45 giorni dopo, Marc Marquez è tornato. E lo ha fatto, a un mese e mezzo di distanza dall’incidente che ha finora segnato in negativo la sua stagione 2023, rimettendosi dove – Honda permettendo – è spesso e volentieri stato nel corso della sua carriera: in lotta per le prime posizioni.
Il #93, alle prese quest’anno con una RC213-V particolarmente recalcitrante e difficile da domare, dopo avere chiuso in 2ª posizione le qualifiche del Gran Premio di Francia è stato costretto ad accontentarsi del 5° posto nella Sprint Race che ha chiuso il programma del sabato della MotoGP. Pur munito del nuovo telaio Kalex che diversi passi avanti sembra avere fatto compiere alla Casa Alata, Marquez è parso non ancora in grado di reggere il ritmo imposto dai primi della classe persino negli appena 13 giri che hanno formato la Sprint Race di Le Mans.
Nell’attesa di capire se la maggiore durata del Gran Premio vero e proprio possa mettere in ulteriore difficoltà il #93 e la sua cavalcatura giapponese, il pilota di Cervera ha fatto in tempo a finire di nuovo nell’occhio del ciclone per via del contatto avuto con Pecco Bagnaia durante il duello che li ha visti contendersi la 3ª posizione provvisoria. A generare polemiche è stata la mancante uniformità di giudizio nel valutare l’episodio che è costato una penalità al torinese della Ducati nel GP di Spagna e quello che ha visto oggi protagonista lo stesso Bagnaia e Marc Marquez: è giusto – ci si è chiesti – che due episodi apparentemente simili vengano giudicati in maniera differente?
“Il mio pensiero l’ho espresso venerdì in Safety Commission” – ha esordito il #93 rispondendo a chi chiedeva la sua opinione sull’attuale caos che sembra esserci sul tema penalità in MotoGP – “Secondo me tutti gli episodi accaduti quest’anno, fatta eccezione per ciò che io ho causato a Portimao che era da penalizzare, sono stati incidenti di gara. Tutto il resto, dalla drop one position alla long lap penalty, per me è stato a seguito di semplici incidenti di gara: siamo la MotoGP, queste sono le corse”. “Oggi non è successo niente” – ha proseguito Marquez davanti ai microfoni di Sky Sport MotoGP – “Ho tentato un sorpasso, Pecco ha chiuso perché sapeva di averne di più: c’è chi sorpassa in rettilineo e chi, come me, deve superare quando arriva la curva perché in rettilineo non può. Io ho detto chiaramente come la penso anche in Safety Commission: qui siamo in MotoGP, non stiamo ballando”.
“Nella riunione eravamo tutti presenti, ma ognuno aveva la propria idea” – ha continuato l’alfiere di Honda – “Gli Stewards sono rimasti in silenzio, annotando quello che veniva detto. Io credo che non dobbiamo però essere noi piloti a decidere cosa si possa fare e cosa no, perché ciascuno di noi avrà la sua opinione: dev’essere il boss, che sia FIM o DORNA, a capire che direzione voler prendere, se imporre che il sorpasso debba essere necessariamente pulito al 100% o se decidere che ci possa essere più margine. Dev’essere uno solo a decidere, e quell’uno non possiamo essere noi piloti, che al massimo siamo chiamati ad ascoltare”.
“Io credo che si debba essere più permissivi. Se si dovesse davvero iniziare a dare tante penalità per tante cose diverse rischieremmo di non finire più di discutere. Noi non siamo qui per parlare di questo però: siamo qui per dare a tutti lo spettacolo della MotoGP”, ha infine concluso Marc Marquez. Inviando così, a tutti i Commissari FIM passati, presenti e futuri, un messaggio molto forte e molto chiaro.