È stato uno dei momenti più chiacchierati delle qualifiche del Mugello, l’“inseguimento” operato da Marc Marquez nei confronti di Maverick Vinales negli ultimi minuti della Q1. Il #93, lesto a mettere il sale sulla coda a un #12 rientrato improvvisamente nella stradina di servizio che permette di tagliare in due il tracciato toscano, ha infatti ottenuto l’accesso alla seconda fase delle prove ufficiali proprio grazie al giro percorso alle spalle dell’alfiere di Yamaha.
La manovra, ovviamente, non è ovviamente passata sotto silenzio. La regia internazionale ha infatti seguito con zelo i due piloti spagnoli lungo tutta la pit lane, e se Jack Miller se la rideva beatamente dall’interno del suo box non pareva spassarsela allo stesso modo Maverick Vinales. Consapevole, probabilmente, del fatto che fornire un gancio a uno come Marc Marquez non sia mai una grandissima idea.
Effettivamente, è stato proprio il fenomeno di Cervera a scaraventare nella seconda metà della griglia di partenza il nativo di Figueres. Che però, a dispetto di quanto altri abbiano detto e scritto, non individua in Marc Marquez il principale colpevole del suo non esaltante risultato in qualifica. “In tutta sincerità non ho commenti da fare sul comportamento di Marc, semplicemente non siamo stati veloci a sufficienza“ – ha infatti detto Vinales una volta terminata la sessione – “Nelle FP1 eravamo partiti bene, ma da quel momento in avanti non ho più avuto la sensazione di compiere passi avanti, anzi mi è sembrato di regredire. Non ci sono scuse per quanto accaduto in qualifica, semplicemente siamo troppo lenti”. “Chiedere che vengano presi dei provvedimenti nei confronti di Marc non è il mio lavoro, è un compito della squadra” – risponde Maverick a chi incalza sull’argomento più scottante delle qualifiche italiane della MotoGP – “Io devo pensare solo a guidare, devo essere unicamente concentrato su questo. Ripeto, non siamo entrati in Q2 perché non siamo stati abbastanza veloci“. “Ovviamente sapevo che Marc mi stava seguendo, ma sapevo anche che se avessi fatto un giro davvero buono sarei comunque finito in Q2: così però non è stato, perché sono stato troppo lento. Lui non mi ha disturbato, si è solo giocato le proprie carte nella migliore maniera possibile: questo è quanto”, ha infine concluso Vinales.
Se dunque il pilota di Yamaha non sembra essersela presa troppo per il comportamento del #93, a denunciare l’accaduto è per certi versi… Marc Marquez stesso. “Ho avuto modo di parlare con Maverick, negli ultimi tempi abbiamo instaurato un ottimo rapporto e quindi essermi confrontato con lui è stato importante” – ha detto il centauro della Honda – “Gli ho detto che ha tutte le ragioni per essere arrabbiato, mentre lui mi ha chiesto il perché mi sia comportato in questo modo. Gli ho risposto dicendo la verità, ovvero che attualmente ho dei limiti e che devo cercare di metterci una pezza in qualche modo”. “Ho cercato di non disturbarlo, di lasciargli la pista libera, ma comprendo la sua rabbia e capisco che gli abbia dato fastidio essere seguito. Vorrei non avere questi problemi, perché vorrebbe dire essere veloce e tornare a fare da lepre“ – ha aggiunto Marquez – “Qualora questo atteggiamento dovesse essere considerato irregolare in futuro, si utilizzeranno altri espedienti. So che il mio comportamento è stato al limite, ma non ho infranto nessun regolamento. È successo con me in passato, l’ho già fatto anche io in passato, e oggi l’ho fatto di nuovo”. “Purtroppo è questo il modo di provare a risolvere momentaneamente i nostri limiti, così ho guadagnato qualcosa. Sfortunatamente, anche oggi siamo stati lenti per colpa mia“, ha infine concluso il talento di Cervera.