Così come la Formula 1, anche la MotoGP cerca – non senza difficoltà – di pianificare il proprio debutto in pista nel corso di questo difficile 2020. Il Motomondiale, così come accaduto a moltissime altre categorie che costellano il firmamento del Motorsport, è stato costretto a chiudere provvisoriamente i battenti dopo aver visto scendere in pista Moto3 e Moto2 in quel del Qatar, rimandando il debutto della propria classe regina ed il secondo round di quelle minori a data da destinarsi.
Così come Chase Carey, anche Carmelo Ezpeleta sta lavorando per stilare un calendario che possa dare la maggior parvenza di campionato possibile a questa travagliata stagione. In questa fase tuttavia mancano ancora le certezze, e dunque in questo limbo non è possibile sbilanciarsi in previsioni troppo ottimistiche che potrebbero essere disattese da un giorno all’altro. A guardare con interesse e speranza al futuro, ovviamente, non sono i soli promotori degli eventi e gli organizzatori del campionato ma anche i manager delle varie squadre, spesso interpellati per dare il proprio punto di vista sulla difficile situazione che il mondo in generale ed il Motorsport in particolare stanno vivendo.
In ordine di tempo, uno degli ultimi a parlare è stato Lin Jarvis, Managing Director di quella Yamaha che alla ripartenza delle ostilità sportive in pista schiererà in sella alle proprie M1 Valentino Rossi e Maverick Vinales. “Attualmente la ripartenza della MotoGP dipende più dalle decisioni dei governi che non da ciò che è stabilito dagli organizzatori” – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport – “Anche se corressimo senza pubblico sarebbe comunque un problema mettere 1.500 persone all’interno di un Paddock, e oltretutto resterebbe il problema delle restrizioni ai viaggi: se effettivamente riuscissimo ad andare al Red Bull Ring o a Brno, potremmo poi ritornare in Italia? La mia sensazione è che non ci saranno attività fino al mese di settembre“. Rispetto dunque alla F1, che sta progettando di tornare in pista nel primo weekend di luglio, la MotoGP rischia di avere meno tempo a disposizione per disputare le proprie gare. E questa penuria di Gran Premi, per alcuni piloti giunti ad un bivio della loro carriera, può non essere una situazione decisamente non ottimale.
“Il futuro di Valentino? E’ un argomento di cui ultimamente parliamo spesso in Yamaha, ed a breve credo che mi confronterò anche con lui” – ha dichiarato Jarvis parlando proprio del #46, uno dei piloti chiamati a decidere del proprio domani – “Stiamo entrando in una fase in cui dobbiamo già iniziare a pianificare il futuro: il suo piano originario prevedeva di prendere una decisione attorno a fine giugno, dopo 5 o 6 gare” – prosegue – “Qualora decidessimo di aspettarlo, credo che nella migliore delle ipotesi potremmo attendere sino a fine ottobre. Ed è comunque difficile dire se tanto noi quanto lui siamo davvero in grado di aspettare. Vale dovrà decidere se proseguire o meno, dopodiché se volesse farlo troveremmo un modo per continuare. Credo comunque che la decisione verrà presa prima di tornare in pista, anzi direi che ne sono piuttosto sicuro”. Con le porte del team ufficiale chiuse ormai da tempo a causa dell’approdo di Fabio Quartararo al fianco del confermato Maverick Vinales, per Valentino Rossi le strade della Yamaha porterebbero tutte tra le fila di un team Petronas che potrà comunque avere diritto di parola nella scelta dei piloti del proprio prossimo futuro. “E’ una decisione comune“ – spiega infatti Jarvis – “La scelta del pilota deve essere approvata dalla Yamaha, ma è il loro team, ad essere spesi sono i loro soldi e dunque è ovvio che debbano essere d’accordo sulla direzione che si vuole prendere. Ne discuteremo sicuramente con il Team Principal, Razlan Razali”.
Il managing director della Casa dei Tre Diapason, comunque, spera che Valentino Rossi decida di continuare per il bene di una MotoGP che (come tante altre categorie) avrà bisogno di popolarità dopo questo stop prolungato. “Vorrei che decidesse di andare avanti: concludere una carriera come la sua in questo modo, in una stagione con meno GP e con pochi spettatori, non sarebbe giusto per un campione come lui. In più, la sua presenza sarebbe importante anche per il nostro sport: servirà ripartire con fiducia, con persone sulle tribune, e Vale in pista sarà qualcosa di cui avremo bisogno“, conclude infine Lin Jarvis.