Bagnaia lo ha fatto capire ieri e lo ha ribadito oggi al termine dei test: quel numero sul cupolino non è casuale. Podio virtuale per i francesi Zarco e Quartararo, sulla cui M1 sono spuntate diverse “cose”. Anche se alla fine il Nizzardo ha fatto i tempi migliori con motore nuovo e aerodinamica vecchia.
Terminato a Portimao anche il secondo ed ultimo giorno di test, ultimo in senso assoluto visto che il prossimo turno per i piloti della MotoGP saranno le prime libere del GP di Portogallo. A impressionare, come ieri, è stato Francesco Bagnaia, che ha chiuso con un impressionante 1’37”968 che è pure il nuovo record della pista. Record stampato al penultimo giro personale nel pomeriggio, dopo che lo aveva già ritoccato al mattino con un bel 1’38”1. Da segnalare oggi l’assegna di Di Giannantonio, dichiarato unfit dopo la caduta di ieri. Il botto non è stato così grave in sé, a procurare danni importanti al romano è stata la ghiaia della via di fuga, veramente grossa e pericolosa e fuoriscala rispetto alle direttive FIM.
Pecco e la Ducati sembrano essere già messi molto bene, e infatti lo stesso pilota torinese ammette che la nuova Desmosedici GP23 è già al 90% del proprio potenziale. Secondo tempo per Zarco, a poco meno di tre decimi dal capomarca. Il francese del team Pramac ha girato molto con la carena 26/a, ovvero l’evoluzione di quella del 2022 con i down-washer. Ma a quanto pare il team Pramac andrà ad omologare la versione 26/b, d’ispirazione Aprilia, che piace tanto a Martin, oggi 8° per non aver fatto time attack nel tardo pomeriggio come A. Marquez (7°) che, con la GP22 del team Gresini sta mostrando tutte le proprie qualità.
Ancora bene Bezzecchi (4°) e Marini (5°) con le GP22 del team VR46, divisi da 4 centesimi e a meno di quattro decimi da Bagnaia, mentre dopo i problemi di ieri il neo ufficiale Bastianini è riuscito a chiudere questi test con un onorevole sesto tempo a quattro decimi dal compagno di squadra.
Se Ducati non ha portato nulla di visibile, se non una nuova leva vicino al cruscotto, un po’ a sorpresa Yamaha ha introdotto diverse novità a livello aerodinamico. Infatti sulla M1 di Morbidelli è comparso un secondo paio di alette secondarie sulla fiancata, sotto a quelle provate ieri che sono un’alternativa di quelle a ‘C’ viste dai test di Valencia, mantenendo il cupolino approvato a Sepang. Questo mentre sulla moto di Quartararo è stato installato un nuovo cupolino, dove l’ala principale diventa biplano, mantenendo una coppia di ‘C’ laterali. Questo nuovo cupolino affidato al Diablo è un ibrido tra la soluzione validata a Sepang e un cupolino provato unicamente nei test di Valencia.
Inoltre nel finale di giornata è comparsa una divertente sorpresa sul codino delle M1. Uno strano alettone, ben più voluminoso rispetto a quello che Aprilia ha iniziato a sviluppare dal GP del Mugello. Lodevole l’impegno della Factory di Iwata, che per il 2023 non vuole lasciare nulla al caso, mentre questa ricerca di carico aerodinamico è forse sintomo di un motore che ora può digerire ben più drag rispetto a prima.
Quale sarà la soluzione che verrà omologata Yamaha lo scopriremo solo tra un paio di settimane. Intanto i tempi sono più lusinghieri rispetto ieri, sia in senso assoluto che se rapportati a quelli dei rivali. Infatti è di Quartararo il terzo tempo in classifica alla fine di questi test. Seppur a tre decimi da Bagnaia, il nizzardo ha ben figurato, addirittura la simulazione di Sprint Race è tra le migliori, in compagnia di Bagnaia e Martin. Il problema è che i giri migliori al nizzardo sono usciti utilizzando telaio ed aerodinamica 2022, abbinati al più potente dei motori 2023. Sì, lo yamahismo è una dottrina a volte difficile da comprendere. E forse davvero a Quartararo bastava un motore più potente, come ha detto spesso negli ultimi due anni. Intanto Morbidelli è appena 19°, a sette decimi dal compagno di squadra e a un secondo da Bagnaia.
Classifica alla mano, è stata una giornata meno positiva per Aprilia rispetto a ieri visto che il meglio piazzato in classifica è Espargarò, in decima posizione con Oliveira e Vinales vicinissimi alle sue spalle. Ma i piloti Aprilia hanno lavorato con gomme nuove solo al mattino, sfruttando il pomeriggio per il lavoro con gomme usate e da tale lavoro emerge un interessante long run fatto da Oliveira: 14 giri sul 39″5 di passo. Intanto è confermato che il team RNF godra di ciclistica e motore 2023, mentre a livello aerodinamica partiranno con la variante standard dello scorso anno.
La Casa di Noale non ha introdotto novità visibili oggi, continuando a provare le soluzioni già svezzate. Tra queste, le Fork Wings il cui scopo, come dichiarato da Albesiano, è unicamente di generare carico limitando le impennate, permettendo di variare il bilanciamento aerodinamico della moto in base ai circuiti. Verranno omologate, ma non saranno una componente standard della moto. Bocca cucina invece sui deflettori comparsi sul forcellone, su cui andranno fatte attente valutazioni nelle prossime settimane in vista della possibile omologazione.


In casa Honda ci sono più certezze rispetto a Sepang. Dei tre telai provati in Malesia, uno solo è stato riproposto in Portogallo accompagnato da una sua evoluzione che si differenzia per la zona finale, dove si aggancia il forcellone, più snella cercando maggior flessibilità. Questa novità sembra essere piaciuta molto ai piloti sia del team Repsol che del team LCR. Intanto proprio un pilota del team di Cecchinello, Rins, è stato sfruttato per raccogliere dati su un’ulteriore configurazione aerodinamica. Il cupolino è quello ‘felicissimo’, accompagnato però dalle main wings del 2021 e con una nuova variante di bombatura della parte bassa delle fiancate. Una configurazione simile, ma con le bombature sulle pance differenti, è stata provata anche da Bradl e Marquez già in Malesia. Nessun cambiamento per i down-washer, che sulle Honda restano quelli introdotti a Sepang e installati anche alla presentazione di Madrid, soluzione alternativa alla bombatura.
Non la pensa così KTM, che ha continuato a utilizzare la soluzione mista sia sulle RC16 del team interno di Binder e Miller che su quelle rimarchiate GasGas del team Tech3, Anche se alla fine la soluzione preferita dai piloti era priva di down-washer. I piloti con le moto austriache hanno continuato a veleggiare attorno alla zona punti (virtuale) anche oggi, finché Binder non ha risollevato un po’ il morale di tutti chiudendo in nona posizione a mezzo secondo da Bagnaia. 17° Miller, davanti a Pol Espargarò mentre A. Fernandez è penultimo.
