Questa è l’epoca dove stai sempre connesso, dove sai le cose non solo appena accadono, ma pure prima. L’attesa scema, e la visita dei saloni spesso è un meno toccare quello che hai già visto, leggere dati che ti sono già stati detti e ridetti. Invece quest’anno ad Eicma qualcosa è cambiato. Grazie ad Aprilia ed MV Agusta.
Arrivi allo stand del Gruppo Piaggio e ti trovi un palchetto protetto da un parapetto basso, quasi un battiscopa. Sopra, un velo rosso segnato di tricolore copre quella che sembra essere una sportiva compattissima, non puoi far altro che sentirti stranito: “ma come, questa non è stata nemmeno preannunciata…“.
Quindi vedi alla base del palchetto una scritta che recita ‘Aprilia RS 660 Concept, coming soon…’. A quel punto non capisci più nulla.
Ti guardi attorno inebetito, strabuzzi gli occhi cercando di capire se questa sia realtà o solo fantasia.
Fortunatamente è tutto reale, di fianco c’è pure l’assieme motore-telaio in bella mostra, un bicilindrico in linea piccolissimo abbracciato da due leggere travi in alluminio a cui manca tutta la parte posteriore. Un motore portante come sulla Honda CBR Fireblade dei primi anni duemila. Non capisci e vuoi sapere e vedere subito ma no, devi aspettare. Per una vola, dopo tanto tempo, puoi goderti nuovamente il gusto di poterti meravigliare.
L’attesa è stata breve, nel primo pomeriggio l’hanno scoperta in una calca di persone che non si vedeva da molto in una giornata d’apertura, ad un singolo stand. Anche più che in BMW qualche ora prima. Non sappiamo con esattezza quando la RS 660 verrà messa in vendita, ma arriverà presto. Romano Albesiano, simpatico e disponibile nella breve chiacchierata con noi, ha promesso tempi brevi, forse solo sei mesi, ed un prezzo popolare.
Nello stesso periodo entrerà in produzione la MV Agusta Superveloce Ottocento, un’altra creatura arrivata ad Eicma senza alcun preavviso. Alle spalle, tutti i modelli F realizzati a Schiranna, dalla primissima F4 750 Serie Oro alla recente F3 675. Una moto tecnicamente conosciuta con il telaio ripreso dalla F3 800, così come il motore che qui gode di un’iniezione di cavalli complici un’alimentazione rivista ed uno scarico 3-in-1-in-3, tanto bello quanto elegante.
Si tratta di una moto dallo stile retro-futurista, morbida e levigata dal vento, sinuosa e rifinita in ogni singolo dettaglio. La Superveloce non è un esercizio di stile, ma un vero e proprio antipasto. Entrerà in produzione così com’è ora, senza alcun cambiamento.
Anzi una piccola modifica ci sarà, la colorazione del faro anteriore visto che certe tonalità sono vietate dal codice della strada.
Lo stand di MV Agusta è forse il più bello di tutto il salone nel suo complesso.
Studiato nei minimi particolari, con una disposizione dei modelli che segue una logica cardinale e polarizzante. Non mancano i richiami al passato, ci sono la GP 500 di Agostini e la leggendaria 750 4C stradale, che coprono le spalle rispettivamente alle nuove F2 da GP e Brutale 1000. C’è pure un motocarro anni cinquanta, uno di quei tanti che hanno permesso ai nostri nonni di ricostruire l’Italia da zero portando mattoni, sabbia e quant’altro a quintali. In questo caso ci sono delle mele.
Aprilia ed MV Agusta ci hanno fatto riscoprire il gusto della meraviglia, l’emozione dell’inaspettato. In barba al social marketing che vuole dare tutto prima di subito, che misura la grandezza in like ed impression, ridando importanza all’eccitazione di scoprire qualcosa dal vivo.
BMW si è leggermente avvicinata a questo. Con la rivoluzionata S 1000 RR si è giocata le carte in una sola mano, il martedì stesso di apertura del salone. La lunga sfilza di leaks senza mezza parola ufficiale da parte di Monaco, ha fatto letteralmente mangiare con gli occhi questa nuova sportiva tedesca. A proposito di occhi, con questa versione la S 1000 RR guadagna un frontale simmetrico, perdendo il caratteristico ‘strabismo’. Nelle primissime ore dell’Eicma c’era già molta gente ma i padiglioni erano semideserti: tutti assiepati attorno alla nuova sportiva bavarese.
La specifiche sono davvero accattivanti, con un peso di 197 kg in ordine di marcia col pieno di benzina (-11 kg ). Diventano 193,5 kg col pacchetto “M Package”, quanto la ben più costosa Panigale V4R caricata allo stesso modo. Poi c’è la fasatura variabile ShiftCam che regala una schiena da sogno, oltre 100 Nm da 5’500 a 14’500. Il 4-in-linea conta ora 207 cavalli a 13’500 rpm, con un limitatore posto a 14’600 rpm.
Rivisto completamente l’equilibrio dinamico. Il cannotto di sterzo è più chiuso di 0,4°, l’avancorsa cala da 96,5 a 93,9 mm, mentre l’interasse cresce di 9mm (ora 1’441 mm) per un forcellone ora di 607 mm. La nuova ripartizione dei pesi spiega molto bene cosa significano questi numeri: la massa grava maggiormente sull’avantreno (53,8% contro i precedenti 52,3%). Senza perdere trazione grazie alla ‘leva’ posteriore più lunga. Tom Sykes avrà di che divertirsi il prossimo anno.
Scelta più trendy per Ducati, che ha svelato tutte le carte con largo anticipo, la domenica sera. A Borgo Panigale hanno avuto la buona idea di mettere la nuova Panigale V4R non solo in una teca girevole, inaccessibile ai visitatori, ma pure nella zona aperta dello stand. Quindi per piacere fate i bravi, evitate di smanacciare quelle ali fino a spaccarle e godetevi l’emozione di sedervici sopra. Non serve descrivervela, ve ne abbiamo già parlato QUI(link). Presente anche la prima bicicletta elettrica di Ducati, la MIG-RR. Questa mtb è realizzata in collaborazione con la Thok E-bikes, azienda capeggiata da una nostra vecchia conoscenza, Livio Suppo, e da Stefano Migliorini.
Immaginate se lo stesso ‘metodo’ di BMW fosse stato applicato da Ducati per la ‘erre’, sarebbe stato un salone epico da vivere. Forse sarebbe stato troppo, non siamo più abituati a certe emozioni.
A deludere è Suzuki. L’Eicma di quest’anno è dedicato al futuro, ‘vediamo strade che ancora non esistono’ ne è lo slogan, e praticamente tutte le case hanno portato qualcosa a tema dal punto di vista tecnico e/o stilistico. Tutte tranne Suzuki, che ha portato la nuova Katana. Un’operazione revival di mero maquillage sulla GSX-S1000, dalla quale vengono ripresi telaio, motore e sospensioni. Tecnicamente cambia solo la distribuzione dei pesi, più verso l’avantreno.
Eppure ad Hamamatsu hanno già pronta da quasi 5 anni una primizia, la Recursion: bicilindrica sportiva da 588 cc con compressore volumetrico.
Questa poteva essere la volta buona, peccato.
Non resta che la Berlato.