Una quarta e l’altra quinta, entrambe staccate di oltre 15″5 dal leader della corsa Marc Marquez. No, non si può certo dire che il GP di Germania sia stata la più positiva delle trasferte, per il team Ducati ufficiale in MotoGP.
Tanto Danilo Petrucci quanto Andrea Dovizioso, infatti, per tutta la durata del weekend tedesco non sono apparsi a proprio agio in sella alle GP19, con il forlivese che nella giornata di sabato non è neppure riuscito a passare la tagliola della Q1 a causa del crono fatto segnare allo scadere dalla Honda di Nakagami. E’ vero, la Casa di Borgo Panigale sapeva probabilmente sin da inizio anno che il toboga del Sachsenring non sarebbe stata terra di conquista per le due cavalcature rosse, ma quando l’obiettivo è quello di insidiare Marc Marquez per la vittoria finale questi weekend sono difficili da accettare e mandare giù.
Soprattutto se poi, come fatto notare dal #9 al termine del GP, Ducati si è trovata in grosse difficoltà per il secondo GP consecutivo. “Credo sia molto preoccupante il fatto che tanto ad Assen quanto qui al Sachsenring il distacco medio dal ritmo del vincitore sia stato di mezzo secondo a giro“ – ha esordito infatti il ternano una volta conclusa la gara – “E’ ovvio che nessuno di noi sia contento, ma tanto io quanto Andrea e Jack (Miller, ndr) ci stiamo impegnando al massimo e stiamo facendo tutto il possibile”. Petrucci è stato peraltro vittima di una caduta piuttosto violenta durante il Q2 del sabato, ed avendo dovuto affrontare la corsa con entrambi i polsi contusi ci ha tenuto particolarmente a rispedire al mittente le accuse – velate e non – di chi sostiene che siano i piloti Ducati a non impegnarsi a sufficienza per contrastare il dominio di Marquez. “Ho letto da qualche parte che ci saremmo risparmiati tra di noi“ – ha infatti proseguito Petrucci – “Ma non mi è sembrato proprio che le cose siano andate così, dato che ce le siamo date ad ogni giro. Credo in realtà che siamo arrivati al limite della moto, nessuno di noi tre riesce a fare qualcosa di più. Guardate Jack: pur partendo davanti, ci è finito dietro e non è riuscito a stare con i primi”.
Le cause dei latitanti risultati di queste ultime gare risiederebbero dunque, secondo Petrucci, nei limiti progettuali congeniti della GP19, una moto i cui pregi e difetti sono ben noti a tutti ormai da parecchi anni. Tuttavia, se nel passato anche piuttosto recente i pregi della Ducati sono riusciti a tappare le falle generate dai difetti, ora i punti di forza delle creature di Borgo Panigale non sembrano essere più sufficienti per tenere il passo di una concorrenza che pare invece progredire di GP in GP.
D’accordo con il ternano è anche Andrea Dovizioso, presentatosi ai microfoni dei media nel dopo gara del Sachsenring con il muso lungo delle giornate difficili. Il forlivese, che per il 3° anno consecutivo si è schierato ai blocchi di partenza del Mondiale con il vessillo di principale sfidante del #93, sta vedendo aumentare sempre più il proprio distacco in classifica piloti, e soprattutto parrebbe essere ormai piuttosto pessimista circa la possibilità che si verifichi un radicale cambio di tendenza. “Le ultime due gare purtroppo hanno dimostrato il distacco che abbiamo rispetto ai nostri principali avversari“ – ha esordito Desmodovi – “E questo sicuramente è un lato negativo. Quando ti ritrovi ad accusare un gap simile non hai molto da dire: purtroppo non siamo competitivi come vorremmo. Ora come ora i nostri avversari sono migliorati più di noi, e oltre a Marc che è diventato ancora più lontano ci sono anche Rins, Quartararo e Vinales che stanno sfruttando molto bene i loro pacchetti. Sono tutti più competitivi rispetto all’inizio dell’anno, quindi noi adesso facciamo più fatica“.
La spugna Dovi non pensa ancora a gettarla, dato che dopo la pausa estiva il Motomondiale tornerà a correre su piste sulla carta più favorevoli alla GP19, ma il #04 è ben consapevole che sarà molto difficile ricucire il distacco scavato da Marquez. “Nei prossimi appuntamenti credo che potremo essere più competitivi“ – ha proseguito infatti il forlivese – “Ma quello che abbiamo tra le mani ora non è sufficiente neanche per pensare di lottare contro Marc. Non è neppure questione di ragionare su come poter recuperare punti, perché attualmente non stiamo combattendo contro di lui, stiamo combattendo contro noi stessi“. Sia per Petrucci che per Dovizioso, infatti, il vero avversario sarebbe proprio lei, quella GP19 che a metà stagione sembra aver palesato improvvisamente tutti i propri limiti. “Attualmente penso le stesse cose che pensavo 4 anni fa: a centro curva siamo troppo lenti“ – incalza Dovizioso, ricollegandosi così alle dichiarazioni di Petrucci – “Fortunatamente nel corso del tempo siamo riusciti a migliorare in molti altri aspetti, e questo ci ha reso più competitivi, ma ora stanno tutti alzando l’asticella e noi rimaniamo ancora troppo indietro sul fronte del ‘turning’. Adesso, ancora di più del passato, bisogna sedersi attorno ad un tavolo e pianificare una strategia per il futuro”.
“Lavorare sul ‘turning’ è un qualcosa di molto difficile, un qualcosa di cui peraltro noi non siamo molto esperti“ – prosegue ancora il forlivese – “Credo quindi che ci vorrà tempo, ma penso che sia necessario focalizzarci su questo aspetto. Questa tematica è stata sempre presa in considerazione, ma non è mai stata vista come una priorità: ora invece la sua importanza è chiara anche a chi in precedenza non la pensava così, quindi è il momento giusto per spingere su questo fronte”. “Se questa strategia richiederà un anno prima di dare dei frutti allora vorrà dire che dovremmo lavorare per un anno, perché se il nostro obiettivo è quello di vincere il Mondiale siamo lontani. Se il nostro obiettivo invece è quello di fare delle belle gare ogni tanto allora lo stiamo facendo, ma non credo che sia questo ciò a cui noi tutti puntiamo“, ha concluso piuttosto laconicamente il Dovi.