Una vittoria arrivata nel momento in cui una sella per l’anno prossimo non c’è: è questo il riassunto della gara in Qatar di Di Giannantonio. Tra la felicità per il primo successo nella classe regina e la frustrazione per un futuro incerto, ecco cosa ha dichiarato nella notte di Lusail.
“È pazzesco, mamma mia che cosa abbiamo fatto!“ non sta comprensibilmente nella pelle Fabio Di Giannantonio in Qatar dopo la sua primissima vittoria in MotoGP. “Abbiamo lavorato tanto e alla fine è arrivata, a inizio stagione non arrivava niente. È stato difficile, ma ho avuto un bel gruppo attorno a me sia nel team che nel mio staff a casa che mi ha aiutato a credere nel processo, a lavorare a testa bassa e… cavolo oggi sembra che siamo sul tetto del mondo, è figo!”
Durante la gara il team gli ha esposto al muretto uno strano segnale, “0000”, mentre sulla sua moto arrivava la comunicazione “mappa 8“, qualcosa che a molti ha fatto tornare in mente la segnalazione che la squadra mandava a Jorge Lorenzo. “È stato un segnale, abbiamo fatto un piano precisissimo per cosa fare in ogni momento della gara e quello era il momento per attaccare Pecco o chiunque fosse davanti e andare via. Ho sempre avuto un super passo, abbiamo visto qui che è difficile stare davanti, se fossi stato davanti tutta la gara avrei finito veramente presto la gomma. Per tutto il weekend ho visto che se spingevo da solo mi si marcava tantissimo sulla destra e non potevo più spingere ed essere costante, quindi stare dietro qualcuno mi aiutava, ma allo stesso tempo la temperatura si alzava. Quindi quello è stato il segnale per indicare il momento giusto per attaccare.” Ha chiarito Diggia fugando ogni dubbio su eventuali ordini da Ducati per la lotta mondiale.
Non solo una vittoria, in Qatar Di Giannantonio ha anche studiato durante la gara. “Stare dietro a qualcuno ti aiuta ad avere un riferimento, quello che mi ha aiutato tanto è stato salvare il davanti, da solo avrei finito la gomma a metà gara. Stare dietro e uscire dalla scia mi ha permesso di salvaguardarla, poi stare dietro a un pilota ti aiuta ad avere riferimenti, vedere dove fa cosa, dove lo fa meglio o peggio e questo sicuramente mi ha aiutato.”
A una gara dalla fine della stagione 2023, Fabio non ha una sella per il prossimo anno. Si era parlato di HRC, con uno scambio di moto con Marc Marquez, ma anche di VR46 in caso fosse Marini a salire sulla Honda. Ma ancora nulla di fatto. “L’obiettivo è quello di rimanere in griglia, sembra ci sia ancora una possibilità. Ovviamente io fuori dalla pista faccio poco, ho il mio staff che ci sta lavorando, anche se sembra che ogni volta ci sia un piccolo intoppo. È un po’ surreale la situazione, mi sento di poter rimanere qui e continuare a fare belle cose, però io dalla mia parte posso solo cercare di fare il massimo. Se dovessi lasciare questo mondo, vorrei farlo al top, ma secondo me con questi risultati qualcosa possiamo smuoverlo.” E tutti, ovviamente, glielo augurano.