Gara incredibile dei ragazzi terribili della Moto3. Un’ammucchiata da cardiopalma simile alle domeniche da bollino nero di metà agosto consegna la vittoria ad un bravo Masia, che concretizza la pole position di ieri sera. Infatti il ritmo tenuto, più lento di oltre 3 secondi rispetto alle qualifiche di ieri, porta alla formazione di un gruppo di circa 16 piloti racchiusi in meno di due secondi per tutta la durata della gara. Curva dopo curva le posizioni si invertono e le traiettorie si incrociano: fortunatamente sono pochi i contatti (l’unico da segnalare è quello di McPhee che stende Lopez e Toba) e le scorrettezze. Si arriva così all’ultimo giro con Dalla Porta che cerca di scappare e fare il buco ma che alla staccata di curva 4 viene assaltato da cinque o sei piloti: Darryn Binder lo porta all’esterno rovinandogli la gara. Davanti a tutti si trova così Masia, seguito a ruota dall’idolo di casa Gabriel Rodrigo, dal bravissimo Tony Arbolino e dal già citato Darryn Binder. Dietro di loro il finimondo. Nelle ultime staccate Masia riesce a tenere la testa della gara e ad aggiudicarsi la sua prima vittoria in Moto3. Binder riesce fortunosamente ad aggiudicarsi la seconda posizione davanti ad Arbolino, al primo podio di carriera. Niente da fare per l’argentino Rodrigo che sbaglia la traiettoria delle ultime due curve tentando l’attacco su Binder e viene risucchiato in sesta posizione. Seguono Antonelli, Sasaki, Dalla Porta, Foggia, Ramirez e Toba (che dopo la semi-caduta con McPhee e Lopez riesce a risalire in top ten). Le teste di serie Canet e Fenati si fermano solo in dodicesima e in quindicesima posizione. Paura per la caduta di Perez. Ci si vede tra due settimane per la prossima gara in tangenziale est di Milan… ehm per la prima tappa del giro di Itali… ehm ad Austin. Se questo sarà il leitmotiv della stagione, mettetevi comodi: ci sarà da divertirsi.
Il primo colpo di scena avviene nel giro di formazione quando il pole man Xavi Vierge viene abbandonato dalla sua moto ed è costretto ad alzare bandiera bianca per un problema elettrico. Remy Gardner e Marcel Schrotter dettano il ritmo nei primi giri di gara. Il secondo colpo di scena avviene a 18 giri dalla fine quando alla stessa curva cadono Thomas Luthi e Sam Lowes quasi contemporaneamente. Gara a cinque piloti fino alla fine della gara con Gardner e Schrotter che si scambiano spesso la prima posizione seguiti da Marquez, Baldassarri e Binder. Il #7 italiano incomincia la sua rimonta e prima passa Marquez e Schrotter e poi, a cinque giri dalla fine, infiamma Termas de Rio Hondo superando in staccata Remy Gardner, che va lungo finendo alle spalle di Schrotter. Da qui in poi la prima posizione si cristallizza nelle mani di Lorenzo Baldassarri, bravo a gestire e a portare a casa il secondo successo di fila. Dietro invece succede il finimondo con Gardner che supera Schrotter, in difficoltà e scavalcato pure da Marquez. A tre giri dalla fine Brad Binder attacca Marcel Schrotter portandolo fuori linea: il tedesco subisce anche il sorpasso di Marini che, galvanizzato, va all’attacco del sudafricano. Niente da fare per il fratello di Valentino che chiude la gara in sesta posizione dietro a Binder. Settimo invece Schrotter dopo l’attacco al limite di Binder. Ottimo sesto posto per Lecuona. Da sottolineare anche il nono posto di Bastianini ed il quindicesimo di Bezzecchi. Cade Martin. Non termina la gara per problemi al braccio l’ottimo Niccolò Bulega.