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#QatarTest: nella prima giornata Viñales regola Dovizioso e Iannone. Honda giù





Prima giornata di test andata in archivio. Svetta Vinales. Molto bene Dovizioso e Iannone, che si tengono a 50 millesimi. Ottima giornata per Rossi e Lorenzo, penalizzati classifica alla mano dal mancato il time Attack finale. Honda sparisce dai radar. 

Il circuito di Losail riesce a mettere spesso in difficoltà le gomme. La presenza di sabbia sull’asfalto è tutt’altro che rara e ciò lo rende maggiormente abrasivo, qui la durata degli pneumatici è più importante rispetto a molti altri tracciati. Un’altra caratteristica di questa pista, legata all’ubicazione desertica ed all’orario, è l’umidità. Si corre in notturna, o come in questi test a cavallo tra pieno pomeriggio e sera, e l’elevato sbalzo termico comporta il deposito di umidità sull’asfalto. “Non è prevedibile quando possa arrivare – ha detto Piero Taramasso, boss di Michelin Two-Wheels Motorsport – se finché i piloti sono in pista o alla fine delle sessioni, sappiamo solo che possono trovare il tracciato umido da un momento all’altro. Nel primo caso la pista diviene scivolosa, nel secondo la gommatura va parzialmente via. Allora qui servono pneumatici durevoli e dell’elevato grip, efficaci anche in caso di umidità e con un buon warm up.”

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La casa francese ha così portato tre diverse soluzioni per l’anteriore ed altrettante al posteriore, di cui complessivamente 2 nuove. Le anteriori Soft e Medium sono già conosciute dei piloti, che le hanno già usate lo scorso anno in alcune gare. Invece l’anteriore Hard sfrutta una nuova mescola, già provata ed approvata da tutti i team a Buriram. Dietro Medium e Hard corrispondono a quelle usate qui lo scorso anno, mentre la posteriore Soft ha una mescola inedita, studiata per dare maggior grip in ogni condizione senza perdere in durata rispetto alla Soft usata 12 mesi fa. Il nostro obiettivo è usare queste stesse gomme anche tra due settimane, al via del Campionato – ha dichiarato Taramasso – cerchiamo le conferme da scuderie e piloti.”
Questi test saranno poi chiusi da un wet-test, con la pista allagata artificialmente per due ore finali di sabato. A disposizione dei piloti gomme Rain in mescola Soft e Medium.

Team e piloti hanno aspettato oltre un’ora prima di uscire dalla pit lane: i test hanno inizio alle 13 locali, nella fase più calda della giornata. Siccome la gara sarà in notturna, piloti e team hanno optato per aspettare che le condizioni diventino il più vicino possibile a quelle del GP. Inoltre, complici le piogge dei due giorni scorsi, la pista era molto sporca.
Il primo a scendere in pista è stato Bradley Smith, seguito da Miller e Rabat. Ma il loro è stato solo un breve shake down: la pista ha cominciato ad animarsi mezz’ora più tardi, quasi allo scoccare della seconda ora. Nelle primissime fasi sono Smith e Lorenzo a strapparsi reciprocamente la prima posizione, in 1’58”, salvo poi far spazio a Dovizioso e Pedrosa che in pochi giri riescono a scendere in 1’56”0, venendo raggiunti pochi minuti dopo anche da Marc Marquez.

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Finita la terza ora sono rientrati tutti ai box, per scambiare le prime impressioni coi tecnici. Dovizioso è braccato dal duo HRC, più lontani Petrucci e Rossi che chiudono la Top5. Honda ha focalizzato queste tre giornate di test sullo sciogliere ogni riserba sui nuovi motori, decidendo se optare per quello più pieno in allungo o se per quello più coppioso. Ed il disegno di Losail sarà di grande aiuto. Per HRC previsti anche test aerodinamici comparativi, una volta scelto il motore: la nuova carena alata non sembra adattarsi a pieno alle caratteristiche della RC213V 2018. In casa Ducati, per Dovizioso e Petrucci lavoro di affinamento col telaio evoluzione della GP18, introdotto a Buriram. Jorge Lorenzo, invece, è tornato alla GP18 standard, di Sepang, con cui aveva chiuso davanti.
Per Yamaha lavoro di sviluppo e comprensione del mezzo, con le stesse componenti usate in Thailandia. In casa Aprilia, oltre allo sviluppo della forcella in carbonio, è apparso per qualche giro l’atteso forcellone in tale materiale. Invece il nuovo motore per le RS-GP arriverà solo tra due settimane per il GP. Suzuki ha portato un’ulteriore evoluzione aerodinamica.

Sistemati i primi dettagli e tornati in pista è Rossi a prendere il comando, scendendo per primo sotto l’156”, girando per la precisione in 1’55”8 con un miglioramento di quasi un secondo. Migliorano anche Crutchlow e Iannone, che salgono in seconda e quinta posizione, ma soprattutto Vinales che si porta ad un soffio dalla M1 #46. Il lavoro dei piloti ha avuto come base la costanza di rendimento. Ci è voluta più di un’ora prima che la classifica venisse nuovamente stravolta: Iannone e Vinales danno il la al ribaltone, salendo in prima posizione in 1’55”483, entrambi con lo stesso tempo. Primato poco durevole, infatti  Jorge Lorenzo migliora molto fino a scendere in 55”423. Così il #99 trova la prima posizione, mentre col il sole ormai tramontato iniziano ad accendersi i riflettori. Risalgono la classifica anche le due Repsol HRC e Zarco.

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Con le tenebre ormai ad avvolgere il tracciato qatariota, i piloti hanno cercato di unire ritmo e velocità. In questa nuova fase il più capace è Marquez, con una bella sequenza di giri che oscillavano tra il 55”9 ed il 56”1, più lento di qualche decimo e meno costante Dovizioso, molto più discontinui ma con tempi medi vicini al Dovi il compagno Lorenzo, Rossi e Vinales. Giro dopo giro i piloti migliorano il proprio passo, alcuni con un cambio gomme lo portano anche a ridosso del proprio best. Rossi addirittura si migliora, scendendo prima in 55”6 e quindi in 1’55”432, portandosi secondo a pochi millesimi da Lorenzo, che gira di passo sul 55”5, mentre Pedrosa cade senza conseguenze alla curva 2. A due ore dal termine ultima sosta ai box, coi piloti intenti in analisi e modifiche di set up.

Vinales e Crutchlow escono dalla pit lane e provano ad attaccare la classifica. Il #25 ci riesce subito ed alla grande, portando il limite assoluto ad 1’55”0. dall’altra parte del box Rossi lavora egregiamente sul passo, martellando sul 56”1 con gomme usurate. Momento positivo per le M1, prova allora a salire in cattedra anche Zarco, con gomme fresche. Il francese si ferma ad un decimo e mezzo da Vinales, portando una seconda Yamaha davanti a tutti, e prosegue senza sosta cambiando ritmo, dedicandosi al passo, con tempi sul 55” e mezzo. Ad un’ora dal termine migliora con decisione anche Dovizioso, il forlivese scavalca Zarco e si porta a 51 millesimi dal Top Gun. Lorenzo e Rossi non migliorano, ritrovandosi quarto e quinto a 60 minuti dalla fine. Marquez è nono, dietro a Crutchlow e davanti a Pedrosa: le tre RC213-V ufficiali sono racchiuse in 19 millesimi, e pagano mezzo secondo alla M1 di Maverick.

Il tanto atteso Time Attack finale non arriva, anzi in molti restano fermi ai box, altrettanti escono per fare qualche tornata finale. Solo le Suzuki provano il colpo di reni: Iannone arriva a 107 millesimi da Vinales, Rins a meno di quattro decimi. Le Suzuki e le Honda VDS pilotate da Morbidelli e Luthi sono di fatto le uniche a scendere in pista con costanza e consistenza nel finale, sporadicamente accopagnate da Lorenzo e Dovizioso. Proprio Andrea taglia per ultimo il traguardo, ponendo la parola fine a questa prima giornata di test caratterizzata da molto e incessante lavoro.

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Sembra di essere tornati indietro di 12 mesi. Maverick Vinales chiude in testa la prima giornata di prove, e per un soffio non abbatte il muro del 55”. Il #25 ha inoltre fatto registrare il miglior tempo alle 19:15 locali, in pieno orario di gara: da quest’anno si corre alle 19, non più alle 21. Lo inseguono a 50 millesimi i due Andrea, con il tempo trovato rispettivamente alle 20 ed alle 20:30. Quarto Zarco, che si tiene dietro Lorenzo. Sesto Rins, vice stakanovista di giornata con 67 giri, il migliore dei quali proprio nel finale. Segue Valentino Rossi, davanti a Petrucci ed alle tre RC213-V di Repsol ed LCR.

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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.