Al termine delle FP3 del GP del Mugello, nella classifica finale stilata allo sventolare della bandiera a scacchi, solamente un pilota risultava “Not Classified”. Quel pilota, nemmeno a dirlo, è Michele Pirro, rimasto vittima di uno spaventoso incidente alla staccata della San Donato nel corso delle FP2 andate in scena ieri pomeriggio.
Il #51, Wild Card del primo appuntamento italiano della MotoGP in questo 2018, è stato sbalzato violentemente in aria dalla propria Desmosedici quando, secondo i rilevamenti del team, stava ancora viaggiando ad una velocità di circa 270 km/h. Dopo aver fluttuato drammaticamente in aria per diversi metri, il malcapitato Pirro è piombato pesantemente al suolo perdendo conoscenza a causa della violenza dell’impatto: finito esanime all’interno della via di fuga mentre il personale medico accorreva per sincerarsi delle sue condizioni, per diversi minuti il #51 ha tenuto tutti con il fiato sospeso, fino a quando una comunicazione da parte dei soccorritori non ha parlato di un pilota fortunatamente cosciente. Dolorante, tumefatto, provato dall’impatto subito, questo è certo. Ma, per fortuna, cosciente.
La dinamica dell’incidente, mostrata al mondo solamente dopo che le condizioni di Pirro erano apparse stabili, è stata piuttosto cruenta ed ha impressionato tanti non solo tra il pubblico, ma anche tra gli addetti ai lavori. Alcuni dei quali – nel caso specifico i piloti, quelli che su quel dosso della San Donato si stanno tuttora lanciando ad oltre 340 km/h – non hanno tardato a far sentire la propria voce, invocando una maggiore sicurezza in quel punto tanto iconico quanto pericoloso della pista toscana. “Innanzitutto spero che Michele stia bene“ – ha dichiarato ad esempio Danilo Petrucci al termine delle FP2 – “Ci siamo spaventati tutti, ha fatto davvero un volo bruttissimo. Il punto in cui ha fatto l’incidente è davvero pericoloso, perché si stacca una ruota sola. Lì c’è un problema: quel dosso è accompagnato da un avvallamento, quindi la moto non reagisce mai allo stesso modo. Ho visto che lì la sua moto si è scomposta, ha avuto un forte scossone credo per via delle pinze del freno che potrebbero essersi allontanate”. Ed il problema di cui parla Petrucci, stando alle sue stesse dichiarazioni, non è dei più recenti: “Sono ormai 3 anni che in quel punto sembra che le moto siano diventate molto instabili” – ha continuato infatti il #9 – “Oggi (ieri, ndr) ne parleremo in Safety Commission per cercare almeno di spianare la pista, perché non è il massimo passare ai 350 km/h con il muretto così vicino. Vediamo che ne pensano anche gli altri piloti”.
Altri piloti che, nel caso specifico di Marc Marquez, sembrano dare parecchio credito alle parole dell’alfiere Pramac. “In quel punto io sono caduto nel 2013 e sono stato molto fortunato” – ha infatti dichiarato il #93 a margine di un’intervista dopo le FP2 – “E già dopo quell’incidente chiesi di modificare quel punto, perché le moto si muoverebbero di meno e sarebbe decisamente meno rischioso di com’è ora. Però non è stato fatto nulla, nonostante in quel punto si vada molto forte e nonostante sia uno dei passaggi più difficili dell’intero Mondiale. In quel punto si ha paura. Spero comunque che Michele stia bene“.
Happy to report that @PirroRider is on the mend ????
Get well soon Michele, we hope to see you back on a bike in no time! #MotoGP pic.twitter.com/yYYLfiBKmY
— MotoGP™???????????? (@MotoGP) June 1, 2018
E Michele sì, si può davvero dire che vista la dinamica dell’incidente stia, tutto sommato, bene. Il pilota pugliese ha infatti riportato un trauma cerebrale commotivo e la sublussazione della spalla oltre ad un trauma toracico ed addominale, ma queste conseguenze sembrano davvero poca cosa se si pensa alla velocità a cui l’impatto è avvenuto e, soprattutto, al fatto che Pirro in quel momento non indossasse una tuta munita di airbag. Il regolamento della MotoGP non impone infatti alle Wild Card di indossare sempre tute equipaggiate con questo fondamentale dispositivo di sicurezza, ed il #51 la sua unica tuta dotata di airbag l’aveva indossata durante le FP1 mattutine. L’installazione dell’airbag fornito da Alpinestars sulla seconda tuta della Vircos sarebbe dovuto avvenire nel corso del pomeriggio, una volta terminate le FP2, e mentre la prima tuta si asciugava Pirro ha deciso di scendere in pista direttamente con la seconda. Prendendosi un rischio enorme che, per fortuna, non ha portato a conseguenze irreparabili.