le lacrime di sconforto di Scott, a causa di una scivolata totalmente banale ed evitabile che gli è costata la gara del sabato. Lui vuole vincere e si vede, non vuole lasciar scappare Rea in campionato e in pista lo sta dimostrando.

INGHIAIATO

La Honda ha palesemente detto ad inizio stagione di star puntando molto, se non tutto, su Alvaro Bautista, tanto da renderlo il tassello chiave per il nuovo progetto Supebike. Lo spagnolo arrivava ad Aragon con una tripletta dello scorso anno e un podio dello scorso weekend, eppure è stati in grado di buttare alle ortiche entrambe le gare, nonostante il quarto posto in Superpole Race. Due zeri pesanti che vanno ad influire sì sul campionato, ma soprattutto sulla sua personale sfida con una moto che avrebbe dovuto portare ai fasti della Ducati 2019.

REA-LE

Come si potrebbe altrimenti descrivere un pilota come Jonathan Rea? O lo si definisce reale, sia nel senso nobiliare del termine, sia in quello del Campione vero, oppure gli si dà dell’irreale, visto che a volte sembra arrivare da un altro mondo. Sbaglia gomma in Gara1, si fa fregare da Redding in Superpole Race, ma rimette tutti in riga in Gara2. Quando non vince, arriva secondo, senza perdere punti e l’opportunità di assicurarsi sempre più il primo posto nel Mondiale. I suoi avversari dovrebbero osservare le sue mosse e trarne insegnamento, che sia un “giocatore di poker” lo aveva messo bene in chiaro anche lui!

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Tags : AragonSBKSuperbikesupermondayteruel round
Maria Grazia Spinelli

The author Maria Grazia Spinelli

Classe 1994, molisana. Da piccola vedevo mio padre seguire la Formula 1 e mi chiedevo cosa lo appassionasse così tanto, poi ho avuto un colpo di fulmine con le due ruote in un pomeriggio d'estate ed ho capito. Qui vi racconto la MotoGP e il Mondiale Superbike.