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SuperMonday: ad Assen il terzo gode





Con tre punte di diamante sempre lì a giocarsi la vittoria, la stagione 2022 del Campionato Superbike sembra destinata a diventare tra le più spettacolari della serie. Come ad Aragon, anche ad Assen il turco Razgatlioglu, il nordirlandese Rea e lo spagnolo Bautista hanno dato spettacolo, mettendo il vuoto tra loro e tutti gli altri piloti. Sono veloci, spettacolari e complementari: è un piacere vederli gareggiare. Con tre campioni del genere sempre pronti a rubarsi punti, per aggiudicarsi il titolo iridato sarà fondamentale correre con la testa. Come sta facendo Bautista.

Era diventato Baughiaia Alvaro Bautista, il figliol prodigo tornato in Ducati dopo due stagioni molto remunerative a livello economico, molto meno a livello sportivo, in Honda. Nonostante i mesi difficili in sella alla Fireblade il #19 non si è dimenticato come si guida e anzi ha dimostrato che l’importante non è essere infallibili, ma saper imparare dagli errori. Alvaro ad Assen ha guidato nuovamente con testa, veloce senza eccessi o forzature, e grazie alla vittoria, gentilmente offerta, in Gara 2 torna leader iridato con 18 punti su Rea e 45 sul campione in carica Razgatlioglu. Certo siamo solo al secondo round, la stagione è ancora lunghissima, ma intanto Bautista sembra aver trovato quell’equilibrio tra testa e cuore che gli mancò nel 2019 in sella alla Panigale V4 R. Per ora Baughiaia sembra essere un ricordo sbiadito, benvenuto Baustrada.

Rea, il cannibale, si sta confermando tale e tornare al suo #65 pare avergli dato nuovi stimoli: è più affamato che mai. Jonathan sembra aver dimenticato i sei mondiali già in bacheca, guida d’istinto anche inventando nuove traiettorie pur di prendersi un sorpasso. Inoltre la Ninja è tornata finalmente a rispondere come Rea desidera. Purtroppo il contatto con Razgatlioglu, da parte sua inevitabile, gli è costato un brutto ‘zero’ in Gara-2 che non può essere compensato dalle vittorie in Gara-1 e Superpole Race, rispettivamente 99^ e 100^ con Kawasaki. E non solo in termini di classifica.

Per Razgatlioglu questo 2022 sembra in salita, come quello del compare Quartararo in MotoGP. Gli avversari hanno fatto un passo avanti. Rea e Kawasaki hanno ritrovato loro stessi, Ducati ha ritrovato il Bautista di cui aveva bisogno mentre il turco e Yamaha sono quello che erano. Il rischio, per Toprak, è quello di diventare l’outsider, l’ago della bilancia per l’assegnazione del titolo. Toprak ha comunque trovato il modo di scherzare al termine del round olandese: “sia l’anno scorso che quest’anno qui sono rimasto coinvolto in un incidente in Gara-2. L’anno prossimo sarà meglio che non la corra!

Anche per Gerloff Gara-2 di Assen è un evento da evitare il prossimo anno. Nella stagione passata pronti-via e fiocinò il caposquadra Razgatlioglu, obbligandolo ad uno ‘zero’ che poteva costare carissimo ai fini iridati e iniziando un brutto periodo personale che non sembra essere ancora terminato. Questa volta la corsa dell’americano si è conclusa pochi metri più avanti, alla Strubben il tornantino sinistroso alla fine del primo settore, contro il codone della Ninja di Rea. Solo uno spavento per il nordirlandese, gara finita per Garrett. Per qualcun’altro la gara di domenica pomeriggio in Olanda regala soddisfazioni, stiamo parlando di Andrea Locatelli. Il talento bergamasco della Yamaha è stato veloce per tutto il fine settimana, terminando con un bel secondo posto il round olandese. Si tratta del primo podio stagionale per il Campione Mondiale SuperSport 2020, come in quella passata quando da rookie colse il primo podio in Superbike. Per Gerloff e Locatelli la Gara-2 di Assen smuove sicuramente sentimenti opposti.

Ci sono dei momenti in cui ci si chiede se ne vale la pena, che ti portano a fare un passo indietro o di lato per riguardare il tutto da una prospettiva differente. Fatto questo, alcuni decidono di cambiare tutto per ricominciare. Hanno deciso così Redding e Honda alla fine del 2021, dopo due stagioni passate con più rammarichi che gioie. La Casa di Tokyo ha rivisto la ciclistica della CBR 1000 RR-R cambiando fornitori, affidandosi alla controllata Nissin per i freni e per le sospensioni alla conterranea Showa, oltre a rivedere il proprio approccio nella scelta dei piloti, preferendoli giovani e affamati come Lecuona e Vierge piuttosto che esperti Bautista e Haslam. Il veloce pilota inglese ha lasciato Ducati per sposare, oltre alla dolce Jacey, l’ambizioso progetto BMW. La millona bavarese, diventata M 1000 RR, è ancora un diamante grezzo. Dopo il difficile inizio in Aragona il pilota di Glouchester sembrava destinato ad una stagione in purgatorio. Tuttavia il week end di Assen ha in parte mitigato i malumori di Scott, autore di una bella rimonta nel pomeriggio di domenica chiudendo quinto a tre secondi dal podio conquistato proprio dal rookie Lecuona in sella alla Fireblade. Il problema, per Redding e per Honda, sono i secondi presi da Bautista negli ultimi 15 giri: undici per Lecuona, che senza il contatto al vertice sarebbe stato quinto come in Gara-1 e Superpole Race, e quattordici per Redding. Spesso cambiare non porta subito al miglioramento che cerchi, ma può essere l’unico modo per trovarlo.





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.