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Bulega 2° in gara 2 in Portogallo: “Razgatlioglu? Non sono al suo livello”





Un weekend, quello di Estoril, che ha visto molte similitudini nelle varie giornate di prove e gare. Anche oggi Nicolò Bulega chiude al secondo posto, dietro solamente al campione del mondo virtuale Toprak Razgatlioglu, che ha vinto anche oggi in Portogallo. Un argento importante, che permette al pilota bolognese di sperare ancora la vittoria del titolo mondiale 2024: tutto si deciderà il prossimo fine settimana, durante l’ultimo round della Superbike a Jerez.

La domenica mattina dell’#11 Ducati Aruba è iniziata con una vittoria risicatissima proprio su Razgatlioglu, di appena tre millesimi, nella SuperPole Race. “Mi sono divertito molto stamattina perché ero al limite, ma all’ultimo giro ho cercato di tirare fuori qualcosa di extra e alla fine ha pagato, specialmente perché nell’ultimo settore Toprak non era velocissimo. Praticamente ho guadagnato due o tre decimi all’ultima curva. Sono uscito molto bene e ho vinto con il margine più ridotto di sempre. Dopo la bandiera a scacchi ero contento, ma non convinto di aver vinto. Sul rettilineo avevo Razgatlioglu attaccato e non riuscivo a capire. Credo che pure lui fosse in dubbio, poi però in curva 6 il mio capo ufficio stampa mi ha dato la bandiera italiana e ho iniziato a festeggiare.”

©Ducati Media House

Questa vittoria rocambolesca, con il solo precedente di quella fra Valentino Rossi e Toni Elias, ha permesso a Bulega di scattare dalla prima casella in gara 2, nel pomeriggio. “Nei primi giri ho faticato a sorpassare [Alvaro] Bautista e sul finale non ero comunque abbastanza veloce. Forse sarei potuto restare con Toprak sette o otto giri, però non oltre: lui aveva proprio un altro ritmo. Pur non avendo azzardato, è sempre competitivo: onestamente, non sono ancora al suo livello. Lui è fortissimo in frenata e per passarlo devi per forza andare su un altro punto della pista.

A proposito di Bautista, oggi non ci sono stati scontri fra i due compagni di team, nonostante le posizioni adiacenti: “Sapevo che lui era dietro e che non ha provato ad attaccarmi, ma non ne avevamo parlato prima della corsa. Se ha deciso di aiutarmi, lo ha deciso lui.





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Sofia Fabbri

The author Sofia Fabbri