Nonostante il sole australiano, ha piovuto sul bagnato di Buriram per Fabio Quartarato. Il #20, dopo la mesta domenica thailandese, incassa infatti il secondo 0 consecutivo per via della caduta che ha messo fine al suo disperato tentativo di rimonta e cede la vetta della classifica piloti a Pecco Bagnaia.
Griglia di partenza e passo gara alla mano, in pochi sarebbero stati in grado di prevedere una simile fosca domenica per Fabio Quartararo a Phillip Island. “El Diablo”, buon 5° dopo le qualifiche del sabato, prima del via era infatti considerato uno dei favoriti per la vittoria visto il ritmo avuto nei long run. Allo spegnimento dei semafori lo spunto è stato buono, il terreno perso dai primissimi poco: in una gara che tutti avevano preannunciato essere “di gruppo”, il francese della Yamaha sembrava in grado di poter dire la sua e mettere così fine a un filotto negativo di risultati che, iniziato con lo 0 incassato ad Aragon e parzialmente interrotto dal solo piazzamento a Motegi, non accenna invece a concludersi.
Ci sono voluti pochi passaggi perché la gara di Quartararo iniziasse però a essere tremendamente in salita. Disunitosi alla staccata della Curva 4, il francese ha dovuto fare slalom tra i suoi avversari – ed è stato peraltro abile e fortunato nell’evitarli tutti – prima di finire clamorosamente lungo nella via di fuga e perdere così una quantità indicibile di posizioni. Rientrato in gara nei dintorni della 20^ piazza e con un nugolo agguerritissimo di piloti davanti a sé, il francese ha tentato di dare vita a una rimonta che si è però arenata di lì a poco: nella foga dell’inseguimento, mentre tentava di agganciarsi al codone della Ducati di Bastianini, il #20 ha perso l’anteriore nella percorrenza di Curva 2 ed è scivolato così in ghiaia racimolando sassi nella tuta e 0 punti in classifica.
Rimproverare qualcosa al francese è francamente impossibile. Preda di una condizione di inferiorità tecnica palese ormai da inizio anno, Quartararo ha sempre dato l’impressione di dover sfruttare ogni atomo del proprio grande talento per tappare le falle di una M1 che imbarca acqua da troppo tempo. Circondato costantemente da un nugolo di Ducati, la cui ingombrante presenza fiacca fisico e mente a prescindere da qualsiasi considerazione sul gioco di squadra (o di costruttore), il nizzardo inizia ora a dare qualche fisiologico segno di cedimento: in pochi probabilmente sarebbero riusciti così a lungo a oltrepassare i limiti del proprio mezzo facendo affidamento solamente su se stessi.
“Abbiamo fatto fatica a entrare in gara” – ha dichiarato Quartararo a fine GP, mostrandosi con una serenità che non vorrei fosse parente stretta di una rassegnazione alle telecamere di Sky Sport MotoGP – “Non sono riuscito a scaldare la gomma posteriore e soffrivo soprattutto in Curva 2, dove sono stato superato da Bagnaia. Poi ho commesso un errore alla quarta curva: ho cercato di rimontare, ho superato alcuni piloti ma poi ho evidentemente spinto un po’ troppo. Ho frenato esattamente allo stesso modo, ma sono uscito da Curva 1 troppo veloce e quindi ho commesso quell’errore: purtroppo può succedere. Non è ancora finita, mancano ancora due gare, dunque dobbiamo tornare a concentrarci per fare del nostro meglio”.
In Casa Yamaha, tuttavia, il morale difficilmente potrà essere alto. Bagnaia ha recuperato una vera e propria valanga di punti dal Gran Premio di Assen in avanti – a proposito, mai nessuno nella storia era riuscito a diventare leader del Mondiale ricucendo un gap simile -, e dall’esterno è indubbio che il binomio Pecco – Ducati appaia molto più solido del duo Quartararo – M1. “Il problema non è tanto legato al fatto che io debba superare il limite, ma che noi guidiamo in un modo diverso da tutti gli altri” – prova a spiegare Quartararo – “Riusciamo a essere veloci, ma non abbiamo una moto in grado di vincere le gare. Dobbiamo trovare un modo per guidare portando meno velocità in percorrenza di curva: ho bisogno di una moto che possa vincere i GP, non di una moto che vada forte nelle qualifiche”. “Il fatto che ora Bagnaia sia leader della classifica cambia parecchie cose. Ora smetterò di pensare al campionato per un po’, credo che la cosa più importante sia godersi queste ultime due gare e cercare di divertirsi. È da troppo tempo che non riesco più a godermi la gara, quindi vorrei tornare a farlo. La Malesia è un circuito che mi piace: ho dei bei ricordi, quindi cercheremo di divertirci”, ha infine concluso il #20, consapevole di dover scalare una montagna che sembra farsi più alta di Gran Premio in Gran Premio.