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Moto2, le verità del GP d’Austria: molta paura, tanto mercato e Jorge Martin





Sull’asfalto del Red Bull Ring la Moto2 regala emozioni forti: la gara viene interrotta dopo pochi giri a causa dell’incidente di Enea Bastianini che ha coinvolto l’incolpevole Hafizh Syahrin. Dopo la ripartenza, Jorge Martin impone il suo ritmo così come aveva fatto nella prima frazione di gara e si invola verso la sua prima vittoria di carriera in Moto2. Chiudono il podio Luca Marini – che con questo 2° posto e lo zero di Bastianini si ritrova leader del campionato – ed un ritrovato Marcel Schrotter. Ancora un’ottima prestazione per Sam Lowes: il britannico chiude 4° seguito da Xavi Vierge, Marco Bezzecchi e Thomas Luthi ed Augusto Fernandez – lo svizzero e lo spagnolo dopo un inizio di campionato difficile stanno ritrovando ritmo e risultati. 9° posizione per il rookie Aron Canet – che non smette di sorprendere ed è ormai sempre la prima Speed Up al traguardo. Chiude la top ten Joe Roberts: lo statunitense originario di Malibu si riconferma ai vertici dopo il 3° posto di settimana scorsa a Brno.

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Rider OK

Il preambolo dello spaventoso incidente in MotoGP che ha coinvolto Johann Zarco e Franco Morbidelli – e fortunatamente non ha coinvolto Maverick Vinales e Valentino Rossi – è stata la caduta di Enea Bastianini che ha coinvolto il povero Hafizh Syahrin. Al terzo giro di gara il #33 – in difficoltà con la sua moto già dallo spegnimento dei semafori – nel tentativo di tenere il passo di Jorge Martin e Luca Marini ha commesso un errore aprendo troppo presto il gas in uscita di curva 1. Dopo essere stato disarcionato, il 22enne di Rimini si è ritrovato assieme alla sua Kalex in mezzo alla pista in piena traiettoria ed in balia del gruppo che stava sopraggiungendo. Bastianini – dopo essere stato schivato da Jorge Navarro – è riuscito a mettersi in salvo a bordo pista. Sfortunatamente, invece, la sua moto è stata sì evitata da numerosi piloti ma non da Syahrin: il malese era infatti in scia di Jake Dixon e non ha potuto fare nulla per evitare la collisione. Il botto tra la Kalex e la Speed Up del #55 è stato spaventoso ma fortunatamente senza gravi conseguenze per il malese e per gli altri piloti indirettamente coinvolti – Pons e Aegerter su tutti: “All riders are conscious”, e va davvero bene così. Tornando al lato sportivo dell’episodio, con questo zero in classifica Enea Bastianini perde la leadership del campionato ai danni di Luca Marini. Per il #33 la pista austriaca sembra davvero essere stregata. Tuttavia, quest’anno il suo errore è stato frutto della troppa foga nel cercare di tenere un passo gara che non avrebbe potuto tenere: i campionati non si vincono vincendo sempre tutte le gare ma cercando di trarre il massimo da ogni situazione. Per sua stessa ammissione di colpe, Enea avrebbe dovuto accontentarsi di un posto nelle posizioni di vertice – portando a casa punti preziosi – e non gettare al vento nei primi giri un buon piazzamento e quel minimo margine che era riuscito a costruire nelle prime 4 gare. Probabilmente ha giocato molto anche la pressione dovuta alle insistenti voci che vogliono Bastianini in sella ad una Ducati nel 2021: in realtà – come svelato dal suo manager Carlo Pernat – l’unica offerta concreta arrivata sul tavolo è stata quella di KTM. La casa austriaca aveva offerto un biennale 2021-2022 con il primo anno ancora in Moto2 ed il secondo anno in MotoGP ma la proposta è stata rifiutata.

Super Jorge

In questo week end austriaco il 22enne di Madrid ha dimostrato di essere il talento cristallino che aveva incantato il paddock e la Moto3 nel 2017 – 4° nel mondiale con 1 vittoria e 7 podi – e nel 2018 – campione del mondo con 7 vittorie e 9 podi. Dopo aver costruito il suo passa gara nelle FP del venerdì e del sabato, Jorge Martin è riuscito a dominare senza affanni entrambe le frazioni di gara, non venendo minimamente impensierito da Luca Marini, Enea Bastianini e Marcel Schrotter. Per l’#88 del team KTM Ajo è la prima vittoria in Moto2 al suo secondo anno nella categoria di mezzo del motomondiale. Parliamoci chiaro, Jorge Martin è sicuramente il talento in divenire più cristallino del motociclismo spagnolo e mondiale, tanto che voci autorevoli del paddock oggi hanno confermato il suo passaggio in MotoGP con la Ducati del team Pramac. Il nodo contrattuale con KTM sembra essere stato sciolto in questi giorni e lo spagnolo è pronto a fare il salto – meritato – nella classe regina con la Desmosedici di Borgo Panigale. Infatti, sebbene alcuni ne abbiano messo in discussione il talento, è innegabile come anche il 2019 sia stato un anno importante per Jorge Martin che, nonostante un telaio KTM difficilissimo da gestire e nonostante uno sviluppo incentrato solamente su Brad Binder, è riuscito ad ottenere ottime posizioni ed un podio in Giappone. Il 2020 per ora ha portato al pilota originario di Madrid un 3° posto a Jerez 1 e questa 1° posizione in Austria: con 59 punti ora è 3° nel mondiale a -19 da Luca Marini. Tutto è ancora aperto e non è remota la possibilità che l’#88 possa passare in MotoGP da campione del mondo della Moto2.

Scomparso

Quello del GP d’Austria è stato l’ennesimo risultato negativo per Fabio Di Giannantonio che – dopo un 2019 da protagonista – non sembra proprio trovare la quadra con la Speed Up in questo 2020. Il #21 ha chiuso 21° ed ha accumulato 25′ in 13 giri di Jorge Martin. Così non va: dopo essersi ritirato in Qatar, si è ritirato a Jerez 1, ha chiuso 18° a Jerez 2 e 16° a Brno. Per di più, in questa sua ultima settimana non sono passate inosservate le parole non riconoscenti che ha avuto nei confronti del suo team. Non si può che sperare che la situazione migliori a partire già da settimana prossima: le altre Speed Up a partire dal rookie Aron Canet – non contando la sfortuna di Hafizh Syahrin e la caduta di Jorge Navarro – vanno comunque forte ed essere costantemente l’ultima moto delle quattro del progetto Boscoscuro non è bello.

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