La Stage 2A, prima parte della temibile 48H Crono, ha piegato resistenza e carrozzeria di moltissimi protagonisti della Dakar 2025. A chiudere la giornata davanti a tutti sono stati Al Rajhi e Sanders, mentre sono incappati nelle prime grosse difficoltà sia Carlos Sainz che Sebastien Loeb.
Chi la considerava la prova speciale più impegnativa e insidiosa dell’intera Dakar aveva ragione da vendere: la 48H Crono, la mastodontica Stage 2 da oltre 1.000 km complessivi, ha infatti avuto bisogno solamente della sua prima parte per mettere già in seria difficoltà alcuni dei grandi favoriti per la vittoria finale. Ben più di un protagonista annunciato ha trovato pane per i propri denti lungo il percorso che dal bivacco di Bisha ha condotto fino a uno dei sei bivacchi presenti sul tragitto, con le classifiche di Auto e Moto che hanno subito importantissimi scossoni già nel corso del secondo giorno di gara.
Auto
Le mosse strategiche viste durante la Stage 1, almeno per il momento, sembrano avere pagato eccome. È infatti Yazeed Al Rajhi, scattato stamattina da un’anonima 19ª posizione, ad avere chiuso davanti a tutti la Stage 2A, prima parte della temutissima 48H Crono. Il saudita e la sua Toyota hanno impiegato 6H 57’03” per raggiungere il Bivacco E, il quinto dei sei disseminati lungo il percorso della prova speciale, staccando così per 1’19” quella vecchia volpe di Nasser Al-Attiyah. Alle spalle del qatariota, che come Al Rajhi aveva fatto carte false ieri per poter partire da una posizione favorevole oggi, ha chiuso Mattias Ekström (3° a 8’55” dalla vetta), mentre Henk Lategan è riuscito a limitare i danni transitando sul traguardo in 4ª posizione pagando un ritardo di 11’13” da Al Rajhi. Juan Cruz Yacopini ha artigliato la 5ª piazza, appena davanti a Guy David Botterill, mentre il dinamico duo formato da Toby Price e Sam Sunderland ha sfoderato una grandissima prestazione chiudendo la giornata al 7° posto, staccato di 16’20” dalla vetta della classifica. I due ex centauri, in una tappa che ha ovviamente presentato svariate insidie dal punto di vista della navigazione, hanno fatto valere la loro enorme esperienza con il roadbook e sono riusciti a districarsi tra le dune molto meglio di quanto non siano stati in grado di fare altri veterani delle quattro ruote.
A completare la top ten di giornata sono stati Nani Roma, Giniel de Villiers e Mathieu Serradori, con la Stage 2A che ha invece richiesto il suo tributo tanto a Carlos Sainz quanto a Sebastien Loeb. “El Matador” è stato il primo a cadere: lo spagnolo ha capottato il suo Raptor T1+ al km 327, dopo essere atterrato chissà come da una duna, e ha dovuto perdere svariati minuti in attesa che arrivasse la Ford gemella di Mitch Guthrie a rimetterlo su quattro ruote. Nonostante l’impatto sia stato importante – i danni alla carrozzeria del suo Raptor sono visibili dalla Stazione Spaziale Internazionale – Sainz è riuscito a ripartire e a tenere persino un ritmo dignitoso, pur perdendo costantemente diversi minuti rispetto ai piloti di testa. Lo spagnolo ha chiuso la giornata al 25° posto, pagando 59’15” di ritardo da Al Rajhi, ma la sensazione è che tutto sommato a lui e al suo navigatore Lucas Cruz sia andata bene: un impatto di quelle proporzioni che non causa infortuni fisici o danni meccanici seri all’auto non è un qualcosa che si vede tutti i giorni alla Dakar.
Meno traumatica ma comunque insoddisfacente è stata invece la giornata di Sebastien Loeb, che veleggiava tranquillo nei pressi della top ten tenendo a portata di tiro sia Al Rajhi che Al-Attiyah prima che un guasto elettrico non ammutolisse la sua Dacia Sandrider. L’alsaziano ha perso diversi minuti in attesa che Cristina Gutierrez si palesasse in suo aiuto e per questo, pur essendo ripartito a spron battuto verso il Bivacco E una volta risolto il problema, ha accumulato 32’30” di ritardo dal crono di Al Rajhi chiudendo la giornata in 17ª posizione. In qualche difficoltà è infine incappato anche Lucas Moraes: il brasiliano è arrivato al Bivacco E al 16° posto, staccato di 32’12” dalla vetta, dopo essere rimasto… incagliato con l’anteriore destra su una duna per qualche minuto di troppo.
La Stage 2A, alla luce di tutto ciò che è stato detto finora, ha letteralmente stravolto la classifica assoluta. Al comando delle operazioni c’è Yazeed Al Rajhi, che si tiene stretto il vantaggio di 1’19” nei confronti di Nasser Al-Attiyah e di 3’44” nei riguardi di Mattias Ekström. Al 4° posto balza Guy David Botterill, distante 08’07” dalla vetta, mentre Toby Price approda in top five scalzando Henk Lategan. Piombano invece lontano dai primi dieci, pur non potendo ancora essere considerati fuori dai giochi, Sebastien Loeb e Carlos Sainz: l’alsaziano è ora 18° a 33’33” da Al Rajhi, mentre lo spagnolo – che questa sera non avrà a disposizione l’assistenza per cercare di riparare il suo Raptor – è 22° con un ritardo di 49’33”.
Moto
Per le moto, vivaddio, la giornata è stata invece più lineare. A spadroneggiare tra le dune dell’Arabia Saudita è stato anche oggi Daniel Sanders, che sembra essere partito con la chiara idea di far capire sin da subito chi sia l’uomo da battere. L’alfiere di KTM, che pure partiva per primo data la vittoria ottenuta nella Stage 1, ha impiegato 7H 41’56” per raggiungere il Bivacco E, staccando così per 40” Ricky Brabec e per 3’51” Ross Branch, gli unici due piloti che finora hanno dimostrato di poter tenere il passo dello scatenato australiano. In 4ª piazza e con 5’09” di ritardo ha chiuso Tosha Schareina, che ha preceduto Skyler Howes e Michael Docherty, rispettivamente 5° e 6° con un gap dalla vetta di 8’38” e 10’22”.
7° posto per l’interessante rookie Edgar Canet, che è tornato in top ten dopo essere incappato in qualche difficoltà di troppo nella Stage 1 e che si è soprattutto tolto lo sfizio di precedere al Bivacco E dei veterani della categoria: Pablo Quintanilla, Luciano Benavides e Adrien van Beveren si sono infatti spartiti le posizioni che vanno dall’8ª alla 10ª, con Jose Ignacio Cornejo Florimo che ha invece chiuso la giornata appena fuori dai primi dieci. Proseguono infine le difficoltà di Kevin Benavides, stoicamente ancora in gara nonostante delle condizioni fisiche tutt’altro che ottimali ma evidentemente non in grado di esprimersi al massimo. L’argentino, 26° e con un ritardo di 54’04” dal crono di Sanders al termine della Stage 2A, addirittura non è riuscito a raggiungere il Bivacco E (quello in cui è arrivata la stragrande maggioranza dei piloti di punta) e si è dovuto accontentare di sostare al Bivacco D, una ventina di km più indietro.
Con Daniel Sanders che sembra volere approfittare della contemporanea assenza di mostri sacri come Toby Price, Sam Sunderland, Matthias Walkner e Joan Barreda Bort, la top tre della classifica assoluta è presto detta: davanti a tutti c’è proprio l’australiano, che finora ha vinto tutto ciò che si poteva vincere e che guarda i suoi avversari dall’alto verso il basso, inseguito da Ricky Brabec e Ross Branch. Distacchi e altre posizioni assolute, per quanto riguarda le moto, sono al momento difficili da dire: nella giornata di domani la Direzione Gara provvederà infatti ad applicare i bonus destinati a chi ha avuto l’arduo compito di fare da battistrada quest’oggi, con conseguenti variazioni su gap e classifica generale. Per avere un quadro più chiaro della situazione, dunque, occorrerà attendere ancora diverse ore.