“Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore”. Andrea Iannone affida a un post pubblicato sui propri profili social il compito di commentare la sentenza pubblicata ieri dal TAS di Losanna, quella che ha accolto le richieste della WADA andando a colpire il pilota di Vasto con il massimo della pena.
Per il #29, accusato di aver volontariamente assunto il Drostanolone – uno steroide anabolizzante che consente di ottenere un aumento della forza fisica a fronte di un limitato aumento della massa corporea – saranno 4 gli anni di squalifica. Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha usato la mano pesantissima con “The Maniac”, non ritenendo sufficientemente credibile la tesi dell’intossicazione alimentare – e dunque involontaria – addotta invece dalla difesa di Iannone. Il TAS ha infatti statuito che, alla luce dei dati presentati dagli avvocati del #29, non sarebbe stato possibile risalire in maniera certa né alla provenienza della carne che avrebbe intossicato il pilota dell’Aprilia né al fatto che l’intossicazione derivasse effettivamente da ciò. A quel punto, non essendo la tesi dell’involontarietà sorretta da prove, i giudici sportivi di Losanna non hanno potuto far altro che accogliere la richiesta della WADA, la World Anti-Doping Agency, che per Iannone chiedeva 4 anni di squalifica. Quelli che, alla fine, sono stati comminati al #29 in luogo dei 18 mesi inizialmente previsti.
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“Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere” – ha scritto il #29 su Instagram – “Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore. Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni… perché di certo non mi arrendo”. “Sapevo di affrontare i poteri forti, ma speravo” – prosegue il pilota di Vasto – “Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia. In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita, presto capirà quanta forza ho dentro il cuore”. “La forza dell’innocenza e soprattutto…la coscienza pulita. Una sentenza può modificare gli eventi ma non l’uomo“, conclude infine Iannone.