Dalla prossima stagione il costruttore francese, in accordo con i team e le case costruttrici impegnati in MotoGP, fornirà solo due opzioni per il posteriore. La decisione, presa della Gran Prix Commission dopo un sondaggio che ha coinvolto tutte le parti, serve a “diminuire il numero di pneumatici prodotti e trasportati da Michelin ma alla fine non utilizzati”.
Dal prossimo anno in MotoGP cambiano le regole relative all’allocazione degli pneumatici per ogni Gran Premio. Resteranno a disposizione dei piloti 12 pneumatici posteriori, a cambiare sarà la varietà di mescole a loro disposizione nei singoli eventi. Oggi i piloti hanno a disposizione tre diverse opzioni posteriore, e così è dall’inizio del monogomma Michelin, distribuite come segue: un massimo di sei delle specifiche Soft, quattro delle Medium e tre delle Hard. In questo contesto i team hanno scelto di volta in volta, a seconda della pista e delle condizioni attese, quanti pneumatici avere per ogni singola specifica.
Dal 2023 le opzioni posteriori per i piloti impegnati in MotoGP saranno solo due, decise solamente da Michelin ed in quantità fissa. Di conseguenza tutti i piloti avranno la stessa assegnazione: sette dell’opzione più morbida e cinque dell’opzione più dura. La Casa francese deciderà quali specifiche portare a ciascun evento, rispettando le seguenti accoppiate: Soft/Medium, Medium/Hard o Soft/Hard.
Questa novità serve a rendere la MotoGP più sostenibile, diminuendo “il numero di pneumatici prodotti e trasportati da Michelin ma alla fine non utilizzati” come riporta il comunicato della Gran Prix Commission. Nelle prime stagioni del monogomma francese le tre diverse opzioni posteriori erano utili ad accordare gli pneumatici del Bibendum con i vari costruttori, ed in gara capitava spesso di vedere anche tutte e tre le soluzioni impiegate.
Negli ultimi anni invece lo sviluppo tecnico ha fatto sì che i vari piloti scelgano quasi sempre le stesse opzioni, lavorando principalmente su quelle nelle libere e lasciando inutilizzati molti pneumatici. Michelin aveva anche provato a riproporre nelle tappe seguenti della MotoGP questi pneumatici d’avanzo. Da qui nacque il caso degli “pneumatici preriscaldati“ che, secondo i piloti, erano meno efficaci per via del trattamento conservativo che subivano.
La Gran Prix Commission, composta dai delegati di Dorna, FIM, MSMA e IRTA, ci ha tenuto a precisare che “al fine di determinare l’allocazione futura degli pneumatici è stato condotto un sondaggio tra tutti i team della classe MotoGP, e questi erano in larga parte favorevoli a quanto deciso“.